Questa mattina si replica il lavoro di espianto della vigna, ma stavolta ci rechiamo a Pietralunga. In poco tempo, sotto il sole cocente, abbiamo tolto tutti i pali del vigneto, e dopo aver formato un’efficiente “catena di passaggio”, li abbiamo accatastati in attesa di un futuro utilizzo. Dopo il pranzo, ricco e abbondante come ormai siamo felicemente abituati, il sonno si fa sentire e ci ritiriamo nelle nostre meravigliose stanze. In attesa dell’arrivo dell’ospite del giorno, il segretario della Camera del Lavoro Dino Paternostro, alcuni di noi si sono dedicati alla realizzazione dello striscione per la Cantina KAGGIO (vicino a Corleone), che sarà assegnata dal Consorzio Sviluppo e Legalità alle Cooperative del territorio impegnate nella gestione dei terreni confiscati alle mafie. Venerdì 21 ci sarà infatti l’inaugurazione ufficiale dei lavori di ristrutturazione, che tra qualche anno permetteranno di attivare la produzione del vino delle cooperative direttamente sul territorio. Altri, invece, si sono dedicati allo shopping comprando alcuni pacchi di pasta dal più antico pastificio di Corleone: pastificio Colletti. Altri ancora, dopo aver accompagnato Franco al vicino paese di Marineo per alcune commissioni, hanno approfittato per fare un giro turistico dei paesini limitrofi, tra i quali Ficuzza, sul luogo in cui Garibaldi disse a Bixio: “Nino, domani a Palermo!”. Arriviamo infine al momento clou della giornata: l’intervento di Dino Paternostro, che dall’alto della sua lunga esperienza giornalistica ci ha riassunto le tappe principali della storia dell’antimafia in Sicilia. Contrariamente a quanto spesso si pensa, infatti, siamo in una terra in cui da almeno un secolo parti della società civile hanno tentato di contrastare la mafia, a partire dai contadini dei Fasci siciliani, cominciato a fine ‘800, passando per il sindacalismo della CGIL per arrivare al pool antimafia dei nostri giorni. Tra i protagonisti di questa lotta Paternostro ci ha tenuto a sottolineare il ruolo delle donne, prime fra tutte Maria Giudice e Maria Domina, le donne a cui sono dedicati i campi di quest’anno. Usando la metafora calcistica, Dino ci ha spiegato che è necessario scendere direttamente in campo contro la mafia, e non basta fare da spettatori che tifano dagli spalti. Questo è un ulteriore incoraggiamento per tutti noi, partecipanti al campo, a metterci in gioco con i nostri compagni di viaggio. Dino ha sottolineato che la mafia, in maniera più o meno celata, è presente ovunque, non solo in Sicilia, e quindi anche noi che abitiamo lontano da qui non possiamo permetterci di abbassare la guardia.Terminato l’incontro, ci siamo tuffati in un magnifico sformatino di spinaci con spezzatino al pepe nero. Stanchi ma felici, la serata continua con un pensiero speciale a Marta, che è dovuta tornare temporaneamente a casa in compagnia di… un brutto mal di gola!
14 agosto 2009
domenica 16 agosto 2009
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