Carissimo Direttore,
io ho preso la presidenza di questa squadra da pochi mesi e come lei sa nei campi di questo tipo di categoria si consumano spesso atti di violenza gratuita sicuramente deprecabili. Durante questi mesi ho cercato di dare un segnale, perché per me lo sport è vita (come dice un famoso slogan) e pertanto è espressione di valori che portano in se interrelazioni e amicizia. E’ vero quanto lei dice che anch’io sono stato aggredito ma, mi permetto di fare una piccola precisazione, in quanto ho preso solo uno spintone e, a onor del vero, nessun mi ha mai dato calci e pugni. E corrisponde anche a verità il fatto che nonostante ciò il dirigente, è ancora al suo posto, ma è altrettanto vero che lo stesso dirigente da allora ha condiviso il taglio che io ho voluto dare alla squadra e cioè quello di un sereno svolgimento del gioco e di allontanare dal campo gli atti di violenza. Io credo che una seconda opportunità, quando si verificano le condizioni adatte, bisogna concederla fino a prova contraria.
Tornando alla squadra, anzi all’episodio del 19 dicembre, mi verrebbe voglia di fare ulteriori precisazioni, dicendo che al di là delle urla non ci sono stati contatti fisici. Ciò, comunque, non è in alcun modo giustificabile, anzi è condannabile, anche perché in questi casi è difficile comprendere quando finisce il folklore e iniziano gli insulti; però, e di ciò si può chiedere conferma a coloro i quali hanno assistito all’accaduto, non ci sono stati atti di violenza fisica. Su queste basi, infatti, è stato scritto il ricorso presentato alla Lega, affinché vengano appurati i fatti così per come sono realmente avvenuti. Vede caro direttore oggi scopro sulla mia pelle che avviare un percorso di questo tipo è una cosa complessa, anche perché non ho a che fare solamente con la mia squadra e la mia dirigenza ma contemporaneamente con gli umori degli avversari e del pubblico, che spesso diventano incontenibili. L’ante tempo per me ha questo” sapore”, quello di avviare un processo tale che durante le attività sportive vengano fuori solamente sane competizioni. A me non piace la violenza, non la condivido e soprattutto ritengo che non porta a niente di buono ed è su questo che si fonda il mio lavoro con la squadra e, mi permetta di spezzare una lancia nei loro confronti, ho trovato terreno fertile e soprattutto un coinvolgimento straordinario da parte di tutti i componenti della Polisportiva Corleone. Per me questo è già un buon risultato, spero, e sarò ben contento di poterlo fare, fra qualche tempo di potere scrivere anche su questo blog che il ”post-tempo” si è svolto tra gli abbracci.
Gabriele Gulotta
***
Confermiamo quanto già scritto nella nostra precedente "nota a margine": la speranza è sempre quella che si torni a ragionare, a fare sport, ad affermare i valori della lealtà e della correttezza. Con l'impegno vero di tutti, ce la possiamo fare. E questa nota del presidente Gulotta, che volentieri pubblichiamo, comincia a dimostrarlo. Auguri, Corleone! Che (con l'impegno e il bel gioco) il 2010 ci porti in promozione! (d.p.)
Nessun commento:
Posta un commento