lunedì 27 settembre 2010

Corleone ha bisogno di sinergie e "reti"

Ormai c’è la moda di scrivere “lettere aperte” al direttore di “Città Nuove”. E il direttore di “Città Nuove” è contento perché “il diritto alla parola” (anche alla parola-invettiva) è segno di vitalità democratica e di libertà. Devo subito precisare, però, che nella fattispecie, caro Walter, hai preso un abbaglio. All’equivoco che poteva ingenerare la mia frase («Anche perché "Città Nuove" non ha persone (si chiamano "volontari"?) pagate con i contributi pubblici per stare sempre collegati al sito e apportare gli aggiornamenti in tempo reale») ho pensato solo l’altra sera, quando me ne ha parlato – lamentandosene – Giuseppe Crapisi. E sono costretto a ripensarci adesso che leggo la lettera che m’indirizzi “con cordiale risentimento”. Quando ho fatto quel commento, io, obiettivamente, pensavo a siti come “Siciliainformazioni” o “LiveSicilia”. Anche perché so benissimo che voi di “Corleone Dialogos” andate avanti col vostro impegno e i vostri sacrifici, in assoluto spirito di volontariato. Non ho condiviso (e ve l’ho detto subito) la scelta di vendere una pagina all’amministrazione comunale. Non perché i 350 euro per ogni numero del cartaceo, che vi eroga il comune, possono cambiare il senso del vostro impegno etico e civile. Assolutamente no. Ma perché oggettivamente, al di là delle vostre intenzioni, il giornale rischia di perdere credibilità. Ma la mia è solo un’opinione. Si, in effetti, un po’ mi ricordate “Città Nuove” degli inizi, quando eravamo su carta e in redazione con me c’erano tanti giovani e persone come Nino Gennaro, Pino Governali, Pippo Cipriani, Cosmo Di Carlo, Leoluca Pollara e Biagio Bonanno, tuo padre. È un ricordo molto bello, anche se ricordo pure i terribili momenti della notte tra il 16 e 17 aprile 1991, quando i locali della nostra redazione furono dati alle fiamme dai “soliti” ignoti. Sono contento che adesso a Corleone ci sia anche un giornale come il vostro che sta diventando una vera palestra di democrazia. Ma non siamo (almeno io non mi sento) in concorrenza. Non dobbiamo reciprocamente “prenderci il posto”. C’è spazio per tutti. Nulla vieta che un lettore si colleghi col sito “Città Nuove” (e lo fanno in tanti, ogni giorno, come dicono le statistiche) e poi con “Corleone Dialogos” o viceversa. Anzi, sarebbe auspicabile. Quando ho potuto darvi una mano, l’ho sempre fatto. E, se l’apprezzate, vorrei continuare a farlo. Dobbiamo continuare a fare sinergia, a fare “rete”. Come abbiamo già fatto – e tu lo hai giustamente ricordato - in tante occasioni, lottando per l’ospedale, per l’acqua pubblica. Come abbiamo già fatto, ricordando tante volte Rizzotto e Verro (a proposito, il 3 novembre si avvicina…). A Corleone c’è tanto bisogno di questo.

Nella speranza di avere chiarito l’equivoco, porgo cordiali (e non risentiti) auguri di buon lavoro.
Dino Paternostro
direttore di "Città Nuove"

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