venerdì 23 maggio 2008

Strage di Capaci. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ricorda Giovanni Falcone: "Il suo impegno non può fermarsi"

Migliaia di studenti nell'aula bunker di Palermo per l'anniversario della strage di Capaci. Messaggio del capo dello Stato: "Non è consentito ridurre il livello di attenzione". Alla commemorazione anche il ministro Alfano e il procuratore Grasso.
PALERMO - Da un lato il dolore e la commozione per la perdita immensa, dall'altro la gioia per la speranza rappresentata dai tanti giovani accorsi nell'aula bunker di Palermo.
E' tutto in questi due stati d'animo il senso delle commemorazioni per il 16 anniversario della morte di Giovanni Falcone in corso oggi nel capoluogo siciliano. "C'e' una generazione nuova, diversa dalle altre perché ha non solo la speranza del riscatto ma la fiducia nel successo", ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano riferendosi alle migliaia di ragazzi provenienti da tutta Italia assiepati nell'aula bunker del carcere Ucciardone. "Andiamo avanti nella lotta alla mafia. I primi passi sono già stati fatti in Consiglio dei Ministri e altri ne faremo ancora per combattere i boss", ha proseguito il Guardasigilli. Il presidente della Repubblica non è presente alla cerimonia, ma ha fatto recapitare a Maria Falcone, presidente della Fondazione 'Giovanni e Francesca Falcone' un suo messaggio. Sedici anni fa, il "barbaro agguato di Capaci", in cui furono uccisi Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della sua scorta, ricorda il capo dello Stato, segnò "un terribile attacco alle istituzioni dello Stato" da parte della mafia. Al quale però lo Stato "seppe reagire adeguatamente" nel segno dell'unità. "L'impegno e la partecipazione di allora - sottolinea ancora Napolitano - non possono subire flessioni, non è consentito ridurre il livello di attenzione rispetto" alla mafia, "un fenomeno pervasivo, pronto ad attuare le strategie più sofisticate per insinuarsi nella società minandone la vita democratica, la coesione e il progresso". Insieme ad Alfano, per ricordare la strage di Capaci, è presente all'Ucciardone anche il procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso. "Dobbiamo essere noi a preparare il terreno ai giovani che saranno la classe dirigente del domani, noi col nostro esempio di impegno e legalità e dobbiamo tenere ancorati i ragazzi alla nostra terra", ha sottolineato il magistrato. "Rivivere giorni come questi - ha aggiunto - significa tornare a provare rabbia e disperazione, ma anche ricordare un amico con la speranza che oggi ha rischiararci sia una luce diversa". Tra i presenti alla cerimonia, anche Maria falcone, la sorella del giudice. "Gli ultimi successi della magistratura dimostrano che siamo a buon punto nella lotta a Cosa Nostra", ha detto. "Da più di sei anni - ha proseguito - provo sempre una grande emozione nel trovarmi qui a ricordare Giovanni e Paolo (Borsellino, ndr), quest'aula rappresenta per tutti noi italiani la caduta del mito dell'invulnerabilità della mafia e dell'impunibilità dei mafiosi". Successivamente è arrivato in Sicilia anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni. Appena giunto a Capaci, davanti la stele dell'autostrada che ricorda la strage, il reponsabile del Viminale, accompagnato dal capo della polizia Antonio Manganelli, ha deposto una corona di fiori ed ha osservato un minuto di raccoglimento mentre una tromba intonava il silenzio. Un tributo alla memoria dei magistrati uccisi dalle cosche l'aveva rivolto ieri anche Jovanotti nel concerto tenuto al Velodromo di Palermo. Il cantante ha letto una sua riflessione scritta subito dopo la notizia della strage di Capaci. Una vera e propria invettiva contro Cosa Nostra, con un "vaff.. ai mafiosi", mentre sul megaschermo del palco veniva proiettata l'immagine divenuta ormai famosa di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sorridenti.
(23 maggio 2008)

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