sabato 8 novembre 2008

La Sinistra riparte da nuove alleanze. E da Marx

Silvia Garambois
La sinistra è ricomparsa sulla scena politica. Fermento di discussioni dentro vecchi partiti, nuove alleanze e soprattutto il ritorno alla ricerca e all'analisi politica. Così, mentre venerdì Nichi Vendola (Prc), Claudio Fava (Sinistra democratica), Umberto Guidoni (Pdci) e Paolo Cento (Verdi), hanno proposto un "soggetto politico nuovo" in vista delle elezioni europee (è nata l'associazione "La Sinistra"), sabato alla Fondazione Basso una "vecchia" associazione ("Socialismo 2000") ha invece riunito esponenti del centro-sinistra (Giorgio Tonini per il Pd, Ugo Intini per il Partito socialista, Marco Cappato per i radicali, Giovanni Russo Spena e Alfonso Gianni per Rifondazione comunista, Marco Fumagalli per Sinistra democratica), con un progetto ambizioso: quello di "ricostruire il nuovo socialismo".
"La Sinistra" si è presentata con un documento fondativo sotto il quale ci sono un centinaio di firme di esponenti politici ma anche del mondo dell'associazionismo (tra le altre quelle di Alberto Asor Rosa, Giovanni Berlinguer, Carlo Flamigni e Margherita Hack), e un progetto di collocazione politica («Il Pd è il nostro interlocutore principale e il nostro alleato naturale - ha spiegato tra l'altro Fava -, a partire dalla situazione in Abruzzo»).
"Socialismo 2000" ha risposto invece oggi con un documento tutto di analisi socio-politica, dedicato a "Crisi del capitalismo e attualità del socialismo", proposto da Cesare Salvi e da Giuseppe Tamburano, sotto al quale compaiono altre decine di firme di esponenti del centro-sinistra e del mondo della cultura (tra le quali Alfiero Grandi, Gianfranco Pasquino, Luciano Pellicani, Giovanni Pieraccini, Giorgio Benvenuto, Vincenzo Vita, Massimo Salvadori, Nicola Tranfaglia).
E la sala delle conferenze della Fondazione Basso non bastava a contenere un pubblico che voleva tornare a ragionare di politica-politica: a partire dal declino del "mercatismo liberista e della globalizzazione americana", analizzato nel documento d'apertura; alla "portata epocale della crisi del capitalismo, che non è da meno della caduta del Muro di Berlino", richiamata da Benvenuto; alla straordinarietà del fenomeno-Obama ("e guai se la sinistra italiana non riesce a stare almeno al passo" di questi grandi mutamenti) ricordato da Vita; ai problemi dei migranti e dei "negrieri di massa" e alla "crisi del movimento operaio" speculare a quella del capitalismo, di cui ha parlato Russo Spena.
È la sinistra che non piace a Berlusconi: che non si ferma agli slogan e non ha paura di fare i conti, oggi, con la "post-modernità", di proporre una nuova analisi sociale "da sinistra" da cui ripartire con l'azione politica. Di più: una sinistra che non ha paura neppure di citare Marx, il cui nome oggi è tornato ad echeggiare in sala.
L’Unità, 08.11.08

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