martedì 16 dicembre 2008

Il contributo decisivo di tre pentiti

PALERMO - L'ultimo a saltare il fosso è stato Angelo Casano, estortore per conto della famiglia mafiosa di Corso Calatafimi. Il 29 settembre scorso ha cominciato a collaborare con la giustizia. È uno dei tre pentiti che hanno contribuito all'inchiesta Perseo.Prima di lui avevano deciso di lasciare le cosche Giacomo Greco, genero dello storico capomafia di Belmonte Mezzagno Ciccio Pastoia, fedelissimo di Provenzano, morto suicida in carcere, e Maurizio Spataro esattore del pizzo per la famiglia di Resuttana.I tre neocollaboratori hanno aiutato gli inquirenti a ricostruire la nuova mappa della mafia palermitana e a far luce su decine di estorsioni, traffici di droga e armi.Condannato in primo grado a 7 anni per estorsione, Casano fa i nomi dei vertici dei mandamenti palermitani, come Gaetano Lo Presti, conosciuto in carcere e subentrato a Nicolò Ingarao, ucciso nel 2007, alla guida del mandamento di Porta Nuova; racconta i summit di mafia organizzati in una macelleria del quartiere, confessa decine di danneggiamenti e taglieggiamenti ad esercizi commerciali e cantieri edili. Greco sceglie la strada della collaborazione per sottrarsi alla condanna a morte emessa nei suoi confronti dai cognati.I figli del boss Pastoia non avrebbero gradito le voci sui tradimenti subiti dalla moglie, messe in giro da Greco. Il pentito parla diffusamente di uomini e affari del mandamento, ma anche della gestione della latitanza di Provenzano, di omicidi ed estorsioni. Rilevante anche il contributo dato all'inchiesta da Maurizio Spataro, ex uomo della 'famiglia di Resuttanà. Da novembre scorso, sta raccontando, oltre alle estorsioni, traffici di armi e droga.
16/12/2008

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