lunedì 27 ottobre 2008

Anche Famiglia Cristiana critica il ministro dell'Istruzione, la cattolica M. Stella Gelmini

«Non chiamiamo riforma un semplice taglio di spesa». È questo il titolo dell'editoriale d'apertura di Famiglia cristiana di questa settimana, nel quale si affronta il tema della scuola e del decreto Gelmini. «Nel mirino c'è una legge approvata di corsa, in piena estate», si legge nell'articolo, che sottolinea come «nonostante la dicitura sia roboante, "riforma della scuola", più prosaicamente», si dovrebbe parlare di «contenimento della spesa a colpi di decreti, senza dibattito e un progetto pedagogico condiviso da alunni e docenti. Non si garantisce così il diritto allo studio: prima si decide e poi, travolti dalle proteste, s'abbozza una farsa di dialogo». Il settimanale paolino sottolinea poi che «i tagli annunciati all'università sono pesanti e che nei prossimi cinque anni il fondo di finanziamento si ridurrà del 10 per cento». Come dire: «porte chiuse all'università per le nuove generazioni». «Studenti e professori - osserva la rivista, diffusa in tutte le parrocchie italiane - hanno seri motivi per protestare. E non per il voto in condotta o il grembiulino (che possono anche andar bene), ma per i tagli indiscriminati che "colpiscono il cuore pulsante di una nazione", come dice il filosofo Dario Antiseri». E di fronte alle proteste nelle scuole non «si potrà pensare di ricorrere a vie autoritarie o a forze di polizia. Un Paese che guarda al futuro investe nella scuola e nella formazione, razionalizzando la spesa, eliminando sprechi, privilegi e baronie, nonché le allegre e disinvolte gestioni». Per Famiglia cristiana, dunque, «il bene della scuola richiede la sospensione o il ritiro del decreto Gelmini, per senso di responsabilità». «Un Paese in crisi trova i soldi per Alitalia e banche: perchè non per la scuola? si richiedono sacrifici alle famiglie, ma costi e privilegi di onorevoli e senatori restano intatti. Quando una Finanziaria s'approva in nove minuti e mezzo, quando, furtivamente, si infilano emendamenti rilevanti tra le pieghe di decreti legge, il Parlamento si squalifica». Il giornale diretto da don Antonio Sciortino non è neppure contento delle false aperture al confronto del ministro Maria Stella Gelmini, che pure vanta più del curriculum da avvocato una sua militanza nelle fila dell'Azione Cattolica.
L’Unità, 27.10.08
FOTO: Il direttore di Famiglia Cristiana, padre Antonio Sciortino

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