lunedì 20 giugno 2011

PD-SICILIA: DOV’E’ LA VITTORIA?

Palazzo dei Normanni
di Agostino Spataro
Siamo alle solite. Anche i risultati della recente, modesta tornata elettorale amministrativa diventano oggetto di un’assurda pretesa secondo cui tutti hanno vinto e nessuno ha perduto. Addirittura, taluni fanno discendere da questi “trionfi” i destini politici della Sicilia e dell’Italia. Riproponendo, cioè, l’idea logora del “laboratorio politico siciliano” che, quando ha funzionato, ha provocato solo guasti e deteriori trasformismi. Analisi affrettate, enfatiche che non vedono quel che c’è dietro la vittoria di taluni sindaci: solo il trionfo delle ammucchiate e dei cambi di casacca last-minute.
Dov’è la vittoria? Viene da chiedersi, mutuando l’interrogativo fatale dell’inno di Mameli.
Chi vince e che cosa? per se stessi o per il progresso delle città e delle popolazioni?
La situazione è davvero eccezionale. I centri storici crollano, i servizi erogati sono i più costosi d’Italia e della peggiore qualità, il clientelismo dilaga e soffoca l’amministrazione.
Per un sindaco che “vince”vi sono migliaia di giovani, e non solo, che perdono persino la speranza di trovare un’occupazione degna e scappano dai nostri paesi e città perché non ci sono lavoro, servizi efficienti, equità di diritti e di doveri.
La Sicilia- come ha detto nei giorni scorsi Vincenzo Consolo- è sotto sequestro, ostaggio delle congreghe del suo sistema di potere politico e malavitoso.
Perciò, qui la vera sfida non è sconfiggere l’avversario di turno, ma questo sistema di potere opprimente, la disperazione, i problemi drammatici che la gente vive.
Nessuno vince, per davvero, se l’Isola continua a perdere opportunità, credibilità, finanziamenti, a precipitare nel fondo di tutte le statistiche sociali ed economiche.
Questo è il punto politico, e anche morale, da cui partire per valutare il risultato elettorale e l’esperienza degli ultimi anni alla regione, per re-impostare un progetto di riforme vere (non soltanto sbandierate, come quelle di Lombardo) e favorire l’affermazione di una nuova classe dirigente.
Ma vediamo di esaminare i quesiti posti sulla base dei risultati disponibili e relativi alle liste dei consiglieri nei centri superiori ai diecimila abitanti che, a differenza del voto per i sindaci, rendono di più il grado di consenso ai partiti.
Come previsto, dal voto non è emersa una linea divisoria netta fra il fronte che sostiene Lombardo e suoi oppositori. Nemmeno per i sindaci. In diversi casi (Favara, Porto Empedocle, Ragusa, ecc) gli schieramenti si sono talmente mischiati, centrifugati da risultare irriconoscibili.
L’unica cosa certa è che i berlusconiani siciliani (ormai ridottisi ad una grossa corrente guidata dal duo Alfano- Schifano) non hanno avuto la maggioranza dei sindaci.
Da notare, a proposito delle teorie sul terzo polo, che a Favara hanno vinto solo grazie al sostegno del MpA.
Per il resto, non è più un’impresa ardua battere questo PdL in evidente affanno, diviso, incerto e segnato da fughe anche clamorose. Come quella in atto dell’on. Miccichè il quale è disposto, contraddicendo i suoi ripetuti giuramenti, a realizzare accordi anche col diavolo ossia col PD. In qualche comune operativi, da anni.
Certo, il “terzo polo” siciliano (così inquieto, erratico e indefinito) esce rafforzato dalle elezioni. A danno di chi? Secondo i dati, a danno del PdL e, molto di più, del PD come si nota in diversi centri importanti, anche a forte insediamento elettorale di sinistra, dove il crollo del PD è drammatico.
In alcuni, addirittura, ha rischiato di sparire dai consigli comunali o si è ritrovato con percentuali a una sola cifra.
Dov’è, dunque, la vittoria?
Per averne un’idea, basta guardare le percentuali delle liste PD nel 2011 confrontate con quelle delle regionali del 2008 che sono il dato più vicino. Il confronto è improprio, ma è un po’ obbligato giacché nelle precedenti comunali il Pd non esisteva. In ogni caso, da il senso di una caduta davvero preoccupante.
Ecco alcuni esempi: Canicattì: 8,7% nel 2011 (contro il 19% 2008); Porto Empedocle: 6,4% (16,6%); Favara: 8,3% (18,8%); Capo D’Orlando: 6,1% ( 27%); Lentini: 13% ( 28,7%): Campobello di Mazara: 12,8% ( 48,4%).
Nella decantata vittoria di Bagheria le due liste (già questa divisione non è indice di buona salute) del PD ottengono insieme l’11,7% (contro il 21,4% ). E via di questo passo.
(fonte: Assessorato alla famiglia, Regione siciliana)
Se questa è una vittoria, meglio starne alla larga per evitare la caduta massi.
Chi ha a cuore le sorti del PD, del centro sinistra non può essere medico pietoso, ma ha il dovere di parlare chiaro e denunciare l’allarmante tendenza e provvedere di conseguenza.
Da tempo, si attende un chiarimento di fondo, la verifica delle “alleanze” alla regione e in tanti enti locali.
La fine dell’appoggio del PD a Lombardo può aiutare a sanare il contrasto interno e a recuperare una linea politica autonoma del partito, per aggregare uno schieramento ampio e vincente alla regione.
Tutto ciò a prescindere dalla questione giudiziaria che pende sul governatore che è solo aggiuntiva, come abbiamo sempre scritto.
Agostino Spataro
* pubblicato, con altro titolo, in “La Repubblica” del 18 giugno 2011.

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