PALERMO - "Quella che si è realizzata a Palermo sul fronte della lotta al racket può essere definita una svolta epocale. Lascio una città migliore di come l'ho trovata". E' questo, in sintesi, il bilancio di due anni e mezzo di intensa attività, contrassegnata da importanti successi investigativi sul fronte della lotta alla mafia e della cattura di numerosi latitanti, tracciato dal questore di Palermo Giuseppe Caruso in occasione della sua conferenza stampa di commiato prima di trasferirsi alla sua nuova sede di Roma. "Una metropoli complessa - ha commentato il neoquestore di Roma -, con problematiche di grande rilievo che tuttavia affronterò con serenità. Non mi sono mai fatto avanti, ma non mi sono mai tirato indietro". "Fino a qualche anno fa - ha ricordato Caruso - i commercianti e gli imprenditori che erano disposti a denunciare si potevano contare sulle dita di una mano, oggi sono diverse decine. Un numero rilevante che segnala un'inversione di tendenza". Il successo più importante conseguito a Palermo? "Dal punto di vista mediatico - ha risposto Caruso - è stato certamente la cattura di Bernardo Provenzano, dopo 43 anni di latitanza. Dal punto di vista investigativo l'irruzione nel covo del boss Totuccio Lo Piccolo, che ci era sfuggito per un soffio qualche mese prima. È stato come giocare al gatto con il topo". Il questore, utilizzando una metafora calcistica, ha anche sottolineato l'importanza del lavoro di squadra: "Tutti sono importanti - ha osservato -, dal goleador al raccattapalle. Quando sono arrivato a Palermo ho trovato fratture e incomprensioni e ho capito che c'era qualche ingranaggio che andava oleato. La prima cosa che ho fatto è stata quella di creare un nucleo specializzato, collocandolo però in una struttura diversa dalla squadra mobile. E i risultati sono arrivati grazie al lavoro di tutti". Secondo Caruso "ci sono alcuni politici che hanno mani e piedi legati". Il questore ha denunciato una "stasi politico-amministrativa che deve essere rimossa. Alcune istituzioni hanno marciato velocemente, altre sono andate a rilento. Bisogna invece viaggiare tutti alla stessa velocità, altrimenti si rischia di tornare indietro. Ci sono politici che hanno mani e piedi legati: devono avere coraggio e agire in assoluta libertà". "Ci sono troppe pastoie - ha osservato ancora il questore -, bisogna impegnare le risorse finanziarie che ci sono per rilanciare l'economia dell'isola. Anche questo è un modo di combattere la mafia, eliminando le condizioni che consentono di alimentare la manovalanza criminale. Bisogna offrire opportunità di lavoro ai giovani che non riescono a trovare altre forme di guadagno lecito". "C'è stato un ricambio - ha ricordato infine Caruso -, al vertice della più importante istituzione regionale. E' ancora presto per dare un giudizio che dovrà basarsi proprio sulla capacità di impegnare questi flussi finanziari per favorire lo sviluppo della Sicilia".
21/08/2008
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