giovedì 31 gennaio 2008

Cuffaro sospeso da Prodi. Provocazione o atto dovuto?

Il decreto del presidente del Consiglio è stato notificato all'Ars in applicazione di una legge che interrompe l'attività degli amministratori se condannati, anche in primo grado, per favoreggiamento. L'ex governatore: "Una provocazione politica, mi ero già dimesso". Palazzo Chigi: "Un atto dovuto"

PALERMO - "Ho appreso che il presidente del consiglio dei ministri ha firmato il decreto con il quale si dispone la mia sospensione da presidente della Regione siciliana". E' quello che ha comunicato alla stampa il dimissionario presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro.

"Credo - aggiunge - che tale atto sia solo da considerare come una provocazione politica poichè, come è noto, ho già lasciato spontaneamente la carica con le mie dimissioni irrevocabili. Sono esterrefatto e nel contempo preoccupato per la grave violazione di legge oltre che per l'ennesima scelta operata ignorando le prerogative dello Statuto siciliano, che è legge costituzionale, e della autonomia speciale della nostra Regione".

Il decreto del presidente del Consiglio Romano Prodi che sospende il presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro è stato notificato all'Assemblea regionale siciliana. Il provvedimento nasce in applicazione di una legge che sospende gli amministratori se condannati, anche in primo grado, per favoreggiamento.

Cuffaro, infatti, si è dimesso sabato scorso dopo le polemiche seguite alla sua condanna a cinque anni per favoreggiamento con la interdizione perpetua dai pubblici uffici. Dopo la condanna il procuratore di Palermo Francesco Messineo ha inviato la richiesta di sospensione per Cuffaro al commissario dello Stato Alberto Di Pace, come previsto dalla legge. Il commissario ha trasmesso la documentazione al dipartimento degli Affari regionali della presidenza del Consiglio.

Il governatore, dopo la condanna emessa il 18 gennaio, aveva superato nell'aula dell'Assemblea regionale siciliana la mozione di sfiducia presentata dal Centrosinistra e bocciata dalla maggioranza dei deputati regionali. Poi però sono montate le polemiche, anche da parte di esponenti della Cdl, perchè il governatore era stato fotografato con un vassoio di cannoli quasi a voler festeggiare la sentenza che ha escluso l'aggravante mafiosa. Cuffaro si è ripresentato all'Ars sabato scorso dimettendosi.

Immediata la risposta di Palazzo Chigi. "Il decreto di 'accertamento della sospensione' nei confronti del Presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro, firmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi, su proposta dei ministri dell'Interno e degli Affari Regionali, è - si legge nella nota -un atto dovuto in doveroso adempimento dell'articolo 15 della legge n° 55 del 1990 che recita : "sono sospesi di diritto dalle cariche coloro che hanno riportato una condanna non definitivà per il delitto, tra altri, di cui all'art. 378 del Codice Penale in relazione all'art. 416 bis dello stesso codice".

"Nel caso specifico il Procuratore della Repubblica del Tribunale di Palermo ha trasmesso in data 22 gennaio 2008 al Commissario dello Stato presso la Regione Sicilia la sentenza dello stesso Tribunale ai sensi dell'articolo 15, comma 4-ter, della legge 55, che recita: 'A cura della cancelleria del tribunale...i provvedimenti giudiziari che comportano la sospensione sono comunicati al Commissario del Governo. Il Commissario del Governo ne dà immediata comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri il quale, sentiti il Ministro per gli affari Regionali e il Ministro dell'Interno, adotta il provvedimento che accerta la sospensione per la Regione Siciliana. Le competenze del Commissario del Governo sono esercitate dal Commissario dello Stato".

"Le dimissioni del Presidente Cuffaro non risultavano, quindi, atto sufficiente ad interrompere un procedimento previsto dalla normativa vigente, in mancanza del quale si sarebbe potuto ipotizzare anche un' omissione da parte dello stesso Presidente del Consiglio dei Ministri. Non esiste dunque alcuna motivazione politica, nè azione indotta da altri intendimenti- conclude la nota- se non il rispetto della legge".


30/01/2008

2 commenti:

a.c ha detto...

Non solo la sospensione è stata un atto dovuto ,ma bisognava a tempo debito informare l'opinione pubblica dell'esistenza della stessa.
Quanti erano a conoscenza della presenza di una regola giuridica ,oltre alle normali regole morali ,che imponesse ai condannati la sospensione dalle cariche di rappresentanza elettiva?
Nessuno ne ha parlato.Male.
Meglio tardi che mai.

a.c ha detto...

Non solo la sospensione è stata un atto dovuto ,ma bisognava a tempo debito informare l'opinione pubblica dell'esistenza della stessa.
Quanti erano a conoscenza della presenza di una regola giuridica ,oltre alle normali regole morali ,che imponesse ai condannati la sospensione dalle cariche di rappresentanza elettiva?
Nessuno ne ha parlato.Male.
Meglio tardi che mai.