martedì 21 luglio 2009

Ato rifiuti in Sicilia, il governo presenta la nuova riforma, mentre desta scalpore il bilancio in attivo dell'Ato di Ragusa

di Ignazio Panzica
Mentre la giunta regionale di Governo sforna un ddl alternativo a quello già depositato all’ARS, può accadere che il presidente “dell’Ato rifiuti Ragusa” pubblichi, in mezza pagina del Giornale di Sicilia, una inserzione, nella quale reclamizza il “fatto straordinario” che il suo Ato ha il bilancio in attivo, addirittura, per 8 milioni e 267mila euro.
Il capace amministratore ragusano si chiama Gianni Vindigni. Gli Ingredienti principali del segreto del suo successo sono: non aver fatto assunzioni di personale più del necessario; aver fatto partire in modo serio ed attrezzato la raccolta differenziata dei rifiuti; aver preteso che i comuni/soci pagassero sempre all’ATO le loro quote di corrispettivo periodico; aver pagato puntualmente i creditori dell’ATO senza far maturare inutili interessi e rivalutazioni; essere riuscito a creare discariche pubbliche a gestione Ato, senza essere costretto a pagare per lo smaltimento dei rifiuti in impianti di privati. In sostanza, Vindigni ha solo seguito “le regole” a cui si dovrebbero attenere ogni amministratore d’ATO. Sorge spontanea la domanda : e perché altri 19 Ato su 27 non l’hanno fatto? E perché l’hanno potuto fare ? Ricordiamo che, adesso, il buco ufficiale di tutti i bilancio degli Ato rifiuti in Sicilia è all’incirca di un miliardo e cento milioni di euro. E vale poco l’osservazione dell’Assessore Armao, secondo la quale, però, in compenso, la massa dei loro crediti sfiori i 700 milioni di euro. Del nuovo disegno di legge del governo regionale, si sa soltanto che gli Ato diminuiranno da 27 a 9, uno per provincia, più un decimo dedicato alla gestione dei rifiuti sulle isole minori. Altresì, pare che Lombardo voglia consentire a tutti gli ATO di poter disporre di finanza diretta (ossia non più raccogliendo le quote di partecipazione periodica dei singoli comuni), assumendo la gestione della TIA. Ossia, riscuotendo in prima persone la nuova “tariffa dei rifiuti”, direttamente dai singoli cittadini, quindi mandando in pensione il sistema di tassazione “TARSU comunale”. Una nuova previsione di legge nazionale, che si era deciso di “congelare” per tre anni, cioè sino alla fine dell’anno in corso. Una “innovazione”, per carità, interessante che, però, pone due problemi oggettivi. Anzitutto, il tasso di affidabilità della riscossione diretta di un “tributo”, in una terra dove “l’evasione” dei pagamenti è una realtà usuale; insomma la percentuale di TIA che alla fine risulterà raccolta, riuscirà a coprire l’intero costo del servizio raccolta rifiuti, incluso gli ammortamenti societari ? Ed in caso di differenza tra spese ed entrate, chi pagherà ? Nel caso del “regime TARSU” pagavano (e pagano) i Comuni. Siccome non crediamo di avere il monopolio del buonsenso e del corretto uso della matematica di base, parrebbe annunciarsi all’orizzonte dei siciliani la concreta ipotesi di un futuro, progressivo, inasprimento, delle “cartelle esattoriali” per il pagamento del servizio raccolta rifiuti. Pare, inoltre, che dal nuovo ddl governativo per gli ATO rifiuti non sembra emerga con chiarezza, come si siano posti in condizioni gli ATO di poter pagare i debiti arretrati, né quale struttura assuma l’onere della vigilanza sulle situazioni finanziare dell’intero sistema regionale. Un universo variegato, dove l’ATO Ragusa chiude il bilancio consuntivo 2008-2009 con otto milioni di euro di attivo, mentre il l’ATO Coinres dell’area di Palermo-provincia , è finito sotto commissariamento, per un deficit gravissimo, e senza neanche aver mai comprato un solo automezzo per la raccolta dei rifiuti, ancorché il Coinres risulti il titolare diretto del servizio. E raccontiamola questa storia degli Ato in Sicilia ! Partiti in 27, oggi, ben 19 sarebbero già al limite del fallimento , o sono di fatto già falliti. Cinque , risulterebbero in leggero attivo. Tre in pareggio o con perdite spiegabili di lieve entità. Abbiamo usato il condizionale, perché l’ARRA, l’Agenzia regionale anche competente sul controllo degli obiettivi degli ATO rifiuti, ha fatto si una ricognizione sulla situazione alla data odierna. Ma si è limitata a commissariare solo dieci ATO al disastro, e a diffidarne altri tre, che si incamminano sulla stessa via. Gli esiti dell’intera ricognizione, sono perciò, “top secret” , perché l’intera documentazione non è stata ancora trasmessa al Presidente della Regione. Ricordiamo, che gli ATO sono società consortili SpA, composte dai comuni del comprensorio – i cui sindaci oltre a formare l’assemblea dei soci, possono far parte del CDA - con l’obbligo di espletamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Il punto critico del modello, che ha portato al cortocircuito, si trova esattamente nella facoltà dei Comuni di nominare sia gli amministratori, che i revisori dei conti del Consorzio. Cioè, coloro che in modo occhiuto dovrebbe esercitare il controllo sulla gestione economica e finanziaria degli ATO. Così, i sindaci dei comuni, per lo più, hanno fatto carne di porco di “queste nomine” negli ATO. Per lo più, usandole per compensazioni di natura politica locale : “non ti candidi contro di me alle prossime amministrative, ed allora ora Ti nomino all’ATO”; “sei stato trombato alle elezioni Ti consolo nominandoti all’ATO”; “vuoi un assessore in più che non ti posso dare nella giunta Ti do un consigliere del Cda dell’ATO”; “sei mio parente, l’anno prossimo ti devi sposare e sei disoccupato, ti nomino all’ATO”. Senza mai aver rispettato, né accertato, competenze e compatibilità di legge. Una palese e pubblica indecenza. Infine, quando un comune non paga puntualmente, o non paga mai la sua quota annuale all’ATO, è accaduto di sovente che l’ATO abbia chiuso entrambi gli occhi. Posto che – in caso di inadempienza dei comuni - gli amministratori ATO che avrebbero dovuto mettere in mora gli enti locali/soci ed inadempiente, troppo spesso, erano gli stessi sindaci, che nelle loro funzioni di primi cittadini, incassavano la TARSU, ma non pagavano l’ATO. Per nota di cronaca, vi segnaliamo che i quattro ATO rifiuti a livello di “eccellenza”, che risultano segnalati per come hanno svolto e svolgono bene la loro mission sono : Ato Ragusa, Ato Sciacca, Ato Palermo 5 (Termini Imerese), Ato Trapani 2 ( Mazara del Vallo). Dice Lombardo, per il nuovo ddl sul sistema regionale degli Ato rifiuti, abbiamo scelto di presentare un progetto di legge snello solo di un articolo e tre commi, contro i dieci articoli di quello da tempo già depositato all’ARS. Scegliendo la via di semplificare, abbiamo deciso di completare il disegno della riforma, accertato che potremo intervenire a completamento, utilizzando dei decreti amministrativi. Parimenti, nel ddl ci siamo preoccupati di provvedere a semplificare le procedure destinate all’autorizzazione per l’apertura di nuove discariche.
SiciliaInformazioni, 21 luglio 2009

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