domenica 14 settembre 2008

I cattolici si dividono. La targa per Salvo in chiesa? Sì da Biagio Conte, no da Garau

di SALVO PALAZZOLO
La targa in ricordo di Ignazio Salvo sul confessionale donato dalla famiglia alla chiesa di Regina Pacis divide il mondo politico e il popolo dei cattolici: «Deve essere subito rimossa - dice il senatore Giuseppe Lumia - è una scelta sbagliata e inopportuna alla luce dell´insegnamento di don Pino Puglisi, sacerdote ucciso dalla mafia». Ma c´è chi non la pensa come lui. Biagio Conte, il francescano laico grande animatore della carità a Palermo, ribatte: «Se è una donazione fatta col cuore, allora non vedo nulla di strano. La Chiesa non può chiudere la porta a nessuno. Deve dare accoglienza e speranza a tutti, anche perché le colpe dei padri non ricadono sui figli. È il seme dei martiri che sta germogliando. Palermo sta cambiando, non possiamo fermarci». Ma quella targa può acuire il dolore dei familiari delle tante vittime di mafia? Il missionario risponde: «La giustizia di Dio sarà implacabile contro chi ha commesso del male, tutti ne dobbiamo essere certi. Chiunque ha dato la vita per questa città non è morto invano, quel sangue sta scuotendo le coscienze».Il caso è aperto. Maurizio Artale, presidente del Centro Padre nostro, ricorda che il Centro Borsellino chiuse dopo le polemiche per una maxidonazione che doveva arrivare da ambienti poco chiari. «Allora adesso prendiamo i soldi di tutti? - si chiede - La verità è che oggi nella Chiesa molti dimenticano troppo spesso il ruolo del vescovo, cui bisognerebbe chiedere indicazioni e autorizzazioni per certe scelte». Artale ricorda di quando un signore molto benestante voleva fare una donazione al centro fondato da padre Puglisi, in cambio di una targhetta. «Abbiamo deciso di no, perché quel nome era discusso. Allora gli abbiamo detto: faccia una donazione anonima per i bambini del quartiere. Non si è più rivisto. Forse le intenzioni di quella persona non erano proprio buone».Sulla beneficenza padre Carmelo Torcivia, rettore della chiesa di Santa Maria della Catena, ricorda le parole del Vangelo («Non sappia la tua mano destra cosa fa la sinistra): «Le targhe in chiesa non vanno messe - dice - perché sono una forma di personalizzazione fuori luogo». Ma aggiunge: «Io credo fermamente nel perdono di Dio. Se si appura che un´offerta è fatta con purezza di intenzioni, perché non accettarla se è destinata ai poveri?».Anche Antonio Garau, parroco di Maria Santissima del Carmelo, è contrario alle targhe commemorative in chiesa: «Chi vuole fare del bene non deve cercare pubblicità. Al massimo il parroco può intitolare un´aula del catechismo, ma non offrire targhe e targhette in chiesa. A chiunque». La discussione è aperta. Anche nella parrocchia di Regina Pacis si discute sul futuro di quella dedica a Ignazio Salvo, l´esattore arrestato da Giovanni Falcone, condannato per mafia al maxiprocesso e ucciso nel 1992 dai killer di Riina.
LA REPUBBLICA, VENERDÌ, 12 SETTEMBRE 2008

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