martedì 24 maggio 2011
Corleone. Il progetto fotografico "Cento Sguardi" contro gli stereotipi mafiosi
(ANSA) - PALERMO - Lottare contro gli stereotipi sulla mafia, raccontando con i propri occhi il luogo in cui si vive. E' il senso del progetto fotografico dal titolo "I cento sguardi", organizzato in collaborazione con il Comune di Corleone (Palermo), Unicoop Tirreno, Fondazione sistema Toscana-Mediateca, Fondazione Antonino Caponnetto, il Coordinamento antimafia di Firenze e la Cooperativa 'Lavoro e non solo'. L'inaugurazione, nel corso della quale verranno esposte 100 immagini di selezione su oltre 3 mila, è prevista per stamattina mercoledi 25 maggio, alle 11, nel Complesso di San'Agostino, a Corleone. ''Prima di arrivare a Corleone, noi come tanti, avevamo dei preconcetti su cosa vi avremmo trovato, perche' Corleone e' un luogo che evoca luci fosche ed eventi sanguinosi - racconta Margherita Abbozzo, ideatrice del progetto, assieme ad Alessandra Capodacqua -. La cooperativa 'Lavoro e non solo' offre a ragazzi di tutta Italia la possibilita' di fare l'eccezionale esperienza dei campi di lavoro organizzati dall'Arci - spiega Margherita -. Il nostro progetto e' stato pensato, invece, per i ragazzi del luogo, quelli che non vanno via dopo qualche settimana in estate e che a Corleone invece abitano, studiano, crescono''. ''Alla fine di ottobre 2010 abbiamo distribuito macchine fotografiche attraverso le scuole del paese, coinvolgendo la classe V elementare, la II e la III media, il I liceo di agraria, il I anno del liceo pedagogico e qualche ragazzo dei licei classico e scientifico. I ragazzi hanno avuto qualche giorno per fare fotografie. Delle 100 macchine distribuite ne sono tornate indietro 88 e due non hanno funzionato bene. Per le rimanenti 86 abbiamo avuto quasi tutti i permessi necessari, concessi dai genitori per utilizzare immagini realizzate da minori. Non e' stato facile selezionare cento immagini su oltre 3 mila fotografie, ma siamo rimaste molto colpite dall'entusiasmo dei ragazzi e dalla loro voce che forestieri accogliamo con un silenzio rispettoso e pieno di interesse''. ''Se fosse educata adeguatamente - conclude Abbozzo - la loro voce potrebbe anche aprire porte professionali capaci di dare molta soddisfazione''. (ANSA).
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