di DINO PATERNOSTRO
La mozione sull’acqua pubblica è stata bocciata dalla maggioranza di centro-destra (Pdl-Udc) che amministra Corleone. Nella nottata di venerdì, dopo un dibattito durato oltre 5 ore, insieme a me hanno votato a favore della mozione i consiglieri Leo Colletto, Franco Di Giorgio e Lillo Marino, che l’avevano presentata. Si sono astenuti, invece, Vincenzo Labruzzo, Mario Lanza, Fausto Iaria, Vincenzo Macaluso, Antonio Vella, Nicola Bentivegna, Francesco Piazza e Vincenzo Iannazzo. Il centro-destra, d'accordo col sindaco Iannazzo, ha scelto una linea di difesa morbida, per non sfidare le ire dei cittadini, sapendo comunque che l’astensione avrebbe avuto lo stesso effetto del voto contrario. Iannazzo e la sua maggioranza avevano l’occasione di riconoscere davanti alla città di essersi sbagliati e di voler riparare all’errore. Potevano intraprendendo il difficile cammino per provare – insieme al Comitato cittadino e all’opposizione - a riappropriarsi del servizio idrico. Invece, hanno scelto di “svendersi” ad Acque Potabili Siciliane.Bisogna ricordare che, nel lontano 1969, l’allora commissario straordinario del comune di Corleone, Vincenzo Zanghì, primo cugino di don Vito Ciancimino, “svendette” l’acqua pubblica della nostra città all’Eas, un carrozzone clientelare che nell’arco di pochi anni assetò i cittadini corleonesi, portando le bollette alle stelle. Negli anni ’80, la classe dirigente della città di Corleone, dopo aver strappato il servizio idrico all’Ente acquedotti, è riuscita a renderlo efficiente e capace di erogare acqua 24 ore su 24. Adesso, dopo 40 anni, il sindaco Iannazzo, come allora il commissario Zanghì, è passato alla storia per avere nuovamente “svenduto” ad una Ditta privata l’acquedotto cittadino, provocando l’immediato raddoppio delle bollette dell’acqua per i cittadini. E tutto questo per qualche “piatto” di lenticchie, per qualche piccola operazione clientelare e parentale, di cui dovrebbero vergognarsi e che i cittadini non gli perdoneranno mai. Da parte nostra, continueremo la battaglia affinché l’acquedotto torni ad essere pubblico e, nell’immediato, affinché Acque Potabili Siciliane ribassi le tariffe idriche incredibilmente alte.
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