CORLEONE - «Si, è vero, ho detto ai tre ragazzi “Se non la pensate come me potete andare via, non mi servite!”, ma non mi riferivo alla “Giornata della Memoria” di Napoli, bensì al loro ripetuto non rispetto delle regole e degli impegni all’interno del gruppo degli Scout», dice fra Giuseppe Gentile, parroco della Chiesa di Maria SS. delle Grazie. Lo abbiamo incontrato domenica pomeriggio, poche ore dopo il suo rientro a Corleone, per sentire la sua opinione su quanto avevano denunciato Giovanni ed Enrico Labruzzo, i due giovani studenti corleonesi che l’avevano accusato di essere stati cacciati via dagli scout perché avevano partecipato alla “XIV Giornata della Memoria e dell’Impegno” del 21 marzo, promossa dall’Associazione “Libera” di don Luigi Ciotti. «A me piace – aggiunge il sacerdote - che le scelte che ognuno di noi fa siano serie e motivate, ma quando ho chiesto ai tre ragazzi perché volevano andare a Napoli, mi hanno risposto: “Per divertirci!”. Per questo li ho redarguiti ed ho espresso con nettezza la mia contrarietà. Perchè dovrei avercela con don Ciotti e con l’antimafia? A don Luigi potrei rimproverare semmai che, quando viene a Corleone, non passa mai a trovarmi. L’antimafia noi la pratichiamo tutti i giorni. Lo sa che il prossimo 23 maggio i nostri scout faranno il servizio d’ordine alla manifestazione di Palermo per ricordare Giovanni Falcone? Io personalmente sono stato amico di padre Pino Puglisi. Ho imparato da lui a lavorare con i giovani. Oggi nella nostra parrocchia abbiamo 80 scout e circa 300 giovani che svolgono diverse attività. In questi anni ho cercato di coinvolgere il quartiere, le famiglie, le singole persone, spingendo tutti alla solidarietà, all’amore fraterno…».
È un fiume in piena fra Gentile. «Giovanni ed Enrico hanno voluto il loro momento di celebrità… ma io non ce l’ho con loro, li perdono e sono sempre pronto ad incontrarli», dice. L’ultima precisazione il frate la riserva al matrimonio della figlia del “capo dei capi” di Cosa Nostra, da lui celebrato nello scorso luglio. «È venuta a trovarmi in chiesa con la sua famiglia e quella dello sposo – racconta – e mi ha chiesto di officiare il suo matrimonio. Io nemmeno la conoscevo. Ma che motivi avevo per rifiutarmi? Qualche errore l’avrò commesso nella gestione dei rapporti con i mass-media. Ma non ero preparato e nessuno mi ha aiutato…».
Dino Paternostro
NELLA FOTO: Fra Giuseppe Gentile
Gentile Signor Gentile, dopo aver letto l'articolo del Signor Paternostro, mi interessava conoscere la sua versione dei fatti sull'episodio. Lei sicuramente saprà riconoscere la “potenza della parola”, forse il dono più grande che si può fare a un uomo. Per quello i credenti e i prelati, con maggiore responsabilità, sono portatori della “parola di Dio”. A volte, anche portare la parola ai mass media può essere complicato e lei alla fine dell'articolo lo riconosce. Ma mi chiedo, Lei crede di avere il dono dell'ultima parola? Perché se Lei stesso ammette di aver detto “se non la pensate come me potete andare via”, allora significa che la sua azione educativa rischia di perdere di vista i principi della comprensione e del confronto e di poter subire una deriva autoritaria. Che è cosa diversa dall'autorevolezza. Chi è autorevole non ha bisogno di porre aut aut ai suoi collaboratori/educandi, ma viene riconosciuto come esempio da seguire. Se tutto è avvenuto così come Lei racconta, un giorno potrebbe pentirsi di non aver seguito questi due ragazzi nel caso in cui si dovessero trovarsi a fare scelte ben più scellerate in nome del “divertimento”. Lei si troverebbe lontano da loro, anziché star lì a indicargli la retta via. Mi chiedo se glie ne importerebbe qualcosa. Altra domanda: cosa c'è di male nel divertirsi? Nel trovarsi in mezzo a persone che vogliano combattere il potere mafioso e per un attimo fanno dimenticare la prudenza di vivere in un territorio non certo facilissimo come Corleone (sono siciliano anch'io e certe cose credo di conoscerle)? Forse che Lei quando si fa ritrarre per una foto che sarà poi pubblicata non sorride? Forse che Lei se ha la possibilità di regalare un sorriso non lo fa perché l'uomo che si mostra divertito è più vicino al peccato? E infine, signor Gentile, Lei quasi scherzando ( l'ironia non è una delle tante facce del divertimento? suvvia, non mi dica che non ha il gusto delle battuta) diceva che l'unica cosa che rimprovera a Luigi Ciotti è quella di non passare mai a trovarla, quando viene a Corleone. Mi chiedo se l'abbia mai invitato, anche perché immagino che Lei sappia quanto sia poco facile per un uomo scortato e super impegnato, programmare degli spostamenti. L'ha mai invitato? Oppure, ha mai fatto il primo passo verso di lui? Mi piacerebbe che un educatore come Lei mi illuminasse. Conta di più il primo passo o l'ultima parola?
RispondiEliminaGianpiero Caldarella
IO,COME GUIDA, SO CHE NEL MIO GRUPPO CI SONO DELLE REGOLE CHE DEVONO ESSERE RISPETTATE...ESSERE SCOUT NON è UN PASSATEMPO O UN DIVERTIMENTO...!! MA SERVE A CRESCERE E A MATURARE SEGUENDO LO SFONDO EDUCATIVO CHE CI VIENE IMPARTITO COMUNQUE CONTINUO A DIRE CHE NON è GIUSTO PESTARE CON I PIEDI LA DIGNITà DI UNA PERSONA... E SE NON SI SANNO I FATTI FINO IN FONDO NON SI PUò GIUDICARE LA GENTE...
RispondiEliminaAntonietta D.S
dopo questo articolo spero vivamente che tutti quelli che hanno offeso Fra Giuseppe si scusino perchè si sono fatti avanti non avendo la minima idea della situazione, spero anche che ritirino le accuse perchè si sa benissimo che non è ASSOLUTAMENTE mafioso.
RispondiEliminaInfine volevo dire che come il parroco è disponibile a perdonarli loro siano disponibili a farsi perdonare, se così non dovesse essere io non so più cosa pensare.
Aurora P.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaCarissimo Direttore,
RispondiEliminanon possiamo fare a meno di manifestarLe la nostra amarezza per quello che Lei stesso definisce “un crescendo di polemiche” (peraltro condito da “male” parole), che è stato suscitato dal Suo articolo del 17 aprile. Ad essere sinceri, oltre che amarezza, Le confessiamo di aver provato e di provare una grande delusione, perché non ci saremmo mai aspettati da parte Sua una tale iniziativa contro un prete come Fra’ Giuseppe, di cui non può certamente dirsi che sia uno cui la mafia non dia fastidio.
Non siamo esperti di giornalismo e non riusciamo a comprendere fino in fondo il motivo che Lo ha spinto a pubblicare (e con quale urgenza …) l’articolo senza neanche chiedere all’interessato il suo punto di vista, prima di esporlo alla berlina, come è successo.
Non stiamo qui a fare il panegirico di Fra’ Giuseppe, perché tutti a Corleone e nel Corleonese lo conoscono e ne apprezzano l’instancabile opera di riscatto umano e cristiano di un territorio come quello della Grazia (e non solo), forse fra i più disagiati del paese. Territorio nel quale, più che in altri quartieri, i ragazzi erano nelle strade esposti a ciò che Lei stesso, caro Direttore, denuncia nel suo sito internet come una situazione per la quale occorre lanciare un grido di allarme: lo spaccio e il consumo di droga (ed noi aggiungiamo: anche di alcol).
Fra’ Giuseppe questo grido di allarme lo ha lanciato fin dai primi tempi della sua presenza a Corleone, soprattutto avviando iniziative formative e ludiche in grado di coinvolgere bambini, ragazzi e giovani, per toglierli dalla strada, anche nella stagione estiva, e per dare a tutti la possibilità di crescere in un ambiente sano. E tutto ciò senza disporre di locali, né di risorse, se non delle offerte generosamente date dalle tante persone anche fuori parrocchia che ogni domenica stipano la piccola chiesa della Grazia.
Ci perdoni, Direttore, ma non crediamo che Fra’ Giuseppe meritasse un tale insulto. E non crediamo neppure che la pubblicazione del Suo articolo contribuisse a realizzare il pregevole progetto di “incoraggiare e sostenere la nascita di "nuove città", libere dalla mafia e dal malaffare” come Lei dichiara di voler fare attraverso il Suo sito.
Infatti, in ultima analisi, Lei stesso concorderà sul fatto che non è soltanto la partecipazione ad una pur meritoria manifestazione antimafia che sviluppa nei nostri giovani il senso della legalità e della pacifica convivenza civile, bensì un’opera - anche poco visibile nel breve periodo, ma assidua e paziente, e certamente non “degna” di andare sulle prime pagine dei giornali - di formazione di una cultura anti-mafiosa, attraverso un’azione educativa delle nuove generazioni fatta non solo di parole, ma di esempi concreti di rigore morale, di senso estetico, di rispetto delle regole, anche quelle più elementari che nel nostro tempo rischiano di apparire obsolete.
Su tutto questo forse in molti abbiamo da imparare alla scuola di Fra’ Giuseppe.
Carmelo Moscato e Marialicia Pollara
L'assenza o l'indifferenza della "Chiesa " nel nostro paese in merito al fenomeno mafioso è sempre stata evidente.
RispondiEliminaA Corleone ho conosciuto e conosco sacerdoti che la parola mafia non l'hanno mai pronunciata in nessuna omelia, altri che hanno cacciato i giornalisti alla richiesta di una semplice intervista, altri ancora che sono stati "allontanati" per un impegno fin troppo attivo e si trovano attualmente in un altro continente.
Io, da cattolico, ho sempre un riferimento e cioè il discorso di Papa Giovanni Paolo II ad Agrigento sui mafiosi...
Non prestiamo il fianco alla notizia a qualunque costo ma lavoriamo senza "anonimato" a far crescere la nostra comunità e soprattutto la parte sana, quella di tanti giovani che si espongono e che la "lezione dell'impegno" la fanno meglio di noi.
Poi la "parrocchia" non è proprietà privata di nessun parroco, proponendo e proponendosi c'è spazio per confrontarsi e dialogare ...
È strano il fatto che fra Giuseppe Gentile, diventi più garbato e cortese dopo questo articolo. A quanto so, a quanto mi hanno detto alcune persone che frequentano la sua parrocchia, solitamente ha un comportamento cinico e dispotico. Per non parlare del fatto che conoscendo Enrico e Giovanni dubito fortemente che si siano inventati tutto, e così anche i loro amici scout con cui ho personalmente parlato e che hanno confermato il fatto. Io non sono qui per condannare il comportamento di fra Giuseppe, che tra l'altro non conosco, ma per rivolgermi a tutti dicendo di dire le cose come stanno, senza esagerare nè dalla parte del santo nè dalla parte del mafioso. In proposito a questo invito il signor Carmelo Moscato e la sua consorte ad essere attenti a quello che si scrive, dicono infatti : "non crediamo che Fra’ Giuseppe meritasse un tale insulto. E non crediamo neppure che la pubblicazione del Suo articolo contribuisse a realizzare il pregevole progetto di “incoraggiare e sostenere la nascita di "nuove città", libere dalla mafia e dal malaffare” come Lei dichiara di voler fare attraverso il Suo sito.". Non mi pare che il direttore abbia insultato nessuno, si è solo cercato di dare voce ai due giovani, inoltre li informo che il direttore proprio per sentire tutte e due le campane ha cercato fra Giuseppe prima di pubblicare l'articolo, ma non essendo quest'ultimo in paese ha dovuto rimandare la pubblicazione della sua altra campana. Penso che pubblicare entrambe le "versioni dei fatti sia un esempio di coerenza e di lealtà. Inoltre penso che al posto d fare ritratti agiografici delle persone sarebbe meglio indagare, ascoltare l'una e l'altra parte. Alla fine gli uni e gli altri al di là delle separazioni politiche e religiose, vogliamo la stessa cosa, una società più pulita e libera dalle ingiustizie mafiose e non!
RispondiEliminaSempre vostro Andrea Accordino
Gentili lettori, gentile direttore, scrivo da bolognese profondamente innamorato della Sicilia e del popolo siciliano, da capo scout e da militante dell'Associazione "Libera, Associazioni nomi e numeri contro le mafie" di Don Luigi Ciotti.
RispondiEliminaCercherò di non stigmatizzare il comportamento di Fra Giuseppe Gentile riguardo le motivazioni che lo hanno spinto ad "espellere" dal movimento scout Giuseppe, Eugenio ed Enrico perché sarebbe davvero troppo facile: cercherò quindi di fare un ragionamento sul MODO con cui l'incriminata decisione è stata presa per dimostrare che non è assolutamente valida e non è nemmeno opportuna.
Il movimento scout AGESCI, sebbene prevalentemente inserito all'interno di contesti parrocchiali, non è un movimento che dipende dalle parrocchia e nemmeno dalla madre Chiesa, sia in maniera diretta che in maniera indiretta. Un sacerdote, investito dell'importante compito di portare la sua esperienza sacerdotale come "Assistente Ecclesisatico" all'interno della Comunità Capi di un determinato gruppo Scout non può ricoprire, perché la "democrazia" associativa lo impedirebbe, ruolo diverso da quello affidato a tutti i componenti della Comunità Capi in servizio educativo: il ruolo di CAPO SCOUT. I sacerdoti e tutti gli altri adulti che insieme formano la Comunità Capi prendono decisioni in seno alla Comunità per progettare il percorso educativo che il gruppo deve proporre ai suoi iscritti. In queste decisioni, ogni testa vale un voto (l'AGESCI è strutturata democraticamente) e quindi il voto dei capi più giovani vale quanto il voto di quelli più anziani; stessa cosa vale per il voto del sacerdote, che dentro la comunità capi (Co.ca.) è considerato un capo come gli altri.
Non vedo quindi come sia stato possibile che l'espulsione dei ragazzi dal movimento sia avvenuta tramite la decisione di un singolo...che ruolo ha avuto la Co.ca. in questa vicenda? Nel caso non sia stata nemmeno consultata (cosa che mi sembra di aver carpito tra le righe dell'intervista), la decisione del singolo è da ritenersi NON VALIDA...
Se le cose sono andate così, i ragazzi "espulsi" dal movimento non devono considerarsi tali e possono tranquillamente rientrare, senza dover chiedere perdono a nessuno, tra le fila del movimento.
Per quanto riguarda poi la partecipazione dei ragazzi alla XIV Edizione della "Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime di Mafia" di Napoli, ritengo che anche la motivazione "per divertimento" sia da prendere in cosiderazione...quanti sono i ragazzi che odiernamente si "divertono" a manifestare per i diritti delle persone? Quanti sono gli adolescenti che preferiscono rinunciare alla serata con gli amici o alla discoteca per costringersi a pensare agli altri e non solo a sè stessi? Crede, fra Giuseppe, che i ragazzi che vengono nella sua Parrocchia o nel gruppo Scout siano attirati dall'insano desiderio di annoiarsi? Il divertimento non è avulso nè dalle attività oratoriane e nemmeno da quelle scout anzi, oso dire che la ricerca del "divertimento" sano, consapevole e impegnato è un pezzo di ciò che di più bello si possa sperare per questi ragazzi.
Maurizio Gaigher
Bologna
Io continuo a non capire come mai dopo le spiegazioni date da Fra Giuseppe ci siano ancora tante persone che si scagliano contro di lui.
RispondiEliminaInviterei le persone a smettere di alimentare questa fiamella di bugie.
Forse i nostri ragazzi che comunque sono ormai grandi e vaccinati non hanno capito che con il loro intervento (a mio parere inutile..perchè si poteva benissimo risolvere la questione all'interno della parrocchia, senza il bisogno di fare tanto scalpore..si sono vestiti di ridicolo almeno ai miei occhi) essi potrebbero rovinare la vita di molte persone.
Costoro hanno mai pensato che il nostro buon parroco ha cambiato la vita di molte persone?
Forse non sono in grado di capire che Fra Giuseppe che ha cercato di migliorare il possibile?
Beh a quanto pare NOOO!!
Questa è solo pura e seplice invidia!!!con ciò spero che questa storia si chiuda al più presto.
Almeno cari ragazzi salvatevi la faccia.
Ricordate:
Fra Giuseppe la reputazione l'ha e l'ha pure solida e rispettabile, non saranno certo 4 commentini scritti sempre dalla stessa persona a ledere la sua fama di persona giusta.
Voi ragazzi la fama ve la state costruendo e non state dando una visione molto buona della vostra persona..in quanto adesso entrate solo nel quadro del tipico corleonese cosidetto "azzikka cirina"..
Avete perso la stima di molti vostri coetanei..avete perso persone che reputavate amici..non avete paura se un giorno rimarrete da soli..perchè è quello che vi accadrà se non cambiate modo di fare..ma non mi riferisco in ambito parrocchiale ma nella vita in generale!
P.S avete notato che i commenti anonimi se ne trovano di meno?kissà perchè..
grazie Dino..
commentanto questo articolo mi rivolgo personalmente a don Gentile,
RispondiEliminacarissimo dai giornali è emerso che lei ha cacciato ingiustamente due ragazzi dal suo intervento la motivazione è diversa rispetto all'altro articolo ma lei ha in ogni modo sbagliato...molto probabilmente l'allontanamento dei ragazzi dalle attivtà parrocchiali potrebbe essere stato causato da crisi personali e il fatto che loro andavano a Napoli per divertimento..-nn mi dica che lei non ha mai fatto azioni stupide solo per divertirsi!!!- Perchè in tal caso lo dica subito così apriamo la causa di beatificazione; oltretutto Gesù ci insegna il perdono questo è scritto anche nel Vangelo -Gv4,4-42- pertanto la volevo invitare a riconciliarsi con i ragazzi e a chiedergli umilmente scusa.
Per quanto riguarda il matrimonio della figlia di Raina...bhe lì ha agito male per un solo motivo e cioè quello che si è fatto fotografare pubblicamente mentre celebrava le nozze....
questo poteva evitarlo...
Per il resto spero che lei possa risolvere questo grave problema e la saluto con un forte
Buona Caccia
Albatros Ingegnoso
Scusate ma quella di "Non sapevo chi fosse Totò Riina" è un'idiozia enorme. Lo sapevo io da Milano, chi era Totò Riina, e lui abita a CORLEONE per l'amor di Dio... e devi mostrare documenti quando ti sposi, non puoi certo dare un nome falso.
RispondiEliminaHo letto la "parziale rettifica" e poi ho letto con attenzione la versione del Don...
RispondiEliminaMi pare peggio la seconda versione della prima...
Chiunque conosca almeno QUALCOSA delo scoutismo (parlo di BADEN POWELL, non del leccaculismo vuoto della Azione cattolica amica dello IOR e della CEI!!!!) SA perfettamente che MAI e poi MAI si cacciano via 2 ragazzi per le motivazioni addotte dal Don...... Visualizza altro
Sinceramente la versione attuale mi sembra la classica mossa del "tira il sasso e nascondi il braccio..."
Perchè, la prossima volta che c'è una importante manifestazione DUICHIARATAMENTE antimafia, indetta da Don Ciotti, il DON non ci va assieme a tUTTO il gruppo SCOUT?
Tanto per mettere d'accordo parole e FATTI...