Fermare il depotenziamento dell’Ospedale di Corleone e rilanciarlo come presidio sanitario a difesa della salute dei circa 70 mila cittadini della vasta zona del Corleonese e del Lercarese è un dovere di tutti noi. E lo stiamo facendo. Bisogna evitare, però, le furbizie da “politica politicante”, che sono dure a morire. La nuova pianta organica del P.O. “Dei Bianchi” depotenzia la chirurgia generale, il servizio di cardiologia, il laboratorio di analisi. Bisogna battersi per ri-potenziali. Di più: bisogna ottenere le attrezzature sanitarie necessarie per la perfetta diagnosi e la cura più efficace delle patologie. Di più ancora: bisogna vigilare affinché arrivi davvero il finanziamento per completare la costruzione della seconda ala e ristrutturare la vecchia, all’interno della quale ubicare il PTA (Punto Territoriale di Assistenza). Nel contempo, per spirito di verità (e per non auto-flagellarci inutilmente), bisogna dire che le iniziative (quelle vere e unitarie) dei mesi scorsi, nel corso delle quali abbiamo incontrato due volte l’assessore regionale alla salute Massimo Russo e il presidente della Commissione Sanità dell’Ars Giuseppe Laccoto, hanno strappato tre risultati importanti: 1. il ripristino del Servizio di Psichiatria, che era stato soppresso, con i posti-letto raddoppiati e il personale necessario; 2. la trasformazione del “punto nascite” in Unità Operativa Semplice di Ostetricia e Ginecologia, col relativo personale; 3. il mantenimento del Servizio di Pediatria, con la sua dotazione organica. Non è giusto che, pur di dire peste e corna dell’assessore Russo, si dimentichino (o si faccia finta di dimenticare) queste cose. Serve solo ad auto-scoraggiarsi (se si è in buona fede). O a strumentalizzare per fini di parte (se si è in mala fede). Invece, mettendo al bando scoraggiamenti e strumentalismi, dobbiamo convincerci che, se siamo uniti, possiamo muovere le montagne.
L’invito alla politica (e ai politici), quindi, è di non combattere la battaglia per la difesa dell’ospedale come un capitolo del regolamento dei conti col presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo e i suoi amici, ma come un capitolo della sacrosanto diritto/dovere di difendere la salute dei cittadini. In questo spirito, la campagna di sensibilizzazione del 14 novembre, l’assemblea cittadina del 21 e la manifestazione cittadina / sciopero generale (non impicchiamoci alle parole, anche perché il consiglio comunale di Corleone può suggerire lo sciopero, non proclamarlo), sono strumenti utili per raggiungere l’importante obiettivo che ci prefiggiamo: riaprire le trattative con l’assessore Russo e il direttore generale Cirignotta sul futuro della sanità nella nostra zona.
Dino Paternostro
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