sabato 23 agosto 2008

Il campo di lavoro di Corleone. Di mattina i pomodori, di pomeriggio i "lampadieri"

Corleone alle 6.00, quando suona la sveglia per i più, è ancora buia e sorprendentemente fresca. L’attenta puntualità dell’intero gruppo viene svilita da una foratura alla ruota di uno dei pulmini, che ci costringe a partire alle 7.30, alla volta del campo di pomodori. Battesimo della raccolta del pomodoro per quelli di noi arrivati ieri, qualche affaticamento alla schiena, ma certo non all’entusiasmo, di coloro che già ieri hanno contribuito a riempire le prime 100 cassette. Oggi si “bissa”: inviatene un centinaio allo stabilimento per la lavorazione, tante altre cassette vengono riempite, con grande soddisfazione di tutti, Presidenti compresi. E’ venuto infatti a trovarci Vincenzo Striano, Presidente di Arci Toscana. Il secondo Presidente contento presumiamo sia Calogero Parisi, ovviamente della Cooperativa Lavoro e non Solo, che però non ha dato grande sfogo alla sua soddisfazione. Avido, se l’è tenuta tutta per sé!
L’avventura verso il “pomodorificio” coinvolge Valentina e Luana, che percorrono, insieme a Luciano e Mario della Cooperativa, chilometri e chilometri in condizioni precarie: partiti con una portiera bloccata, si scopre ben presto che i freni hanno qualche problema e, come se non bastasse, anche la marmitta si è staccata. Rimediato l’arrivo al lontanissimo e altissimo (sulle montagne!) laboratorio, l’accoglienza è calorosa e gentile. Le quasi due ore a tratta sono appagate e giustificate dal fatto che questa pare essere l’unica soluzione per avere la garanzia di ottenere un prodotto finito contenente solo e soltanto i pomodori della “nostra” terra, e senza collusioni ed ambiguità di sorta… Nell’attesa di poter, speriamo prima possibile, poter produrre da soli la passata alla vitamina “L”.
Interessantissimo l’incontro del pomeriggio, con la presentazione del libro di Francesca Balestri “Come quei Lampadieri” e gli interventi di Vincenzo Striano e Dino Paternostro, segretario della Camera del Lavoro di Corleone, intitolata a Placido Rizzotto. E’ incredibile constatare come le parole dei diretti protagonisti, come Dino, dalle spiegazioni puntuali sul fenomeno mafioso e sulle radici sociali dell’antimafia, ai racconti di episodi e vita vissuta, siano sempre più toccanti rispetto a tutto quanti si possa aver letto su un libro o sentito ad TG e trasmissioni TV.
Particolarmente positiva la partecipazione all’incontro di Andrea ed altri suoi amici di Corleone, che poi si sono anche fermati a cena ed ci hanno accompagnato al dopocena “in Villa”, nonché dei ragazzi provenienti da vari paesi del Mondo grazie ad un progetto di ARCI Catania.
Valentina, Luana e Dario
Giovedì 21 Agosto 2008

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