lunedì 10 maggio 2010

Campi di lavoro. Diario del soggiorno a Corleone

Antonio Losacco
Segretario Provinciale
SILP per la CGIL Lucca
Tutto è nato alcuni mesi orsono quando, nell’ambito del progetto “Carovana della Legalità”, il sottoscritto, in rappresentanza del sindacato di Polizia SILP per la CGIL Toscana, ha incontrato i ragazzi delle scuole insieme a Maurizio Pascucci dell’ARCI ed ai soci della cooperativa “Lavoro e non solo” di Corleone, ai quali, oltre a rappresentare la necessità di condividere la cultura della legalità, è stato evidenziato il bisogno di creare una rete di solidarietà capace di sostenere e dare un aiuto concreto agli amici della cooperativa, che rappresentano un simbolo forte contro la Mafia, che si estrinseca attraverso la gestione di beni ad essa confiscati ed a loro assegnati. Durante quegli incontri, fra le altre cose, mi colpì particolarmente la difficoltà incontrata nel disputare anche una semplice partita di calcetto con i ragazzi del luogo. Da qui l’idea di organizzare un torneo con le forze di polizia di quel territorio, gli amici della cooperativa ed i ragazzi di Corleone, come segno tangibile di solidarietà e vicinanza per i soci della cooperativa,,a cui si è aggiunto l’aiuto materiale nei campi di lavoro, nonché l’impegno a favorire il consumo dei loro prodotti, e di socializzazione rispetto ai giovani corleonesi, aspetto molto importante in una realtà difficile come quella. A seguito di ciò il sottoscritto organizzava, non senza difficoltà, questo soggiorno presso la Cooperativa “Lavoro e non solo” di Corleone, dal 4 all’8 Maggio, dove ai 5 colleghi del sindacato SILP-CGIL di Lucca si aggiungevano 2 di quelli di Massa. Il primo giorno siamo arrivati a Corleone ,e, dopo essere accolti da Calogero,Franco e Salvatore, quest’ultimo conosciuto negli incontri con gli studenti di cui sopra, rispettivamente presidente e soci della “Cooperativa lavoro e non solo”, abbiamo incontrato Dino Paternostro, segretario della Camera del Lavoro, che ci ha illustrato in breve la storia del sindacato in terra siciliana, nonché il motivo per cui il tessuto sociale non ha favorito la formazione delle cooperative e anche le difficoltà che si incontrano nella gestione dei beni confiscati ai mafiosi. Il secondo giorno siamo andati nella tenuta di, Malvello, a ripulire le viti, da cui verrà prodotto il famoso “Nero d’Avola”,insieme ai volontari del Circolo ARCI di Tavarnelle Val di Pesa (FI). E’ stato bello vedere colleghi che, originariamente scettici, hanno invece lavorato con entusiasmo a questo programma. Il terzo giorno siamo andati a Palermo dove abbiamo fatto visita all’albero di Falcone, quindi ci siamo recati nel pomeriggio a Cinisi, dove abbiamo incontrato Giovanni fratello di Peppino Impastato, che ci ha raccontato alcuni episodi legati alla vita e all’impegno di quest’ultimo. Molto intenso è stato il momento in cui egli ha spiegato il perché della nascita della Casa Memoria, voluta dalla mamma Felicia la quale dopo l’assassinio del figlio non si è chiusa nel dolore, ma ha voluto lasciare la “porta aperta” a tutti coloro che volessero parlare e conoscere Peppino. Una “porta aperta” in netta contrapposizione con quella sempre chiusa della casa di Tano Badalamenti, mandante dell’assassinio di Peppino, le cui chiavi domenica prossima, probabilmente, verranno consegnate alla Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato.Giovanni ha apprezzato molto sia la nostra visita alla casa memoria sia il fatto di aver organizzato gli incontri di calcio suddetti tanto da proporci di partecipare ad una partita della legalità che si terrà probabilmente in questi luoghi la prossima estate. Il quarto giorno, dopo aver incontrato i colleghi del Commissariato ed i Carabinieri di Corleone, abbiamo giocato contro i ragazzi del luogo portando quindi a compimento quell’idea nata alcuni mesi orsono.Devo dire che l’entusiasmo con cui i ragazzi hanno accolto l’invito a disputare questa partita ci ha dato molta soddisfazione, tanto da farci valutare di ripetere l’iniziativa.
Domani, ultimo giorno, forse incontreremo di nuovo il Sindaco di Corleone, che ci aveva dato il benvenuto due giorni fà nella sede della Cooperativa, per la consegna della cittadinanza onoraria. Inoltre dovremmo visitare il rifugio dove è stato catturato il boss Provengano, poi ci dirigeremo alla volta di Palermo dove ci attende l’aereo che ci riporterà a casa consapevoli di aver vissuto un’esperienza sicuramente inusuale, ma che ne sono certo, ha lasciato senz’altro un segno in ognuno di noi. Segno che però non rimarrà confinato nel ricordo di questi giorni ma anzi servirà da stimolo per organizzare ulteriori iniziative per favorire la cultura della legalità ed aiutare concretamente gli amici della Cooperativa Lavoro e non solo.
Corleone, 7 Maggio 2010

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