lunedì 15 marzo 2010

Gli affari, i politici, la legalità negata. Report alza il velo sui Fondi Fas

Fondi Fas, ecco chi e come li spende. Una radiografia impietosa quella portata alla luce da Report, la trasmissione di Raitre dedicata ieri agli affari di Sicilia. Una puntata dedicata ad una cassaforte di oltre 50 miliardi di euro. A tanto ammonta il Fas, fondo per le aree sottoutilizzate. Il Governo l’aveva creato con una legge ad hoc nel 2002 con lo scopo di destinare finanziamenti per le zone più in difficoltà del nostro Paese, l’85% va al sud il resto al centro nord. Con l’avvento della crisi però, il governo ha cominciato a usare questa cassaforte come un bancomat e ha destinato fondi, oltre che per le ricostruzioni dopo il terremoto in Abruzzo, Marche e Molise, anche per tappare i buchi di bilancio delle amministrazioni di Roma, Catania e Palermo, pagare gli ammortizzatori sociali, l’emergenza rifiuti e la proroga della rottamazione dei frigoriferi, le multe delle quote latte, e soprattutto sono stati destinati per il G8 al centro delle cronache per l’inchiesta “Grandi Appalti”. Anche il ponte sullo stretto, benché il governo abbia detto che non costerà nulla allo Stato, sarà destinatario del Fas: un miliardo e trecento milioni sono stati appena destinati per le opere propedeutiche. Inoltre altri 4 miliardi finiranno in Sicilia nei prossimi anni. Per evitare che finiscano nelle mani della criminalità organizzata la legge ha istituito il protocollo di legalità. Ma non tutto ha funzionato e sta funzionando per il verso giusto. L’inchiesta, firmata da Sigfrido Ranucci, si snoda lungo l’asse Palermo-Catania. Vediamo come.
Catania-Siracusa. Report ha scoperto che alcuni lotti dell’autostrada appena inaugurata e costata 750 milioni di euro sono stati subappaltati dalla Pizzarotti di Parma alla Unical Calcestruzzi che, a sua volta, ha acquistato materiali dalla Copp, azienda catanese amministrata da Vincenzo Ercolano, figlio di Giuseppe, già condannato per associazione mafiosa e fratello di Aldo, attualmente in regime di 41 bis e accusato, tra l’altro, di essere uno dei mandanti dell’omicidio di Giuseppe Fava.
Rimed. Il centro d’eccellenza finanziato con 330 milioni di fondi fas è presieduto dall’ex ambasciatore Paolo Pucci di Benisichi. In consiglio d’amministrazione siedeva sino a qualche giorno fa anche l’ex governatore Totò Cuffaro, condannato in appello per rivelazione di segreti con l’aggravante di aver favorito Cosa Nostra. All’indomani dell’inchiesta di Report, il Rimed ha fatto sapere che Cuffaro si è autonomamente dimesso dal Cda.
Circumetnea di Catania. E’ la metropolitana di superficie di Catania, foraggiata ogni anno dallo Stato per un ammontare di 26 milioni di euro. Il commissario governativo è Gaetano Tafuri, già assessore al Bilancio del comune di Catania e uomo di Raffaele Lombardo. Nel servizio di Report l’ex presidente della Circumetnea Mario Spampinato rivela che Tafuri avrebbe fatto assumere circa 60 persone per chiamata diretta (tra queste molti familiari di politici, poliziotti, finanzieri e funzionari della prefettura) e firmato almeno 25 consulenze “con gente che non si è mai vista nei nostri uffici”. Il ministro Renato Brunetta ha fatto sapere di aver ordinato un’ispezione.
Palermo-Messina. Un blocco dell’inchiesta è stato dedicato all’autostrada inaugurata in pompa magna nel dicembre del 2004. A far da cicerone all’inviato della trasmissione di Milena Gabanelli è stata l’ex presidente del Consorzio autostrade Patrizia Valenti, più volte destinataria di minacce prima di essere sollevata dall’incarico. La Valenti ha raccontato pure di come abbia bloccato il pagamento di una somma di 10 mila euro all’anno destinata all’affitto di un terreno sul quale sarebbe dovuto sorgere un palo di circa 40 centimetri. Il terreno – ha denunciato la Valenti – era di proprietà di un dipendente del Consorzio. Si è parlato anche di come ampi tratti dei muri di contenimento dell’autostrada siano stati rivestiti con pietra di Mistretta proveniente da una cava riconducibile ai boss Santapaola e Frasconà, quest’ultimo più volte intercettato con il parlamentare messinese Dino Germanà che, intervistato da Report, ha ammesso: “La prossima volta starò più attento nello scegliere i miei elettori”.
Gli affari di Bevilacqua. L’ultima parte dell’inchiesta è stata dedicata agli innumerevoli incarichi dell’ingegner Nino Bevilacqua, presidente dell’autorità portuale di Palermo e grande amico del sottosegretario con delega Cipe Gianfranco Miccichè. Bevilacqua ha fimato, tra gli altri, la progettazione di 9 lotti della Palermo-Messina, di due della Siracusa-Gela, dell’Agrigento-Caltanissetta, della Circumetnea, dell’Aeroporto di Agrigento, della Salerno-Reggio Calabria, del porto di Ortigia, del passante ferroviario di Palermo, adesso del Ponte sullo Stretto, tutte opere finanziate con i fondi Fas. E’ anche presidente della società Torrazza Srl che è proprietaria di una sessantina di immobili nel centro storico. Sotto la lente d’ingrandimento anche un imponente immobile che questa società avrebbe acquistato per poi rivenderlo a prezzo notevolmente maggiorato ad un’azienda riconducibile a Banca Nuova. In un fuori onda registrato col governatore siciliano, Raffaele Lombardo, conversando con l’inviato di Report dice: “L’ingegnere Bevilacqua è il braccio destro di Miccichè, ora con Zapparrata (Mario Zapparrata, attuale commissario del Cas, ndr)vedrete che lavori a Bevilacuqa non gliene darà più”.
LiveSicilia.it, lunedì 15 marzo 2010
(Il link della trasmissione di Rai3 REPORT)

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