Manovre, piccoli intrighi, incontri, spartizioni: tutto gli ingredienti della politica politicante sono dentro il day after del Partito Democratico in Sicilia. Invece che mettersi finalmente insieme e costituire un solo partito – i gruppi parlamentari restano separati – la preoccupazione maggiore oggi è quella di trovare la quadra per ottenere il maggiore numero di delegati al congresso. Il ballottaggio previsto dalle regole, infatti, pretende che siano i delegati, eletti alle primarie, a scegliere il segretario regionale fra Giuseppe Lupo e Beppe Lumia. I due hanno in comune solo il nome, seppure declinato in modo diverso, per il resto niente: storie diverse, provenienze diverse, caratteri opposti, politiche, progetti e obiettivi differenti. Lumia ha ottenuto 55 delegati con una lista collegata al segretario nazionale, Bersani; Lupo, invece, può contare su 73 delegati, e parte perciò favorito, e la sua lista era collegata a Dario Franceschini, arrivato dietro a Bersani. Lumia proviene dai DS e nel suo pedigree ha la presidenza della commissione nazionale antimafia, è un assertore del voto aperto alla società civile e tiene le fila della battaglia antimafia, assieme a Salvatore Crocetta ed altri. Lupo arriva da una esperienza sindacale, è culturalmente popolare, viene dalla Margherita, è deputato regionale e in Assemblea si è fato notare per la sua intraprendenza e competenza. Lupo ha bisogno di 18 voti, Lumia molti di più. Per ottenerli i due candidati devono approvvigionarsi al “tesoretto” lasciato intonso da Bernardo Mattarella, classificatosi al terzo posto con 52 delegati. Mattarella, come Lupo, proviene dalle fila delle Margherita, ma a differenza di Lupo, ha scelto la mozione vincitrice, quella di Bersani. La logica vorrebbe che Mattarella consegnasse il suo patrimonio elettorale al candidato di Bersani che l’ha superato, Lumia, e non alla lista di Lupo, affiancato a Franceschini, perché le due mozioni hanno opzioni politiche diverse, invece sin dal primo momento, appena conosciuto l’esito, Mattarella e Lupo si sono incontrati e hanno cominciato a discutere sul da farsi con l’intenzione di dirigere insieme il partito. Quindi sono state messe sul tavolo le carte giuste, gli organigramma: nomi, condizioni e tutto ciò che normalmente si verifica in queste circostanza un poco ovunque. Nel frattempo, però, dalla capitale sono arrivati due input: l’uno a favore di Lumia, l’altro a favore di Lupo. Il primo è una nota che sembra asettica, ma non lo è, riguarda il comitato Bersani, che sollecita i candidati affini andati in ballottaggio nelle regioni in cui non si è arrivati al 51 per cento, a non tradire la volontà degli elettori. Che significa? Che coloro i quali sono stati eletti delegati con la mozione Bersani non possono votare per i candidati della mozione Franceschini. L’altro episodio è favorevole a Lupo. A Roma c’è stata un riunione – lo racconta Dario Miceli sulla Sicilia di Catania – fra D’Antoni, Capodicasa, Papania e Crisafulli, una quaterna molto ascoltata nel PD siciliano, la quale ha scodellato gli strumenti utili perché Lupo arrivi alla segreteria regionale. Siccome Crisafulli e Capodicasa vengono dai DS, ci si chiede quale sia il motore di questa mobilitazione. Risposte ce ne sono tante, e riguardano simpatie ed antipatie raccolte da Lumia, ma c’è anche altro: la Sicilia deve andare ad un ex della Margherita, c’è poco da fare. Questa ipotesi, se vera, confermerebbe ciò che molti paventano, che la separatezza fra le due aree non è stata affatto superata.
SiciliaInformazioni, 28 ottobre 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento