L'intervento di uno studente |
La Sicilia dei coraggiosi e degli onesti nelle parole e nella persona di Dino Paternostro: un incontro particolare in una scuola particolare
La Sicilia … una terra martoriata da uomini vigliacchi che nel guardarsi allo specchio vedono riflessi degli esseri privi di qualsiasi valore e che cercano di conquistarli “cu coppuli e lupari” ma anche isola il cui lustro si deve a uomini coraggiosi, onesti, con valori veri, autentici, che hanno urlato forte il loro disgusto per la criminalità organizzata. Uomini che hanno amato la bellezza effimera del profumo di zagara, il rumore delle onde spumeggianti che si infrangono contro le insenature frastagliate, il gusto della granita appena fatta, di un pugno di sabbia bianchissima che scivola via dalle mani. Hanno amato. Non si sono soffermati ad osservare gli sbagli, i difetti della Trinacria facendo loro il motto di Paolo Borsellino “ il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare”. Loro hanno cambiato ciò che non andava bene, non gli è stata data la possibilità di terminare la loro opera ma il seme che hanno sparso ha scosso le menti anestetizzate di chi credeva che la mafia non si può combattere e quindi vincere, hanno fatto si che molti gridassero con forza che la mafia fa schifo! Di solito si ricordano solo i nomi dei grandi, di chi accompagnato dal lustro del proprio cognome si è battuto in prima linea contro la mafia e non di chi come Bernardino Verro, semplice ed umile contadino ha compattato la gente della sua generazione per “costruire l’antimafia", per dire no alle angherie, alla sottomissione, a nascondere la testa sotto la sabbia. Guardando al presente possiamo invece osservare che gli uomini che hanno coraggio, sono onesti non mancano. Un nome fra tanti è Dino Paternostro, giornalista e sindacalista di Corleone che con il giornalismo, nonostante numerose intimidazioni vuol completare l’opera iniziata un po’ di anni fa ed assistere alla sconfitta definitiva della mafia. Non è semplice abbattere la mafia soprattutto perché la mentalità mafiosa è radicata così tanto che checché se ne dica aleggia in tutti gli ambienti che frequentiamo. Ciò che a noi siciliani spesso manca è l’audacia di rischiare, di lasciare il certo per l’incerto, di avere il coraggio delle nostre azioni e così preferiamo scappare, come se lasciare la terra natia possa cambiare le cose o addirittura cancellare il nostro senso di colpa. Oggi io da quindicenne siciliana ho capito che odiare la mia terra sognando l’evasione è inutile perché anche grazie a me, al mio contributo, all’audacia e alla spensieratezza di adolescente posso contribuire alla gioia di vedere sorridere la mia isola, sentire il suo cuore battere all’unisono col mio, di sentir dire in qualsiasi parte del mondo che i siciliani non sono mafiosi … ecco quello che ho appreso in quel particolare incontro con Dino Paternostro. Così un giorno sorrideremo e saremo i padroni del mondo!
Questi miei pensieri trasferiti su "carta" sono un modo per dirle grazie per tutto quello che è riuscito a donarci in poco più di due ore in termini di valori ed umanità.
Arrivederci
Francesca Naso
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