Emilio Fede e Lele Mora |
Si allunga da Milano a Trapani l'inchiesta sul giro di escort che sta facendo tremare il governo: l'incrocio tra indagini diverse sta alzando il sipario non solo su presunte feste a base di sesso, con ragazze anche minorenni, nelle dimore di Silvio Berlusconi, ma anche su forniture di stupefacenti all'ombra della criminalità organizzata. Due inchieste parallele, una a Milano e una a Palermo, con personaggi comuni: escort che frequentavano le serate del premier, ma sempre attraverso la mediazione di Lele Mora. Le ragazze venivano portate ad Arcore, secondo l'accusa milanese, da Mora, fabbricante di carriere tra tv e discoteche, sul quale è in corso una nuova istruttoria per verificare lo spessore dei suoi rapporti con il sottobosco criminale. E l'inchiesta nata in Sicilia, oltre ad avere individuato fanciulle mandate a villa Certosa sempre da Mora, ricostruisce party con i politici - ma senza riferimenti al Cavaliere - con l'ipotesi che vi venisse spacciata cocaina fornita da trafficanti vicini a Matteo Messina Denaro: il padrino latitante di Cosa Nostra. Retroscena inquietanti, scoperti indagando su reati di strada. Al Nord c'è la procura di Milano, che parte da un giro di prostituzione di lusso e arriva a Ruby, la minorenne marocchina (ha compiuto 18 anni il primo novembre) che si vendeva mentre sognava il successo con Mora. Nella sua storia c'è un evento eccezionale: il 27 maggio, quando viene fermata senza documenti per furto, in questura arriva una telefonata di Berlusconi, che chiede di rilasciarla raccontando ai poliziotti una bugia: la accredita come nipote del presidente egiziano Mubarak. Ma ora i pm di Palermo mettono altra legna al fuoco: con un'indagine da poco trasmessa a Milano, scoprono infatti che pure una escort di Reggio Emilia parla di sesso a pagamento con il premier. Lo confessa lei stessa e precisa di aver incassato 10 mila euro per due incontri.
Gola profonda
Si chiama Nadia Macrì e ha ricostruito, molto prima che sui giornali si parlasse di Ruby, uno scenario quasi identico: feste sexy nelle case di Berlusconi, con l'intermediazione di Lele Mora ed Emilio Fede, già indagati a Milano. L'inchiesta di Palermo è partita da una trentenne di Parma, Perla Genovesi, ex assistente di un parlamentare del Pdl. Arrestata in luglio dai carabinieri per traffico di droga, ha parlato anche di eventi speciali. Party con ragazze pagate per prostituirsi con gli ospiti: oltre a Berlusconi, nei verbali compaiono altri politici. E altri se ne aggiungono negli interrogatori che proseguono a Palermo. I primi riscontri arrivano da intercettazioni iniziate cinque anni fa. In una nota riservata alla procura, ad esempio, i carabinieri scrivono che già nell'aprile 2005 Perla "contatta Villa San Martino in Arcore", cioè "la residenza dell'on. Berlusconi". E riassumono che la donna "ha fatto da tramite in una transazione economica tra soggetti di Milano e gli indagati" (ovvero i presunti trafficanti): "Si ipotizza che la merce venduta sia droga". Si legge nella nota: "Un centralinista risponde "Villa San Martino". Perla chiede del dott. Giuseppe Villa che però non c'è. Chiede anche di tale Bondi ma non c'è neanche quest'ultimo". Per gli investigatori Villa, candidato nel 2006 alla Camera, era il segretario dell'attuale ministro. Ora però Perla deve chiarire ai pm il contenuto di molte altre conversazioni, come quella con l'allora presidente dei deputati di An, Ignazio La Russa. E con la parlamentare emiliana del Pdl Isabella Bertolini.
Cosa Nostra.
Perla è legata a un impiegato trapanese, Paolo Messina, considerato vicino ai favoreggiatori del boss Denaro. Ed è legatissima a Vito Faugiana, un politico di Castelvetrano arrestato in luglio. Secondo l'accusa Paolo Messina commerciava cocaina, Faugiana gestiva i clienti e Perla faceva il corriere: portava droga dalla Spagna in Sicilia, Emilia e Lombardia. Alle regionali del 2005, lei con Faugiana si candida con il Nuovo Psi in Emilia: finanziati con la droga, ma bocciati dagli elettori. Quindi Perla diventa assistente del senatore Pdl Enrico Pianetta. Nel 2007 cominciano i guai. Viene fermata con Faugiana: ha cocaina in macchina. Evita l'arresto perché è incinta. Nel 2010 però finisce in carcere. E decide di parlare. Di narcotraffico. E di "banchetti orgiastici" con sesso e droga, a suo dire organizzati da Paolo Messina nelle ville di politici del Pdl in Sicilia. Perla accenna anche a party al Nord. E indica ai pm il nome dell'amica Nadia. Perla ricordava solo di averle presentato, tra gli altri, Renato Brunetta, non ancora ministro. E Nadia aggiunge di aver fatto sesso a pagamento anche con lui (che però smentisce). Entrambe parlano di un giro più grande, quello di Berlusconi, e dicono di aver partecipato a feste sexy a Milano e in Sardegna. Ora anche su questo indaga Milano, dove soffia l'uragano Ruby.
I soldi di Lele.
Il capitolo più delicato dell'indagine lombarda riguarda i soldi che la minorenne Karima El Mahroug, alias Ruby Rubacuori, ha ricevuto a Milano 2 da un emissario di Lele Mora: fino a 5 mila euro alla volta, come lei stessa aveva ammesso alla polizia che la fermò in settembre. I pm ipotizzano che quei soldi possano essere usciti da un fondo gestito da Giuseppe Spinelli, storico amministratore del patrimonio di Berlusconi. A Milano è in corso anche un'altra indagine sulle finanze segrete di Mora, per fatture false e bancarotta: 4 milioni che Lele fece uscire in nero dalla sua società-scuderia poi fallita. Dove sono finiti? Mora giura di averli regalati a Fabrizio Corona per amore. Ma il pm Eugenio Fusco gli contesta di raccontare balle sul fotografo per nascondere il proprio patrimonio. E gli attuali beneficiari. Ma ad allungare altre ombre su Mora è la genesi dell'indagine sulle escort: nel 2008 un informatore indica alla polizia gli autori di un pestaggio di prostitute. Ed è lo stesso confidente, nel 2009, a parlare del giro di squillo per milionari in cui nel 2010 spunta Ruby.
La bugia del premier.
Dopo gli interrogatori dei vertici della polizia milanese, il procuratore Edmondo Bruti Liberati ha scagionato la questura: Ruby, il 27 maggio, fu "regolarmente identificata", nonostante le pressioni, e "legittimamente affidata" a Nicole Minetti, 25 anni, ex ballerina, poi igienista dentale e consigliere lombarda del Pdl, amica di Berlusconi e ora indagata. L'inchiesta però continua, per rispondere ad altre domande: perché il capo del governo è arrivato a raccontare una bugia su Mubarak per far rilasciare la diciassettenne? E perché la Minetti, dopo aver "preso in affidamento, consapevole delle conseguenze giuridiche, la minore", l'ha rimandata a casa di una brasiliana, Michele, che ora accusa Ruby di essersi prostituita con clienti ricchissimi?
Gli effetti sul divorzio.
I nuovi giri di escort che ruotano attorno al Cavaliere rischiano di costargli caro anche nella causa che lo oppone a Veronica. In questi mesi infatti si è ormai chiusa la prima fase della procedura, con il fallimento del tentativo di trovare un accordo tra ex coniugi. A questo punto, già nelle prossime udienze, partiranno le richieste di prove: documenti e, soprattutto, testimoni. Che in questo caso potrebbero essere le decine di ragazze presenti ai party di Arcore e di villa Certosa. L'obiettivo infatti è capire a chi, tra Silvio e Veronica, si possa "addebitare" la responsabilità del divorzio. Con tutte le pesanti conseguenze familiari ed economiche.
L'Espresso, 4 novembre 2010
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