venerdì 10 ottobre 2008

Sanità, sì della giunta alla riduzione delle Ausl. Passa la riforma che accorpa anche gli ospedali, ma sei assessori non la votano

EMANUELE LAURIA
Nel passaggio politico più difficile dall´inizio della legislatura, il governo Lombardo vara la riforma della sanità. Maggioranza risicata, a Palazzo d´Orleans (sei assessori su dodici) per il voto che taglia i dipartimenti dell´assessorato (da 5 a 2) e riduce Ausl e aziende ospedaliere, il cui numero complessivo scende da 29 a 17.
A Palermo previsto l´accorpamento del Civico e dell´Ingrassia, a Catania l´unificazione di Garibaldi e Cannizzaro. La cifra delle aziende dovrebbe abbassarsi ancora sino a 14, con la fusione amministrativa fra i policlinici di Palermo, Catania e Messina e alcuni ospedali dei tre capoluoghi. Le Asp, nuovo acronimo che sta per aziende sanitarie provinciali, assicureranno l´assistenza attraverso le attività ospedaliere (con i presidi) e le attività territoriali (con i Pta, punti territoriali di assistenza) «per garantire - è scritto in una nota del governo - su tutto il territorio regionale la copertura di servizi sanitari, riducendo così l´incidenza di ricoveri ospedalieri impropri che sono la principale causa del deficit sanitario della Sicilia». Vengono previsti due bacini di riferimento, per la Sicilia occidentale e orientale. Il sistema di emergenza-urgenza avrà una centrale operativa del 118 all´interno di ciascuno dei due grandi bacini regionali. Vietate le consulenze esterne. Il disegno di legge viene inviato all´Ars in un´atmosfera rovente. Tre assessori non hanno votato la riforma (Giovanni La Via e gli udc Gianni e Antinoro), altri tre non erano presenti: gli esponenti del Pdl Scoma, Gentile e Bufardeci che in serata spiegherà il forfait semplicemente con «impegni istituzionali». Il capogruppo dell´Udc Rudy Maira illustra così la posizione del suo partito: «Non vogliamo ostacolare il percorso del riordino del sistema sanitario siciliano. Ma pretendiamo, per una materia così complessa e complicata, che ci sia un necessario approfondimento». Decisamente più duro il commento di Innocenzo Leontini, presidente del maxi-gruppo del Pdl all´Ars (34 deputati). Per lui ieri in giunta è stata operata «una forzatura non richiesta. Bastava limitarsi a fare solo il piano di rientro, così come richiesto dal governo centrale. Si è persa l´occasione per fare un disegno di legge unico di governo e maggioranza - afferma Leontini - Si è voluto imporre una soluzione che conferma il sistema precedente, con i suoi difetti e i suoi disavanzi. Rimane il nostro disegno di legge in commissione che - conclude - riduce maggiormente i costi e, togliendo gli ospedali dalle Asl, riforma veramente il sistema attuale. All´Ars - conclude il capogruppo del Pdl - saranno tutti i parlamentari protagonisti di tale riforma».Se, da un lato, Lombardo ha deciso di rinviare ancora lo spoils system dei dirigenti generali della Regione (altri 45 giorni di proroga, in attesa della riforma dei dipartimenti), dall´altro ha deciso di accelerare sulla sanità. Anche per rispettare le scadenze del piano di rientro inviato al ministero per l´approvazione. L´assessore alla Sanità Massimo Russo sa che l´attendono le forche caudine di Palazzo dei Normanni e si mostra aperto al confronto: «Si tratta di un testo aperto a tutti quegli apporti costruttivi che le forze parlamentari sapranno dare nell´interesse de Sicilia. È un progetto organico, razionale, che guarda all´efficienza delle prestazioni. Sono certo che l´Ars saprà trovare la giusta sintesi - conclude l´assessore - pur nel rispetto rigoroso dell´impianto, delineato dal testo approvato e che ci viene imposto dal piano di rientro».
La Repubblica, 9.10.08

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