Da molti mesi la società civile palermitana vive un profondo disagio nei confronti di chi ci amministra. Vi sono state raccolte di firme, petizioni, appelli, aggregazioni di gruppi di cittadini che vogliono ragionare su un futuro migliore e possibile. La nostra città, dopo 9 anni di cura Cammarata, versa in uno stato di agonia. Non funziona più nulla e ognuno si arrangia come può in una realtà senza regole e senza certezze in cui cresce sempre di più la illegalità, spesso favorita dalla stessa azione amministrativa.
Palermo è una città umiliata nella sua immagine e nella sua vita quotidiana: è come se il Comune avesse cessato di esistere. Mentre i cittadini pagano le malefatte dell'Amministrazione comunale e delle aziende collegate, AMIA in testa, Cammarata e la sua giunta non sono più in grado di gestire neppure l'ordinaria amministrazione. Così la vecchia alleanza scricchiola e parti significative del centrodestra, corresponsabili di questo disastro, prendono le distanze dalla giunta e dal Sindaco. I conti dell'Amministrazione riflettono in pieno questo quadro drammatico: blocco della spesa, debiti in crescita esponenziale e contenziosi in espansione con cittadini e imprese che aspettano, ormai invano, il dovuto.
Quando un Comune è ormai alla bancarotta, non paga i suoi debiti, non assolve ai suoi compiti istituzionali, l'aumento in modo indiscriminato e arbitrario dei tributi e il taglio dei più elementari servizi non risolvono il problema. Tutto ciò deve allarmare ogni cittadino responsabile.
A poco è servito fin qui l'aiuto del Governo nazionale che oggi, con la sua manovra economica, colpisce ulteriormente i comuni, le regioni e il mezzogiorno. Un sindaco pluri-indagato, una giunta e una coalizione complici, incapaci di far valere le ragioni della nostra città, hanno dilapidato le risorse e stanno manomettendo il territorio, facendo pagare in modo spregiudicato ai cittadini il costo di questo loro malgoverno; una città al collasso, sommersa dai rifiuti, con gravi rischi per la salute dei cittadini, ora minacciati anche dall'inquinamento della falda, l'azzeramento di tutte le attività a sostegno delle fasce più deboli e l'elenco potrebbe ancora continuare. Non passa giorno che nelle strade del centro sfilino gruppi di cittadini che urlano la loro rabbia per l'assenza di risposte ai loro bisogni e ai loro diritti ma anche testimoni della loro impotenza di fronte a tanto disastro! Con questa Amministrazione non si può più nemmeno dialogare, essa non è più credibile, non è più legittimata neppure dagli stessi cittadini che l'hanno eletta. Ce n'è abbastanza per dire: ora basta! Un grande fermento, nato dall'indignazione e carico di volontà di cambiare il governo della città, è sempre più presente nel territorio.
Ma l'indignazione da sola non è più sufficiente! Bisogna costruire un'alternativa. È un dovere morale ricercare un metodo utile che unisca tutte le forze del cambiamento per il bene della nostra città. Al Consiglio comunale, una opposizione in ordine sparso si arrabatta per svolgere il suo mandato, rappresentando una città sempre più stanca e avvilita. Dopo due anni di battaglie constata la propria impotenza di fronte a spregiudicate logiche clientelari ma cresce la consapevolezza che non si tratta più di gridare "Cammarata vattene", ma di costruire un percorso virtuoso per restituire a questa città il volto umano e produttivo che i cittadini e gli imprenditori onesti vogliono.
È per questo che vogliamo dire a tutti, cittadini, mondo della cultura e della ricerca, associazioni, movimenti, e ai tanti esclusi sociali, di riappropriarci del nostro diritto al futuro, ad una amministrazione corretta, a un nuovo rapporto tra politica, conoscenza e morale.
È necessario creare le condizioni per un governo della nostra città sulla base di un progetto comune, che faccia, innanzitutto, proposte concrete di soluzione dei tanti problemi che rendono più difficile la nostra vita, a cominciare da quello del lavoro e della liberazione dalla precarietà.
La mobilitazione deve partire dalla scelta di una nuova classe dirigente, capace di mettersi a servizio degli interessi generali della città, scelta con lo strumento più democratico che conosciamo: le primarie.
Sarà così una mobilitazione "per". Non solo per mandare via la giunta dell'ignominia e il suo sindaco, ma anche per costruire una alternativa che restituisca dignità e cultura ad una città mortificata e offesa.
Alle primarie si dovrà arrivare attraverso un percorso plurale e democratico, aperto e partecipato. Così, in una città di fatto senza governo, i Palermitani potranno dettare l'agenda politica, con nuovi spazi di partecipazione democratica e nuovi punti di riferimento alternativi e credibili, per condividere e costruire quel progetto di città che sarà il programma di governo di chi avremo scelto come Sindaco.
Con questo appello vogliamo altresì chiedere al Consiglio comunale un segnale forte di coerenza, di non cedere a inutili e dannosi compromessi, di rompere con questa esperienza politico-amministrativa che dal suo protrarsi sarà solo causa di ulteriori danni alla nostra comunità; per costruire assieme, società civile e opposizione politica, abbattendo gli steccati, un "Consiglio Comunale alternativo" nello stesso Palazzo di Città, riappropriandoci della Casa Comune dei cittadini.
Ci rivolgiamo a tutti perché consideriamo la nostra città un Bene Comune.
Primi firmatari:
Gianni Allegra, Nino Alongi, Emilio Arcuri, Letizia Battaglia, Beno Biundo, Augusto Cavadi, Donatella Costa, Carmelo Di Gesaro, Steni Di Piazza, Sergio Di Vita, Giovanni Ferro, Giovanni Fiandaca, Michele Figurelli, Aurelio Grimaldi, Mario Guglielmino, Nicola Giuliano Leone, Nadia Lo Presti, Alberto Mangano, Fausto Melluso, Vito Mercadante, Antonello Micalizzi, Gianni Notari, Antonino Pellicane, Erina Pellitteri, Aldo Penna, Antonio Riolo, Nino Rocca, Anna Maria Sagona, Giuseppe Sunseri, Daniela Thomas, Alberto Tulumello, Fulvio Vassallo, Emanuele Villa
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