Ha il sapore della beffa la vicenda che riguarda i giornalisti de "I Siciliani", il giornale fondato da Pippo Fava, voce libera e autorevole in cui trovava spazio tutta quella informazione, fastidiosa per qualcuno, pericolosa per qualcun altro, che altrove non era pubblicabile. Oggi, a distanza di 25 anni, quei giornalisti che continuarono il lavoro intrapreso da Pippo Fava (Graziella Proto, Elena Brancati, Claudio Fava, Rosario Lanza e Lillo Venezia, tutti membri del consiglio d´amministrazione della cooperativa che gestiva il giornale), rischiano il pignoramento delle loro case "per il puntiglio di una sentenza di fallimento del tribunale fallimentare".Già, perché dopo che la mafia uccise il loro direttore, quei giornalisti decisero coraggiosamente di non chiudere il giornale, di non accettare compromessi professionali e di continuare a lavorare per un´informazione libera e autonoma in un periodo in cui la mafia trovava poco spazio sulle colonne dei quotidiani. Tutto questo nell´assoluta indifferenza da parte delle istituzioni e del mondo imprenditoriale: la redazione de "I Siciliani" andò avanti, senza ottenere per cinque anni una lira di pubblicità, senza poter pagare stipendi e accumulando inevitabilmente debiti. Non troppi, in realtà, circa 38 mila, lievitati negli anni a 72 mila euro. Ora, il tribunale ha avviato le pratiche per riscuotere il debito. Come ha ben detto Francesco Merlo su Repubblica, "questa legittimità formale di un assurdo reale, nella terra dello scontro fra Stato e Antistato, rischia di diventare lo scudo stellare della compiacenza mafiosa, un (involontario) devastante ammiccamento ai picciotti: una festa di mafia". Tanto più che fra i creditori c´è la Regione Siciliana, alla quale, come suggerisce lo stesso Merlo, "spetterebbe il gesto di civiltà: una leggina, come si dice in slang, che annulli il credito regionale e copra il resto del debito".Sarebbe un modo corretto di onorare la memoria di un eroe della lotta alla mafia come Pippo Fava. E anche un premio dovuto al coraggio di quei giornalisti che hanno mantenuto in vita un quotidiano che ha permesso di mettere in luce le metastasi mafiose nel tessuto produttivo e politico siciliano. Nella speranza che ciò avvenga, io non posso fare altro che esprimere a Graziella, Elena, Claudio, Rosario e Lillo la mia solidarietà, oltre che dare il mio personale contributo a sanare il debito, con l´augurio che questa imbarazzante situazione si chiuda in tempi brevi. A chi leggerà questa lettera, lancio l´invito a fare lo stesso. Soprattutto ai giornalisti siciliani e a tutta la stampa, sia essa locale o nazionale, rinnovo l´appello a contribuire alla causa dando un forte un segnale di vicinanza in nome di quell´informazione libera e indipendente, quale è stata quella de "I Siciliani".
Per contribuire basta un bonifico intestato a Fondazione Giuseppe Fava, presso il Credito siciliano, agenzia di Cannizzaro Scogliera, 95021 Acicastello (CT) IBAN IT22A0301926122000000557524. Causale "Per I Siciliani".
Rita Borsellino
deputato Parlamento europeo
Nessun commento:
Posta un commento