
“I prodotti vengono coltivati nel rispetto delle tipicità e delle tradizioni del territorio, applicando i principi dell’agricoltura biologica, per portare sulla tavola delle famiglie italiane un prodotto genuino, buono e… giusto. Per un consumo consapevole: perché anche in questo modo è possibile sconfiggere la mafia”. Il progetto “Libera Terra” promuove, dunque, la nascita di cooperative sociali nel settore agro-biologico su beni confiscati alla criminalità organizzata dando a giovani del territorio la possibilità di investire su un’opportunità di riscatto sociale e di sviluppo economico.
Le terre confiscate ai boss mafiosi del corleonese sono coltivate da un gruppo di giovani che nel 2001 ha fondato la cooperativa “Placido Rizzotto - Libera Terra”. La cooperativa opera sulle terre del Consorzio di comuni Sviluppo e Legalità del palermitano, dove si occupa dell'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, creando opportunità occupazionali ispirandosi ai principi della solidarietà e della legalità. La cooperativa è nata il 22 novembre 2001 iniziando la coltivazione di oltre 155 ettari di terreni, confiscati a boss come Brusca o Riina. I giovani della cooperativa hanno rimesso in marcia anche i trattori confiscati ad alcuni mafiosi e hanno seminato i primi terreni. L’otto luglio 2002 il primo raccolto del “grano della speranza”: a Corleone, nella Valle del Gorgo del Drago, teatro delle battaglie del giovane segretario della Camera del Lavoro Placido Rizzotto, alla presenza delle massime autorità isituzionali, si è effettuata la prima trebbiatura del frumento seminato su quelle terre rese particolarmente fertili dagli anni dell’abbandono. “Libera Terra” intanto è divenuto un progetto pilota a livello europeo. In ricordo della strage di Portella della Ginestra del maggio 1947, la cooperativa “Placido Rizzotto - Libera Terra” ha dedicato un agriturismo ai martiri del massacro. Un'antica masseria confiscata al boss Bernardo Brusca, sita a poche centinaia di metri dal luogo della strage, forse anche teatro di alcuni incontri tra capimafia, è oggi diventata una struttura turistica, l’agriturismo “Portella della Ginestra”. Tutte le informazioni sul progetto su http://www.liberaterra.it/ dove è anche possibile acquistare i prodotti on-line.In questi giorni, per la vendemmia a Corleone, collabora anche un gruppo di giovani toscani, dell’associazione “Liberaci dalla spine”, in Sicilia “per un’antimafia sociale nel segno della concretezza”, scrivono sul loro blog www.intoscana.it/roller/liberarcidallespine
Nessun commento:
Posta un commento