Se ha un minimo di buon senso, un Comune che ha organizzato con altri una serata importante come quella di ieri a Ficuzza per ricordare Carlo Alberto Dalla Chiesa, non convoca per la stessa serata il consiglio comunale. E se, per una serie di incomprensibili disguidi, lo fa, ripara alla “gaffe procedurale”, rinviando la seduta e precipitandosi a Ficuzza. Ma buon senso politico e buon gusto istituzionale non sono di casa nel consiglio comunale di Corleone e nell’amministrazione. Tant’è che, ieri sera alle 20,20 (la manifestazione di Ficuzza era fissata per le 21.00 e per arrivarci da Corleone occorrono circa 15 minuti), il consigliere Giuseppe Giandalone (An) ha chiesto il prelievo di alcuni punti dell’ordine del giorno (variazioni di bilancio e conto consuntivo 2007) per trattarli immediatamente. Mi ero permesso di chiedere il rinvio della seduta, perché argomenti così importanti, per una questione di serietà e di rispetto istituzionale, non si possono trattare in pochi minuti, annunciando l’abbandono dell’aula per andare a Ficuzza alla commemorazione di Dalla Chiesa. Ma la maggioranza consiliare (ormai quasi tutti i consiglieri comunali) non hanno voluto sentire ragioni. Sono gli stessi che hanno rinviato sedute e sedute per i motivi più banali. Stavolta, invece, hanno messo ai voti la proposta di Giandalone, se la sono votata ed hanno approvato in pochi minuti tutto, approfittando dell’opposizione che era andata via per recarsi a Ficuzza. Poi anche questi consiglieri e questi amministratori hanno avuto la faccia tosta di recarsi a Ficuzza, riempiendosi ipocritamente la bocca di parole come democrazia, libertà, rispetto delle istituzioni, confronto, condivisioni di percorsi.
Ma perché questa fretta di approvare il consuntivo 2007? Perché questo non voler sentire ragioni? L’amministrazione Iannazzo ha ormai in consiglio una maggioranza “bulgara”. Quindi, nessuna preoccupazione di non avere i numeri. Allora, l’unica spiegazione è che Iannazzo & C. non volevano sentirsi rivolgere domande imbarazzanti. Ecco la sfilza di domande, che avrei voluto fare durante il dibattito, ma che mi è stato impedito. Perché, nonostante gli impegni assunti, il comune ancora non ha un inventario attendibile dei beni immobili, allegati al consuntivo? È serio che non si sappia con certezza quali sono i beni che il comune possiede, il loro valore, l’uso che ne viene fatto (chi li ha in uso? A quali condizioni?)? E poi ancora: perché c’è un crollo delle entrate per investimenti (da 10-12 milioni di euro del 2005-2006, si è passati a 3 milioni nel 2007)? Perché tanti mandati non pagati? Perché non si riesce a riscuotere i ruoli acqua e i canoni delle case popolari? Tutte osservazioni fatte dal Collegio dei revisori (in maniera felpata perché c’è aria di rinnovo….), alle quali ieri sera nessuno ha dato risposte. Anche perché il presidente Mario Lanza, il suo vice Lillo Marino e tantissimi altri consiglieri non hanno la “curiosità” di sapere queste cose.
Dino Paternostro
3 settembre 2008
mercoledì 3 settembre 2008
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