La sveglia è suonata alle sei e mezzo per i noi volontari e, dopo un’abbondante colazione, ci siamo diretti nei campi per il lavoro mattutino… Era respirabile un’aria di triste nostalgia che circondava ogni nostro movimento e ogni nostro sguardo, tutto ciò ci rendeva facilmente commuovibili e consapevoli della fine di questa bellissima e significativa esperienza. Oggi infatti è stato il nostro ultimo giorno di fatica nei territori confiscati alla mafia. In questi giorni abbiamo convissuto assieme confrontandoci con le nostre personalità e, non senza difficoltà, abbiamo raggiunto un equilibrio positivo che ha permesso a 32 persone di combattere il fenomeno mafioso in un clima sereno e di collaborazione. Dopo lo squisito pranzo preparato dai bravissimi volontari dello SPI abbiamo visitato Portella della Ginestra, dove due anziani signori ci hanno raccontato il terribile fatto del primo maggio del 1947 quando il bandito Giuliano sparò in mezzo alla folla dei lavoratori in festa per difendere gli interessi dei padroni e dei mafiosi e per spaccare il movimento contadino per la conquista delle terre. Ancora oggi non si è fatta pienamente luce su chi furono i mandanti di questo atto terroristico e lo stato come allora pensiamo abbia il dovere di fare luce su quella terribile esperienza. Dopo la visita al luogo della strage ci siamo diretti alla Casa del Popolo di Piana degli Albanesi, lì abbiamo assistito alla presentazione di un libro che parla del bandito Giuliano e della strage di Portella. Anche oggi, come in altri momenti in queste due settimane, abbiamo vissuto sensazioni molto forti, portiamo con noi un altro pezzo di storia di questa terra così dilaniata da terribili esperienze e stragi che hanno colpito chi, in questo ultimo cinquantennio, ha cercato di combattere il fenomeno mafioso. Al ritorno a casa abbiamo cenato e dopo cena ci siamo riuniti per esprimere ognuno di noi ciò che abbiamo provato in questi quindici giorni, cosa ci ha portato qua ma soprattutto cosa ci portiamo a casa, e cioè un bagaglio di esperienze, incontri, lavoro nei campi, rapporto con i soci della Cooperativa… in questo momento così emozionante le parole sono difficili da esprimere così come è complicato descrivere ciò che abbiamo provato ma di una cosa siamo tutti certi, siamo orgogliosi di aver partecipato e contribuito ad un progetto ma soprattutto ad un’idea così importante per la Sicilia; ci siamo resi conto che non è facile lavorare in un contesto così difficile, soprattutto per i ragazzi della Cooperativa, e siamo convinti che il resto dell’Italia, dalla Toscana alla Lombardia al Lazio e via dicendo, continuerà a dare il proprio appoggio ad un’idea di Sicilia più democratica e libera dalla mafia.
Chi leggerà ci scuserà l’emozione e la confusione di questo ultimo pezzo di diario.. in bocca al lupo al lavoro della Cooperativa, un abbraccio a Calogero, Franco, Salvatore e tutti quelli che lottano ogni giorno per una Sicilia migliore, ci auguriamo che ogni anno sempre più ragazzi decidano di partecipare ai campi… grazie a tutti…
Diario 21 luglio 2009
P.S. domani giorno di pulizia generale in attesa della partenza…
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