domenica 30 agosto 2009

Diario dai campi di lavoro. La visita a Portella delle Ginestre, teatro della strage del '47

Stamani è stato Claudino a dare la sveglia in Via Crispi: erano le 7, con qualche minuto di ritardo rispetto agli altri giorni dopo la faticosa vendemmia di ieri. Quando siamo arrivati sui campi il sole già batteva forte, ma il lavoro da fare era un po’ meno del solito e il tempo è passato velocemente. Dopo aver riempito le 100 casse un gruppo di noi é andato a trovare Totò nella sua fattoria. Là ci è stato offerto un po’ di latte appena munto e abbiamo parlato un po’ con la sua famiglia. Siamo poi andati al magazzino e dopo un avventuroso viaggio in trattore ci siamo fermati all’excelsior bar dove abbiamo mangiato arancini e gelato. Una mattinata particolare, in cui abbiamo assaporato un po’ della vita di campagna. Se la mattinata è stata bella, il pomeriggio é stato ancora più emozionante. Arrivati a Portella della Ginestra ci aspettavano Francesco Petrotta, Mario Nicosia e Giacomo Schirò. Francesco ci ha introdotto alla storia della strage raccontandoci di come questa sia avvenuta (in modo anche discorde rispetto alle voci e ai giornali che vorrebbero legarla ad un intervento americano) e spiegandoci il ruolo del bandito Giuliano nella vicenda. Mario e Giacomo invece hanno raccontato in prima persona i loro ricordi di quel 1 maggio 1947. Loro erano lì quel giorno ed entrambi conservano nitido nella memoria quello evento. Avvenne in un contesto di estrema miseria e povertà, infatti i latifondisti preferivano lasciare terre incolte o sotto il controllo della mafia piuttosto che permettere ai contadini di lavorare dignitosamente. Alcune immagini ci sono rimaste particolarmente impresse: quella dei pastori chini sulle mangiatoie dei maiali, costretti dalla fame ad accettare di umiliarsi per un po’ di pasta. Ma anche il nitrire straziante del cavallo ucciso durante la strage, colpito dagli spari provenienti dai monti. A colpirci molto è stata anche la volontà di Mario e Giacomo di comunicarci tutto il loro impegno e l’importanza della lotta, la lotta per la sopravvivenza, per la dignità. In particolare, una delle cinque conquiste per le quali secondo loro (ma anche secondo noi) non dobbiamo mai smettere di lottare è proprio il diritto allo studio.Le altre sono la nostra Repubblica, la Costituzione, la Libertà e il diritto al voto anche per le donne! Essere lì, tra le rocce che videro la strage, con delle persone che riuscirono a sfuggire agli spari, è stato suggestivo e ci ha permesso di riflettere sulla nostra responsabilità di cittadini e sul valore della memoria.
Elisabetta, Giulia, Martina
29 agosto 2009

“(..) Ricordati di Margherita
Vincenzina Castrense
Filippo Francesco
Giorgio Giovanni Giuseppe
Serafino Vito
Che confusero il loro sangue
Con le ginestre
Che sbocciavano
Nel mattino di maggio (..)”


(Da ”Ricordati di ricordare” di Umberto Santino)

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