giovedì 24 marzo 2011

Corleone-Potenza, oltre la storia ufficiale


Il gruppo di Corleone Dialogos a Potenza
di Walter Bonanno 18 Marzo Ore 20: Dopo un'estenuante consiglio d'amministrazione tenutosi direttamente fra i banconi della Sisa, il capo-bevanda Vincenzo Bilello decide che le bibite ufficiali del viaggio saranno Glen Grant per gli uomini e Vodka di seconda marca gusto pesca e fragola per tutti gli altri.
Ore 20 (e un po'): all'appuntamento in Via Colletto non manca nessuno eccetto il sindaco. Qualcuno sussurra "allura putemmu partiri", ma si perde tempo con l'autista che non vuole che si carichi sul bus tutta la spesa e il sindaco riesce ad arrivare in tempo.

Ore 21: appuntamento con i forestieri. Ce n'è di tutti tipi. Le educatissime ragazze dell'Associazione Rita Atria che in tutto il viaggio non rifiuteranno mai un bicchiere di vino pur essendo astemie, Radio Aut, i ragazzini dell'Istituto Crispi di Palermo, le ragazzone di libera Palermo, i soci dell'Asvit di Bisacquino, Liborio Corato...insomma, "la crem de la crem" dell'associazionismo palermitano.

Ore 24: al passaggo in Italia c'è tristezza e paura. Nessuno vuole lasciare la madre patria. Fin da Cefalù questo è un pensiero ricorrente e non ci è bastato cantare 21 volte "Bella Ciao", 13 volte "Fischia il vento" e 9 "Io vagabando" per distrarsi. Detto fatto. Siamo in Calabria. Incubi sotto forma di peperoncini animati ci assalgono da ogni dove. Si riparte. Il sindaco vede una cascata dall'autostrada ed esclama "bella!". Attimi di paura.

19 marzo Ore 3:00: Dormono tutti. O quasi tutti. Walter, detto "il pungolo" e Cosimo inteso "parentesi" si dilettano a distruggere l'animo dei manifestanti. Si diffondono volontà omicide specie tra le ragazze "Rita Atria", desiderose di un po' di sonno. Quando anche l'ultima risata nel sonno di Roberta non si ode più, anche i nostri eroi decidono che possono riposarsi.

Ore 6:00: tra imprecazioni di ogni tipo, la carovana si avvicina a Potenza che ricorda vagamente il paese intorno al castello del Conte Dracula. C'è nebbia, il cielo è uggioso, i cornetti sono orribili; solo più tardi scopriremo che è una cittadina ridente, a condizione che non si parli di Elisa Claps.

Ore 8:30: il corteo sta per radunarsi nei pressi di una rotonda. Siamo felici di condividere questa esperienza con ragazzi da tutta la Nazione. Un tizio di Grugliasco (TO) ci addita al grido di "Ma voi siete quelli di Corleone Dialogos!". Il comitato accoglienza si prodiga in informazioni sulla nostra associazione ma avvedutici che le ragazze grugliaschesi sono poche ci allontaniamo con fare destrorso. Meglio le manifestanti Val d'Aostane. Nel frattempo, il Piragna e Lorena fermano tutti gli 80.000 presenti mostrando ad ognuno di loro il tesserino con la scritta "Stampa".

Ore 10:00: Dopo lunghe code ai bagni di un bar, si parte. Siamo indecisi sulla nostra posizione in corteo. Ragione vorrebbe che si stesse accanto alle autorità per confezionare un bel servizio giornalistico. L'istinto casinista invece ci fa optare per il camioncino con la musica. Il compagno Teresi si produce in una lunga arringa al popolo. Ci coglie l'invidia e mandiamo il più tosto dei nostri al microfono. Giovanni Piragna. Del suo intervento si capisce "Noi di Corleone Dialogos..." e "...Basilicata, fatti sentire!!!!!!". Considerato che al suo ritorno confesserà di avere avuto il dubbio che Potenza si trovasse in Molise, ci complimentiamo con lui.

Ore 13:30: inizia la lettura dei nomi delle vittime e inizia a piovere. Addentato un panino con porchetta costato 4 euro troviamo uno stand in disuso a ripararci. Avverto un richiamo ancestrale verso il palco e proprio quando mi avvicino è il turno del Sindaco. Per un attimo sono orgoglioso. Cosimo e Vincenzo mi guardano e scrivono in un libricino nero.

E' il turno anche del presidente. E' emozionato, si vede. Siamo fieri che Giuseppe, corleonese come noi, sia lì ad onorare le vittime che i nostri stessi paesani hanno contribuito a mietere. Capiamo che siamo noi la Corleone quella vera, insieme a coloro che in paese vivono nell'onestà e nella vergogna di aver avuto nel proprio paese gente come Riina, Provenzano e Bagarella (Microsoft Word mi sostituisce questo nome con Cagarella, hehehehe). Il nostro impegno e la promessa di non dimenticare non riporteranno in vita nessuno di questi nomi, ma forse un giorno contribuiranno alla definitiva morte della Mafia.

Ore 14:30: alla disperata ricerca di un posto dove mangiare e ripararci. Si va in un centro commerciale. Chissà perché a decidere sono state le ragazze.

Ore 15:30: si decide di fare un giro a Potenza. Marco e Silvia, stanchi e contrari, tentano un suicidio dimostrativo, ma alla fine prevale la sete di cultura del presidente. Scopriamo che Potenza è bell(ina). Cosimo si accapiglia con una potentina riguardo a Elisa Claps di fronte alla chiesa dove è stata ritrovata. Le sue argomentazioni sono semplici: basta risalire ai Borboni che già dal XIX secolo avevano siglato degli accordi con gli agrari per...chiusa parentesi.

Ore 18:00: e' il momento di ritornare. Ci dispiace un po' perché ci stavamo divertendo e il maltempo aveva dato un po' di tregua. Sull'autobus decidiamo di riposarci, ma già dopo 15 chilometri ce ne pentiamo. Prendono la parola i capi che commentano la giornata. Nel frattempo scoppia la guerra in Libia.

Ore 20:00: Prove di canto. Scopriamo che il compagno Teresi è una fucina inesauribile di canzoni comuniste. La nostra hit preferita diventa "L'alberello" che però riusciamo ad imparare bene solo per le tre di notte. Partono le interviste, ma siamo stanchi e brilli e finiamo per intervistare anche la moquette che Liborio ha deciso di inumidire col Limoncello. (Comunicazione per l'autista: "iddu fu!")

20 marzo, Ore 01:00: si prova a riposare. La stanchezza è davvero tanta. Sullo stretto c'è chi vorrebbe rimanere perché impaurito dai missili di Gheddafi, ma grazie a complicati calcoli di Vincenzo"il Bilello" ci rendiamo coto che il campo di gittata non andrebbe al di là di Bisacquino. Con un sorriso di compiacimento, guardiamo i ragazzi dell'Asvit e spingiamo sull'accelleratore del traghetto.

Ore 04:00: ci separiamo dai compagni palermitani. E' stata davvero una gran bella esperienza. Un gruppo di giovani unito che crede in qualcosa e che con gioia lo manifesta. Scendono anche le colleghe di Partanna che da lontano vediamo dirigersi in un osteria vicino alla fermata. Ormai le abbiamo perse...hanno dormito 21 minuti in due giorni e hanno bevuto n° 43 bicchieri di differenti bevande alcoliche.

Ore 05:00: nella prostrazione più totale, si arriva in paese. Nessuno ci aspetta e noi non aspettiamo che di andare a dormire, ma non prima di aver preso un cornettino da Bentivengna. E' stata una festa? Forse il termine è improprio, ma non si fa festa per ricordare i santi di paese morti sul rogo? Sì! E cosa sono Rizzotto, Verro, Letizia se non santi eroi che hanno dato la loro vita perché noi avessimo una vita libera? Siamo fieri dei corleonesi. Di quelli veri.
Da: Corleonedialogos.it

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