di Lara Crinò
Li chiamano checche, finocchi, invertiti, busoni, ricchioni. Non possono avere una famiglia, sono discriminati sul lavoro e molti ancora devono nascondersi. Per la Giornata mondiale contro l'omofobia (17 maggio) esce un libro con dieci storie che aiutano a pensare
Un romanziere. Un filosofo. Una deputata. E ancora un poeta, un cantante pop, un attore, un attivista politico, una ex insegnante di educazione fisica. Pensate a dieci persone completamente diverse l'una dall'altra per cultura, collocazione sociale, backgroud familiare.Dieci persone che sono diventate, in qualche modo, celebri o note, parte della sfera pubblica e in alcuni casi dell'immaginario collettivo per i loro talenti e le loro capacità. Si chiamano Aldo Busi, Tiziano Ferro, Anna Paola Concia, Nichi Vendola, Nino Gennaro, Leo Gullotta, Rosario Crocetta, Titti de Simone, Franco Grillini, Gianni Vattimo, e sono i protagonisti di un libretto lieve e denso, 'Dieci gay che salvano l'Italia oggi' (edizioni Laurana, è in libreria dal 20 maggio) che attraverso i loro ritratti racconta il coraggio di esporsi, di essere se stessi, in un'Italia in cui spesso fare 'coming out' e dichiararsi omosessuale non conviene.
Come spiega l'autrice, la scrittrice palermitana Daniela Gambino, quel che caratterizza la cultura popolare italiana, plasmata dalla sottocultura televisiva, al di là degli episodi di omofobia plateale (E Gambino cita la celebre, recente frase del premier Silvio Berlusconi, «meglio guardare le belle ragazze che essere gay») è una sorta di atteggiamento ipocrita e vagamente menefreghista.
«La frase che si sente pronunciare più spesso», spiega Gambino «e che mi fa rabbia, è quel 'per me possono fare quello che vogliono'. E ci mancherebbe altro. E' come se ogni volta noi etero, con questa frase, volessimo accordare un qualche tipo di permesso a uomini e donne, nostri concittadini, che dovrebbero invece poter godere dei nostri stessi diritti».
Ed è dunque intorno ai diritti, primo fra tutti il diritto a un'identità, che ruotano i ritratti di questi dieci gay, uomini e donne, che 'salvano' il nostro Paese, ovvero contribuiscono o hanno contribuito con il loro esempio a spezzare dei tabù o farci riflettere. Di ciascuno, Gambino fa un'istantanea, senza pretendere di fare un ritratto a tutto tondo. «Sono personaggi che fanno parte, in qualche modo, del mio immaginario e della mia quotidianità. Ancora ricordo, e sono passati molti anni, quando Leo Gullotta fece il suo coming out durante 'Domenica In'. Lo trovai di una potenza incredibile».
Al di là delle storie dei personaggi più noti - Aldo Busi, Gianni Vattimo, Nichi Vendola, Tiziano Ferro - Gambino recupera alcune vicende siciliane meno conosciute. Come ad esempio quella di Nino Gennaro, cresciuto a Corleone nel dopoguerra, che si dichiarò omosessuale e poeta nel paese dei padrini, e con la sua amica, complice e compagna Maria di Carlo è stato una figura importante dell'attivismo palermitano fino alla morte, nel 1994.
Si intitolava 'O si è felici o si è complici' un suo spettacolo, ed è in questa ricerca di felicità che sta la chiave del libro. Con una sorta di leit motiv che percorre ogni pagina: che la felicità o l'infelicità degli altri è anche la nostra. Perché ciò che porta con sé ogni lotta per i diritti civili (e noi viviamo in un Paese in cui, ad ogni legislatura, si seppelliscono i Pacs per motivi di convenienza elettorale) è la consapevolezza che il successo di una rivendicazione civile non cambia solo le condizioni di chi li rivendica, ma di tutti.
Riconoscere a tutti gli stessi diritti non libera soltanto chi è discriminato, ma la società intera. E di certo l'Italia aspetta ancora questa liberazione.
(L’Espresso, 16 maggio 2011)
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