giovedì 4 febbraio 2010

Mafia. Rita Borsellino: "Da Massimo Ciancimino rivelazioni inedite. E' importante ascoltarlo"

"E' importante ascoltare Massimo Ciancimino, perché spesso parla di cose di cui non c'è mai stata notizia". Rita Borsellino commenta le dichiarazioni di Ciancimino jr al processo Mori.
"I magistrati, che hanno già iniziato i riscontri, hanno una lunga esperienza: molti hanno iniziato a lavorare con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Starà a loro stabilire se Ciancimino è credibile o no" prosegue l'europarlamentare Pd e sorella del giudice ucciso nella strage di via D'Amelio. Dal figlio dell'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino sono giunte nuove rivelazioni sul boss Bernardo Provenzano: "Godeva di immunita' territoriale", ha detto Ciancimino jr, che poi ha parlato di soldi investiti dalla mafia nella costruzione di Milano 2, attirando l'immediata smentita del legale di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini. "Le sue parole danno una spiegazione logica a cose che fino adesso non ce l'avevano - continua ancora Rita Borsellino -. Intuitivamente dà una spiegazione a tante situazioni, come la mancata perquisizione del covo di Riina, o il fatto che sia iniziata una sorta di pax mafiosa per cui le stragi si sono improvvisamente interrotte. Ci siamo sempre chiesti come mai questo sia successo; lui ci dà una spiegazione molto circostanziata. Tutto sta a vedere se queste circostanze possono essere provate".
Dall'eurodeputata democratica anche un commento al piano straordinario contro la mafia annunciato la scorsa settimana dall'esecutivo a Reggio Calabria: "C'è un modo di dire in Sicilia e a Palermo: il governo sta facendo molto 'scruscio', cioè molto rumore', nella lotta alla mafia: grandi annunci e proclami. "Il governo prende anche delle misure; ma esaminandole con attenzione ci si rende conto che sono poco efficaci e confuse, e anche contraddittorie. Mi riferisco alla legge che si vuole approvare e che cancellerebbe l'uso sociale dei beni confiscati, che permetterebbe la loro vendita all'asta e quindi il loro rientro nelle mani dei mafiosi, perché le aste vanno deserte: nessuno sfida la mafia sul suo territorio. Si farebbe un danno incredibile anche di immagine: si cancellerebbe una legge che aveva funzionato, basti guardare le cooperative che lavorano sui beni confiscati alla criminalità; poi c'è il rientro dei capitali dall'estero, che favorirebbe il ritorno in Italia dei soldi della mafia, che già è l'unica 'azienda ' a non soffrire la crisi. C'è una serie di misure che hanno una doppia faccia. Il governo, per esempio, si vanta di avere trasformato in legge il 41 bis, che però si è svuotato di significato e di ogni termine di sicurezza" conclude la Borsellino.
CNRmedia - 01/02/2010

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