lunedì 3 ottobre 2011

Acque Potabili Siciliane non è più il gestore degli acquedotti della provincia di Palermo. Le reti idriche torneranno ad essere gestite dai Comuni?

Giorno 22 settembre 2011, alle ore 10.30 in terza convocazione, si è riunita la conferenza dei sindaci dell’ATO idrico 1 Palermo per discutere la decisione depositata dal collegio arbitrale che ha deliberato in merito alla ormai nota questione di APS (Acque Potabili Siciliane) ed alla gestione del servizio idrico integrato nella provincia di Palermo. All’apertura della seduta erano presenti 45 sindaci per un totale di 786 millesimi circa, il Presidente della provincia Avanti, il prof. Stagno D’Alcontres, legale nominato dall’ATO per seguire tutto il contraddittorio nel collegio arbitrale, oltre, naturalmente, ai membri della segreteria tecnica dell’ATO 1 Pa. Ha aperto i lavori il Presidente Avanti facendo un esame di come si è arrivati al lodo non definitivo emesso il 5/09/2011 dal collegio arbitrale e delle motivazioni che lo hanno portato, all’unanimità, a dichiarare risolta, per inadempienze contrattuali da parte di APS, la convenzione di gestione stipulata il 14 giugno 2007, tra l’allora presidente della provincia Musotto e la società Acque Potabili Siciliane, per la gestione del Servizio Idrico Integrato per 30 anni nei comuni della provincia palermitana. In particolare APS, oltre a tutti gli altri inadempimenti di cui si è resa responsabile in questi 4 anni di gestione, non ha rinnovato la polizza fideiussoria prevista dalla stessa convezione. Pertanto la decisione del Collegio Arbitrale è chiara la convenzione è risolta e rinvia ad una udienza, da tenersi nei prossimi giorni in presenza di APS e Autorità d’Ambito, per decidere tempi e modalità per la riconsegna del servizio idrico da parte di APS.

Sembra che l’esperienza di una gestione privata del servizio idrico integrato nei comuni della provincia di Palermo si stia concludendo definitivamente e mi pare proprio che non possa non far piacere a tutti, vista la gestione fallimentare da parte di APS in questi 4 anni nei comuni che avevano consegnato le reti idriche.

Speriamo che tutti i sindaci della provincia facciano tesoro di questa esperienza negativa per le Amministrazioni Comunali e soprattutto per i cittadini, che hanno visto crescere a dismisura le bollette dell’acqua senza un reale miglioramento del servizio, innumerevoli sono stati, infatti, i disservizi, non sono stati fatti gli investimenti per migliorare le condotte idriche e mettere a norma i depuratori. Auguriamoci che nessun sindaco o politico in futuro voglia ancora provare a mettere in mano ai privati un servizio essenziale come quello idrico per qualche posto da dare ai propri amici o parenti , cosa che purtroppo tanti hanno fatto negli ultimi anni. Ricordiamoci tutti che c’è stato un referendum il 7 e 8 giugno 2011 con cui i Siciliani e tutti gli altri italiani hanno detto chiaramente che la gestione dell’acqua deve restare pubblica. A tal riguardo sembra che solo i deputati eletti da noi siciliani all’Assemblea Regionale non abbiano capito ciò che vogliamo, tanto che dopo un anno che è stata depositata la proposta di legge di iniziativa popolare e di 150 consigli comunali non sembra proprio loro intenzione portarla in aula per la discussione e la conseguente approvazione. Evidentemente i signori onorevoli hanno cose ben più urgenti e necessari per se stessi e non certo per i cittadini onesti che li hanno votati per essere rappresentati.  Ritornando alla relazione del presidente Avanti, va ricordato che il Tribunale di Palermo, nella seduta fissata per il 20 ottobre, dovrebbe decidere in merito alla richiesta di APS di amministrazione straordinaria; alla luce di quanto deciso dal collegio arbitrale che ha dichiarata risolta la convenzione sembra alquanto improbabile che il Tribunale possa concederla. Avanti fa presente che per la prossima riunione del collegio arbitrale si deve arrivare con una proposta condivisa dai sindaci sul modo di procedere e su tutte le iniziative da adottare per garantire il servizio in quei comuni attualmente gestiti da APS. Dall’intervento del prof. D’Alcontres emerge che la situazione patrimoniale e finanziaria di APS, in caso di fallimento, difficilmente potrebbe garantire la copertura di tutti i debiti contratti con comuni, fornitori, ATO e dipendenti. APS ai sensi della convenzione è tenuta a garantire il servizio fino al passaggio ad altro gestore. Sempre da Avanti viene affrontato il problema del personale, circa 230 unità, che, a causa della risoluzione del convenzione con APS, vedrebbe a rischio il posto di lavoro; di questo bisognerà parlare con un eventuale gestore provvisorio del servizio idrico. I lavoratori meritano tutta la solidarietà, non dimentichiamo,però, come sono state fatte le assunzioni. Secondo lui bisogna prevedere il passaggio in un tempo che va dai 3 ai 6 mesi e predisporre un avviso per ricercare eventuali gestori che diano la disponibilità e sia nelle condizioni di garantire il servizio. (non penso siano tanti nelle condizioni di poterlo fare, forse il presidente pensa già a qualcuno ). Sempre Avanti tocca pure il problema della realizzazione delle opere previste, pare che si sia arrivati ad un accordo con la Regione che prevede il finanziamento totale e quindi si potrà procedere ad appaltarle. Dopo ci sono stati diversi interventi di sindaci, tutti concordano sul fatto che ormai il rapporto con APS vada chiuso e cercare di trovare una soluzione per tamponare la situazione e attrezzarsi per il futuro . A giudicare dagli interventi, i più “incazzati” sono quei sindaci che da sempre sono stati a favore della gestione privata dell’acqua, anche se, nonostante tutto, alcuni di loro ancora difendono l’operato di APS e, francamente , non si capisce come possano ancora farlo, viene da chiedersi in cosa sperano per il futuro, visto che per il passato è ormai quasi tutto chiaro. L’AMAP di Palermo si rende disponibile per qualsiasi tipo di collaborazione nell’affrontare la situazione che si verrà determinare da qui a breve. Si decide di elaborare un documento da cui partire nell’incontro con il collegio arbitrale dei prossimi giorni, nel quale si fa emergere, chiaramente, quanto deciso dagli arbitri ed in particolare si ricorda l’obbligo per il gestore di garantire il servizio, nonostante la risoluzione della convenzione, fino al trasferimento dello stesso
• Chiedere per i comuni che sono nelle condizioni di riprendersi la gestione del sevizio idrico integrato lo possano fare subito, e, comunque, in tutti i comuni dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2011
• ricercare una soluzione per i comuni ex EAS o non in grado di gestire il servizio
• spingere presso la Regione per l’approvazione di una normativa che tenga conto del risultato del referendum
• istituire un tavolo tecnico con rappresentanti dei comuni che costituiscono l’ATo

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