di Gabriele Polo
Niente America, niente duello McCain-Obama all'italiana. Semmai assomigliamo di più alla Thailandia del miliardario Thaksin, col signore delle televisioni che torna prepotentemente al governo a braccetto con lo xenofobo padano. Per continuare - sulla scia delle paure sociali - il lavoro che ha già profondamente trasformato questo paese nella costola più retriva e populista dell'Europa.
Il responso elettorale è pessimo. Talmente brutto che permetterà a Silvio Berlusconi d'incalzare il Pd sul terreno delle riforme plebiscitarie e presidenzialiste. Walter Veltroni deve stare attento a non rallegrarsi per l'attenzione che il Cavaliere gli concederà, in un abbraccio che magari permetterebbe al leader del Partito democratico di assecondare il suo credo bipolarista, finendo però per travolgerlo. Il risultato del Pd non è esaltante: poco sopra a quello dell'Unione di due anni fa solo grazie al voto utile che ha desertificato a sinistra, senza recuperare nulla al centro e a destra. Anzi.
Ma ciò che oggi salta più ai nostri occhi, in maniera netta, è la sconfitta della sinistra, fin dentro il baratro - perdendo tre milioni di voti - della scomparsa parlamentare. I prodromi c'erano tutti, ma non ne abbiamo viste fino in fondo le conseguenze. La Sinistra-l'Arcobaleno ha pagato carissimo il costo di due anni di governo in cui non ha portato a casa quasi nulla di ciò che si aspettavano il suo elettorato e la sua gente. Così ha perso consensi a sinistra, nell'astensionismo e - seppure in misura minore - verso liste minori. Poi è stata penalizzata dalla logica del «voto utile» (a contrastare Berlusconi) dissanguandosi per il Pd. Infine, proponendosi come investimento sul futuro - pensando che una promessa sia un progetto - ha svelato tutto il vuoto di analisi sociale e proposta cultural-politica che ne fotografa oggi le assenze. Si è offerta come un «vuoto da riempire». Gli elettori, che non sono scemi, non le hanno creduto: la composizione delle liste è stata da manuale Cencelli, era evidente la divisione che continuava tra i partiti «promotori» (pronti a sfilarsi un minuto dopo la chiusura dei seggi). Risultato: macerie, che rischiano di seppellire quel poco di pratica comune affrettatamente sperimentata in campagna elettorale.
Da oggi la sinistra è un soggetto extraparlamentare. Non è cosa da niente: scompare ogni argine istituzionale alle strette che si preparano con l'approssimarsi della crisi economica - che già ha spinto a destra molta parte dei soggetti sociali più deboli - e di fronte al trionfo populista e autoritario delle destre. Resta un futuro tutto da costruire: se si partirà dalla lezione subita, ricominciando da zero a praticare il conflitto sociale e capire come dare veste politica a un'ipotesi d'alternativa al quadro liberista, persino una simile sconfitta può diventare un'occasione. Se ci si ridurrà a una resa dei conti tra quadri dirigenti - priva di autocritica (a partire dalla messa in discussione del ruolo di ciascuno) -, allora si diano al turismo. Niente Thailandia, meglio il Nepal.
dal manifesto
martedì 22 aprile 2008
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POLITICHE 2008: ANALISI DI UN SCONFITTA ANNUNCIATA (A SINISTRA)
Sono ormai chiuse le urne, concluse le Politiche 2008, destinate a passare nella storia di questa seconda (forse terza) Repubblica come l'emblema della "caduta del muro" anche in Italia, grazie alla clamorosa deblache della Sinistra.
Tanto si è detto e stradetto al riguardo e tante divisioni si prospettano oggi: proprio per questo, la cosa che più può fare paura ad un miltante di Sinistra è immaginare come tutto possa essere solo l'inizio, come la dirigenza politica della Sinistra italiana possa ancora infliggersi da sola l'ultimo colpo mortale. Come? Con un'analisi sbagliata delle ragioni della sconfitta e con l'adozioni di soluzioni peggiori del male!
1- L'errore più grande della Sinistra al Governo è stato dar manforte ad un esecutivo che ha operato oltre ogni accettabile indecenza, pur maturata la consapevolezza di non disporre più di una maggioranza parlamentare e pur preso atto che l'ormai passato governo non era liberabile dai ricatti dei Dini e Mastella e dalle pressioni dei Teodem. In due anni, il Governo Prodi non ha saputo manifestare quella autorevolezza necessaria ed il dovuto rispetto degli impegni presi davanti ai propri elettori necessari per proseguire la propria esperienza a Palazzo Chigi con l'appoggio ed il rispetto della prorpia base elettorale. Per questo lo sbaglio fatto dalla Sinistra è stato apparire più legata alla poltrona e al potere di certi poteri forti e non anticipare i tempi "determinando" piuttosto che "subendo" sia la caudta del Governo sia la separazione dal PD.
2- L'errore più grande della coalizione di centrosinistra, vincitrice nel 2006, è stato non aver preso atto del pareggio subito usciti dalle urne e dell'impossibilità di governare cinque anni a colpi di maggioranza (e non tanto del Parlamento quanto dei senatori a vita, tra l'altro, privi della legittimazione democratica data dal voto!). L'unica soluzione lungimirante sarebbe sata riconoscere l'impossibilità di governare da soli e formare un governo di larghe intese a tempo (massimo un anno) con l'unico obiettivo di realizzare quelle poche ma importanti riforme (prima fra tutte, quella elettorale) con cui recarsi nuovaente dagli elettori per chiedere di esprimere una valida maggioranza.
3- L'errore più grande di Bertinotti è stato duplice:
I- accettare l'incarico di Presidente della Camera, ruolo altamente istituzionale che gli ha precluso di guidare la Sinistra e di lavorare (dentro o fuori il governo) per rivendicare il rispetto dei patti elettorali;
II- e accettare, in secondo tempo, la candidatura a Presidente del Consiglio a capo della Sinistra Arcobaleno, apparendo ciò sia incompatibile con la sua posizione di terza carica dello Stato (ancora formalmente ricoperta) sia "anacronistico": il rinnovameto della classe politica non può partire da un erede della prima Repubblica e di due governi Prodi! La sua figura (legata al vecchio PCI) è apparsa inconciliabile con l'idea di novità e modernità che la nuova "Cosa Rossa" avrebbe dovuto rivendicare: la candidatura di un uomo come, ad esempio, il Presidente della Regione Puglia Vendola oppura la candidatura di una donna di spessore sarebbe apparsa molto più convincente e di rottura!
4- L'errore più grande della Sinistra Arcobaleno è stato quello di apparire un mero cartello elettorale sorto all'ultimo momento utile per aspirare con più tranquillità a superare la soglia di sbarramento elettorale. Il progetto unitario della Sinistra italiana sarebbe dovuto partire ben prima e darsi una nuova (ma allo stesso tempo chiara) identità politica. Invece è parso un miscuglio di Comunismo vecchia data (Pdci e Prc), di Ambientalismo arroccato sui principi e lontano dal sentire comune (Verdi) e di Socialismo critico (Sd). Capire che il Comunismo ha fallito in Unione Sovietica e sta fallendo in Cina mentre in Italia un'enorme vuoto di Socialismo critico è stato lasciato dal PD (che definirei "partito democristiano") sarebbe la base migliore per ripartire e recuperare consensi e la credibilità di rapresentare una seria alternativa di Governo, rimanendo dell'idea che la mera opposizione permanente (specie nel nuovo quadro politico venutosi a creare) sarebbe destinata alla pura e semplice "incosistenza".
5- L'errore più grande che la Sinistra potrebe ora fare è:
I- disperdere il valore dell'Unità faticosamente riaffermato e render vano il sascrificio sofferto, facendo emergere divisioni e personalismi che hanno sempre fatto il male della Sinistra. Se si crede che il modo migliore per recuperare consenso è dividersi per poi contarsi, credo che ci sia il rischio che non ci sarà più niente che valga la pena contare! La cosa milgiore che l'attuale dirigenza politica potrbbe fare è dimettersi in toto e lasciare spazio ad un nuovo ed unitario gruppo politico...
II- ritenere che la soluzione per recuperare consenso sia rispolverare vecchi embemi del secolo scorso (stile face e martello): il simbolo potrà servire a far tornare al voto qualche nostalgico del passato ma non servirà di certo a scuotere le coscieze popolari e ad affascinare molti giovani del nostro secolo, che non riconoscono più l'attualità di simboli passati e di idee anacronistiche (come quella di lotta di classe) ma che si riconoscono a Sinistra solo perché, pur accettando la modernità e il consumismo, vorrebbero un mondo fatto di meno ingiustizie e di più tutele per le fasce deboli. E' il "riformismo sociale" l'unica prospettiva in grado di attrarre interesse e interessi: l'arroccamento in posizioni del passato farà perdere inevitalbilmente alla Sinstra tutto il voto progressista, che si accontenterà di votare (col naso turato) il PD.
Un consiglio spassonato che, infine, darei a chi guiderà la Sinistra nei prossimi anni (per non continuare ad alimentare l'astensione di Sinistra, un fenomeno del tutto nuovo!) è di riconsiderare e riammorbidire alcune posizioni tenute negli anni, soprattutto su tre temi:
I- l'immigrazione: che la considerazione dell'immigrato dalla prospettiva Sinistra sia (e debba essere!) del tutto diversa che da Destra è insito nei valori di riferimento della nostra Cultura. Quello però che appare da rivedere è l'eccessivo "lassismo" con cui si affronta il fenomeno dell'immigrazione: regolamentare il fenomeno e perseguire la clandestinità non può continuare ad essere considerato un abominio a Sinistra! Occorre una politica delle due misure: quella dell'accoglienza e del rispetto e quella dell'affermazione dello Stato di Diritto, che deve valere per tutti (cittadini o extracomuntari).
II- la sicurezza: fino a quando la Sinistra riterrà che l'indulto sia un atto meno incivile, ingiustificabile e irriguardoso nei confronti dei cittadini onesti dei condoni di Berlusconi non potrà mai chiedere ed ottenere il consenso degli elettori (a partire dagli stessi operai ed impiegati, dagli stessi studenti e casalinghe che dovrebbero rappresentare la base elettorale di riferimento della Sinistra). Garantire una detenzione civile e dignitosa è un diritto di tutti, ma per far ciò la soluzione non è adottare provvedimenti provvisori e impopolari quali l'indulto bensì:
a) varare un piano di costruzione di nuove carceri;
b) sostituire la detenzione in carcere con la detenzione nei centri di riabilitazione per i tossicodipendenti;
c) e attivarsi sul piano internazionale (con lo strumento degli accordi bilaterali con i paesi extra-comunitari) per consentire la detenzione degli stranieri nei loro paesi d'origine.
III- il valore del merito: la più grande debolezza della Sinistra (e del Sindacato) è stata, negli anni, quella di apparire a tutela esclusivamente di alcune classi sociali (esempio, dipendenti pubblici e pensionati), specie se aprioristicamente. Quando, invece, ci si accorgerà:
a) che non merita difesa un impiegato pubblico nel caso in cui risulti un fannullone e nullafacente, prevalendo l'interesse dei cittadini ad una corretta ed efficiente pubblica amministrazione,
b) che assieme a chi un lavoro ce l'ha (o a chi deve andare in pensione) occorre difendere chi è disoccupato ed i giovani (per cui non si prospetta in futuro alcuna pensione),
solo a tal punto la Sinistra potrà avere l'autorevolzza di prospettare una visione veramente moderna e solidale di Società, la capacità di rivolgersi a tutti e la possibilità di chiedere per sè un voto "più utile" che per gli altri.
P.S.
Un ultimo consiglio per tutti i militanti di Sinistra: smettiamola col paventare il ritorno del fascimo ogni qual volta Berlusconi riotrnia governare! La stragrande maggioranza dei consensi ottenuti dal centrodestra è più demerito della Sinistra che erito del centrodestra! Se per due volte la Sinitra ha avuto la possibilità di governare e se per due volte ha fallito e si è dimostrata incapace di rispettare i propri programmi elettorali... non è poi così assurdo che tanti italiani diano la loro fiducia in larga parte alle Destre! Strilliamo di meno e facciamo più autocritica!
Gaspare Serra
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