La strage del Dc 9 Itavia del 27 giugno 1980 è segnata da una serie di morti strane, seguite a quel disastroso evento, causato da una «guerra» che si voleva tenere segreta, avvenuta nei cieli appena sopra Ustica. Decessi che hanno generato una certa inquietudine, non è psicosi, perché le morti sono drammaticamente vere, di scena sono usciti testimoni importanti di quella sera di 30 anni addietro. Potevano forse raccontare per tempo quello che avevano visto sui radar o ciò che sapevano, ma chi per incidente, chi per suicidio, non è riuscito a parlare. E sono trascorsi 30 anni per afferrare una verità, pure incompleta, che forse poteva venire fuori molto tempo prima. I morti non sono stati solo gli 81 che si trovavano su quell'aereo che provenendo da Bologna mai atterrò a Palermo, ma l'elenco è più lungo. E in questo elenco c'è forse da inserire il maresciallo Giovanni Marino, 68 anni, originario di Corleone. Il 29 luglio del 2008, quando oramai era in pensione dall'Aeronautica Militare, decise di tornare a Birgi, al 37° stormo, non vi si fermò molto, il tempo di lasciare uno scatolone chiuso, poi andò via, risalì sulla sua auto per compiere poche decine di metri. Imboccata la vicina autostrada si fermò alla prima piazzola, nei pressi dello svincolo di Fontanasalsa. Erano all'incirca le 9 di quel 29 luglio quando un automobilista di passaggio avvertì la Polizia che sull'autostrada c'era un'auto ferma e per terra, dal lato della cunetta, il corpo di un uomo. Fu identificato per Giovanni Marino, l'ex maresciallo dell'Aeronautica. La circostanza che prima di uccidersi aveva lasciato uno scatolone all'interno della base militare fece scattare anche un certo allarme, dentro quello scatolo, aperto con mille cautele, però c'erano sole effetti personali, cose che lo legavano a quella divisa che aveva lasciato, e delle carte, delle lettere anche quella di scuse alla famiglia per il suo atto estremo. Chi le ha lette dice di ricordare che quegli scritti non dicevano molto, scritti in modo confuso. La famiglia ha insistito per riavere presto tutto indietro. Il caso fu archiviato per suicidio, dopo l'autopsia. La circostanza che non è stata mai svelata e ingenera oggi dubbi e sospetti è però quella che nel giugno del 1980 il maresciallo Marino era un degli addetti al centro radar di Marsala, da dove non può non essere stato visto quello che accadeva il 27 giugno di 30 anni addietro sopra Ustica. E però da quel centro sono sparite le pagine del brogliaccio di quel giorno, i tracciati radar si disse non funzionarono perché impegnati in una esercitazione, quella struttura di Marsala è una di quelle che ha «trattenuto» segreti importanti su Ustica. Il nome di Marino non compare negli atti giudiziari, ma lui lavorava lì. E quando si suicidò di questo nessuno si è ricordato.
Rino GiacaloneLa Sicilia, 5 luglio 2010
Rino GiacaloneLa Sicilia, 5 luglio 2010
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