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Il campo dall’8 al 17 agosto in realtà si è avviato il 7, con una riunione dei primi arrivati, giunti a Corleone con un giorno di anticipo. In casa Caponnetto c’è anche un gruppo di ragazzi francesidel Servizio civile internazionale, che resterà qui fino al mese di ottobre condividendo con noi le attività del campo. Dopo un veloce giro di presentazioni, abbiamo scoperto di essere stati tuttitrascinati qui da qualcun altro: ognuno conosceva altre persone che avevano già fatto il campo, oppure che faranno questo insieme a noi. Abbiamo conosciuto il gruppo dello Spi di Pistoia, che si è presentato nel migliore dei modi con una cena che ce li ha fatti subito entrare in confidenza. La prima serata è proseguita con un primo giro per Corleone, comprensivo di degustazione tipica. Stamattina ci ha svegliato il canto del gallo, che solo Giulia ha avuto la fortuna di non sentire. Era solo l’inizio: non sapevamo cosa ci aspettava nei campi! Di buon mattino siamo andati a Pietralunga, dove Bernardo e Franco ci hanno spiegato che avremmo dovuto spiantare una vigna, pali compresi. Intanto a casa ci si dava da fare con moci e scope, spugne e guanti, tra una chiacchiera e l’altra con i nostri dirimpettai. Tornati dalle fatiche in campagna, siamo stati accolti da un gruppo di scout di Milano, venuti a conoscere la realtà della cooperativa; stavano ascoltando così attentamente Dino Paternostro che alcuni di noi si sono fermati insieme a loro. Mentre i milanesi hanno accettato di buon grado l’invito a pranzo, abbiamo faticato per convincere il buon Dino. Tra oggi e domani il gruppo del campo sarà finalmente al completo, intanto nel pomeriggio avremo la presentazione delle attività e del programma del campo e approfondiremo le motivazioni e le aspettative che ciascuno di noi ha su questo campo.
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Dopo una sveglia più clemente e forse fin troppo rilassata, e in seguito ad un’abbondante colazione partiamo in furgone alla volta di Palermo. Pensavamo sarebbe stata una giornata rilassante, invece … si comincia a rompere la prima maniglia del portellone. Il viaggio verso Palermo è una prosecuzione del sonno interrotto talvolta da lezioni di dizione fiorentina e siciliana; la prima tappa è piazza Magione, dove Marta ci fa da cicerone raccontandoci le vicende del quartiere dove sono nati e cresciuti “zio” Paolo Borsellino e Giovanni Falcone ma anche alcuni ragazzi che sarebbero diventati poi capimafia. L’immagine che ci è rimasta impressa è quella di un degrado evidente e di un abbandono desolante, nonostante i tentativi di riqualificazione del quartiere avvenuti negli anni passati: cani randagi, resti delle macerie dei bombardamenti, immondizia … Poco lontano da lì, in Via Vetriera, abbiamo sostato davanti alla casa natale di Paolo, ristrutturata di recente e in netto contrasto con le altre case della strada abbandonate a se stesse.
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FOTO. Dall'alto: sotto l'ulivo di via D'Amelio a Palermo; davanti la casa dov'è nato Paolo Borsellino; con Antonella Monastra.
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