Idee e progetti per il Partito democratico siciliano
“E pur si muove…” sì, la Sicilia non è dannata. C’è una Sicilia del cambiamento. Vive nelle nostre città e nei nostri paesi della provincia. Vive tra i giovani e le donne. Vive nelle nostre scuole e nelle nostre università. Vive nel mondo del lavoro. Vive nelle imprese. Vive nell’agricoltura, nel commercio, nell’artigianato, nel turismo, nella pesca, nel terziario avanzato, nell’arte, nel cinema, nei centri di ricerca, nei centri d’eccellenza e nel mondo del volontariato, dell’associazionismo e dell’impresa sociale.
E’ una Sicilia che vive anche nei luoghi di sofferenza del lavoro precario, una condizione ormai insopportabile che impone nuove forme di schiavitù. E’ una Sicilia che vive nei molteplici percorsi del disagio e dell’emarginazione di un quartiere degradato o di un contesto, magari ben organizzato urbanisticamente, ma privo di relazioni significative, di coesione sociale e sicurezza.
Queste due Sicilie hanno bisogno di voce e rappresentanza, hanno bisogno di una progettualità politica credibile e nuova. Siamo per una Sicilia unita e coesa nei percorsi di modernità, differenziata solo per le storie e le tipicità dei territori, le opportunità, le vocazioni.
Ideali e idee, classe dirigente e militanti, programma e cultura di governo in Sicilia non possono più rimanere fuori dalla porta della politica, una porta sbarrata di fatto e aperta solo a parole.
E’ tempo per
Una Sicilia produttiva dello sviluppo sostenibile. In Sicilia si consuma molto e si produce poco. Adesso basta! Il lavoro che vogliamo deve essere il frutto dell’allargamento della nostra base produttiva. Lavoro vero, innovativo, diffuso, regolato con diritti certi ed esigibili, supportato da una formazione reale e utile ad un moderno mercato del lavoro. Basta con il precariato. E’ tempo per organizzare risposte, in sintonia con l’Europa, alle condizioni di disagio proponendo il reddito di cittadinanza. Una Sicilia produttiva fatta da piccole e medie imprese alle quali abbattere i costi, e prevedere cospicui vantaggi fiscali, a cui garantire delle aree sicure, da sostenere nella crescita e nella commercializzazione dei prodotti con infrastrutture di alto livello. Così pure il credito, la ricerca e l’innovazione devono raggiungere in pochi anni gli standard delle più avanzate regioni italiane ed europee.
E’ tempo per
Una Sicilia dai servizi al cittadino di grande qualità. La sanità, la scuola, l’università, la pubblica amministrazione sono chiamate ad un cambiamento profondo. Capacità gestionale, modelli organizzativi, saperi intelligenti, rigore amministrativo, controllo della spesa, verifica dei risultati: queste sono le regole esclusive che devono governare la politica del welfare in Sicilia. La stessa qualità ambientale è una risorsa che per essere salvaguardata nella sua integrità e qualità chiede che il criterio della sostenibilità guidi la scelta di fondo in tema di: aree verdi e sistemi naturali – mobilità sostenibile – sviluppo urbano – risorse idriche – rifiuti – energia – inquinamento acustico ed elettromagnetico – turismo sostenibile, per pervenire ad un equilibrio condiviso tra gli aspetti economici, ambientali e sociali della società.
E’ tempo per
Una Sicilia autorevole e ben organizzata nel cuore del Mediterraneo. La Sicilia deve aprirsi e non subire la globalizzazione. Il Mediterraneo è la dimensione adatta che, anche per storia e opportunità odierne e future, è in grado di dare peso e forza alla Sicilia che vogliamo. L’energia è una grande risorsa interna alla Sicilia. La sua produzione deve essere espressa in modo eco-compatibile, in grado di lasciare vere utilities e robuste risorse finanziarie. Ancor di più, la politica energetica deve avere nella Sicilia una testa pensante che regola i suoi rapporti su basi nuove con i Paesi del Mediterraneo e con l’Europa. La logistica, il trasporto delle merci richiedono un salto di qualità al nostro ancora povero sistema infrastrutturale: porti, aeroporti, ferrovie, autostrade. Le autostrade del mare in particolare sono il nostro futuro sia per il trasporto delle merci che per implementare la mobilità e facilitare i flussi turistici. Così anche il Mediterraneo è il luogo più adatto dove fare cresce i saperi delle nostre università, dalla sanità ai politecnici, dall’arte alla ricerca e all’innovazione.
Ma non siamo ingenui. Sappiamo bene che non basta aver grandi e moderni obiettivi. E’ necessario liberare la Sicilia da tre vincoli e utilizzare tre grandi risorse.
Liberare la Sicilia dalla mafia e far fare un salto di qualità al movimento antimafia. Legalità e sviluppo sono le coordinate dentro cui deve scorrere un concreto e progettuale impegno antimafia. Ci sono delle grandi novità che vanno colte e supportate. L’associazionismo antiracket inizia a ottenere risultati senza precedenti. Il mondo dell’impresa sceglie la legalità perché comprende che solo così ci sarà un libero mercato dove non sono i diritti la pietra d’inciampo, ma i vincoli devastanti imposti dalla mafia. Bisogna seguire la strada che essi ci indicano. La stessa politica deve fare una scelta altrettanto coraggiosa e incisiva non candidando più esponenti, che al di la della responsabilità penale, hanno un sistema di relazioni consapevoli con boss e fiancheggiatori di Cosa nostra. La mafia c’è, è ancora forte e devasta la dignità, la libertà, la democrazia e la ricchezza della Sicilia. L’antimafia dovrà essere positiva, ferma, rigorosa, partecipata, in grado di aggredire il radicamento sociale e culturale, il sistema delle collusioni con l’economia, la finanza, la politica e le istituzioni. Una Sicilia autorevole può, a testa alta e con forza, imporre al nostro Paese la priorità della lotta alla mafia su cui mai si è saputa misurare lungo la storia l’azione dei parlamenti e dei governi.
Liberare la Sicilia dalla burocrazia per esaltare il merito. Carte, passaggi, autorizzazioni, vincoli, bolli, comitati, consulenti, riunioni. Costi su costi, intermediazione su intermediazione. Risultati pessimi, squallidi, inefficienze da capogiro. Più merito, altro che! Solo i migliori e i più competenti debbono guidare i servizi della pubblica amministrazione. La politica deve evitare di creare quel circuito infernale che dai bisogni sposta tutto sui privilegi e dai privilegi impone lo scambio burocratico, clientelare, affaristico e in diversi casi anche mafioso. Programmazione, verifica dei risultati, controllo di gestione, standard di qualità, professionalità d’eccellenza sono le uniche scelte che devono orientare la politica nella crescita nella pubblica amministrazione.
Liberare la Sicilia dai privilegi della politica per promuovere una classe dirigente colta, popolare, figlia della selezione democratica e non dei circuiti della cooptazione o della collusione. Abbassare i costi di tutta la politica. Liberare le istituzioni dalla pletora di consulenti senza professionalità e ruoli necessari, cancellare le troppe società miste o i consorzi utilizzati nell’ambito dei rifiuti, dei trasporti e dei tanti servizi locali solo per ampliare la presa clientelare e amplificare a dismisura la spesa pubblica a danno di settori che sono ancora a livelli pre-moderni. Vi sono quartieri senza servizi e fasce sociali prive di qualunque tutela, così pure Vi sono servizi di eccellenza nel campo della ricerca, dell’innovazione senza i dovuti supporti finanziari. Settori della sanità, delle politiche giovanili, dei servizi agli anziani, per i minori e l’infanzia, per l’handicap e la tutela dei diritti di cittadinanza sono sprovvisti di qualunque intervento finanziario. Nuove regole elettorali, una preparata classe dirigente, libera dalle collusioni mafiose e dalle mille incapacità, per saper gestire la buona politica e a saper governare in modo trasparente e progettuale.
E’ questa la Sicilia che amiamo e che vogliamo moderna. Per questo abbiamo deciso di dare uno spessore forte alla nostra adesione al Partito democratico. Siamo convinti che il Pd sia la grande risorsa democratica soprattutto per la Sicilia. Non aderiamo perché a Roma hanno deciso di costruire il Pd. Il Pd non è l’ennesimo partito che va ad affollare la vasta e indigesta platea dei partiti italiani. Non nasce per sommare semplicemente i gruppi dirigenti fra i Ds e la Margherita, ma soprattutto per offrire agli italiani un partito nuovo. Nuovo perché riforma e rinnova la politica. Nuovo perché unisce e arricchisce i riformismi presenti nei partiti e nella società. Nuovo perché sa finalmente colmare la scissione tra fatti e valori, interessi e ideali, tra impegni solenni presi in campagna elettorale e azione di governo una volta vinte le elezioni. E’ questo il progetto condiviso da Veltroni a cui va la mia e nostra convinta e attiva adesione e dalle altre due autorevoli candidature di Enrico Letta e Rosy Bindi. Abbiamo fatto una scelta in più per vincere la diffidenza legittimamente presente nella società italiana e in particolare in Sicilia anche quando si annunciano grandi cambiamenti. Abbiamo scelto il sistema delle primarie per mettere nelle mani dei cittadini la decisione su quali dirigenti debbano organizzare e strutturare il Partito democratico. Abbiamo preso sul serio questa scelta. Non conosciamo il linguaggio della doppia verità. Questo è il Partito democratico e per questo con umiltà proponiamo alla Sicilia un percorso che finalmente presenti un riformismo forte in grado di dare al centrosinistra le basi per un ampio consenso e una cultura di governo adeguata a ridefinire e ricostruire la nostra autonomia siciliana. Non più un’autonomia gridata e poi svenduta nei fatti, non più un’autonomia rivendicazionista e isolazionista. Ma un’autonomia progettuale in grado di dare alla politica siciliana e alle istituzioni regionali un valore aggiunto, una marcia in più per farci competere alla pari con le migliori regioni d’Europa.
Più che mai in Sicilia c’è bisogno del partito della riforma della politica, del partito che parla chiaro, agisce coerentemente, volta pagina e abbatte i privilegi.
Più che mai in Sicilia c’è bisogno di un partito dei siciliani e dei siciliani in Italia e nel mondo. Più che mai c’è bisogno in Sicilia di un partito in grado di aprire la partecipazione e, nello stesso tempo, in grado di preparare una classe dirigente capace di decidere e di assumersi le proprie responsabilità.
Al nostro progetto ampie sono le adesioni nei Ds, nella stessa Margherita, nelle diverse aree politiche e culturali della sinistra e dell’area politico moderata, del mondo del lavoro e delle imprese, della cultura e del volontariato, come pure di semplici cittadini, giovani e donne, che vogliono condividere con noi la costruzione con metodi nuovi del Partito democratico.
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