Adesso lo sappiamo: lo scherzetto del concerto di Francesco Renga per la “notte bianca” di Corleone ci è costato 48.000 euro, di cui 47.060 euro impegnati sul bilancio comunale, cioè con le tasche dei cittadini. Vergognandosi di questa (e di altre spese folli), diversi assessori comunali – con gli occhi bassi – si sono giustificati davanti ai cittadini inferociti, dicendo che il concerto di Renga era stato pagato dalla Regione. A parte che anche i soldi della Regione sono soldi dei cittadini, si tratta comunque di una menzogna: la copia del certificato di impegno di spesa che pubblichiamo dimostra che 12.060 + 35.000 euro sono stati impegnati sul bilancio comunale, con delibera di giunta n. 275 dell’1.9.2011 (a cui tutti e sette i nostri “eroi” erano presenti!).
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Passata la festa, gabbato lo santo... |
A questa somma ci sono da aggiungere almeno altre 50 mila euro per tutte le altre iniziative della “notte bianca”, che portano la spesa a circa 100 mila euro (per i più anziani, 200 milioni delle vecchie lire!). E a questa spesa c’è d’aggiungere ancora l’altra di quasi 60 mila euro per l’Estate Corleonese. E siamo a 160 mila euro. Uno spreco incredibile, che grida vendetta, in un momento di drammatica crisi finanziaria, di tagli ai bilanci dei comuni e di sofferenze per tante famiglie, specie nel Mezzogiorno e in Sicilia. Ma tanto i “nostri eroi” non spendono dalle loro tasche, ma dalle tasche del comune, dalle tasche dei cittadini. Salvo (continuando così) a lasciare un comune sul lastrico per il prossimo anno, sull’orlo (oppure oltre) del dissesto finanziario.
In cambio di cosa? Di qualche bar e di qualche ristorante che ha guadagnato qualcosa in più? Ma è giusto che questo lo paghino i cittadini con una somma così elevata. Per le migliaia di “tozzi” di salsiccia (di pessima qualità, dice chi l’ha assaggiata) buttati per strada e nei cestini? Per le fette di pizza sprecate? Per la pasta a forno, che non voleva quasi nessuno? D’altra parte, la gente normale dalle due alle quattro di notte di solito mangia? Evidentemente, no. Allora che senso ha avuto distribuire (sprecare vergognosamente) quintali e quintali di cibo?
Promozione dei prodotti locali? Nemmeno per sogno. I prodotti locali si promuovono rendendoli “riconoscibili” dal marchio delle aziende che li producono. Chi ha prodotto la salsiccia? Chi lo sfincione? Chi la pasta a forno? Non si sa, nessuno lo sa. Genericamente “le ditte corleonesi”. Ma se un visitatore nei prossimi giorni vorrebbe comprare salsiccia, sfincione o pasta a forno, non saprebbe a chi rivolgersi. L’abbiamo suggerito: dovevano essere le singole aziende, col loro marchio, a pubblicizzare i propri prodotti. A pagamento, mediante un ticket, come fanno nei paesi seri e civili, anche siciliani. Tutto il resto è incompetenza, pressapochismo, spreco, clientelismo stupido e miserabile, vergogna… (d.p.)
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