"Sono testimone vivente dei riscontri originali sui rapporti fra Massimo Ciancimino, il ministero dell'Interno e il ministero della Giustizia". Lo ha detto l'ex consulente informatico di diverse procure, Gioacchino Genchi, in un'intervista rilasciata al programma KlausCondicio. "Ero - ha ricordato Genchi - nel team investigativo di un'indagine a Palermo su mafia e appalti, un'indagine importante che secondo me rappresenta un punto di riferimento importante anche nella causale della strage di via d'Amelio. Segnalai alla procura di Palermo l'acquisizione e lo sviluppo di un cellulare di Ciancimino, quindi sono testimone vivente di quei riscontri originali sui rapporti di Ciancimino con altissimi livelli delle istituzioni. Non solo - ha aggiunto - della politica, ma anche dello Stato e io trovai contatti con utenze del ministero dell'Interno, con utenze della Giustizia, incontri a Roma, contatti telefonici romani che, purtroppo, non sono mai stati chiariti e che, secondo me, costituiscono uno dei riscontri più importanti alle dichiarazioni di Ciancimino per quanto riguarda le entrature negli apparati dello Stato". L'ex consulente ha anche riferito che il ministero dell'Interno fece trasferire il superpoliziotto Arnaldo La Barbera - che indagava sulle stragi di Capaci e via D'Amelio - quando si imboccò la pista "dei servizi segreti, delle collusioni interne alle istituzioni". Genchi ha infine spiegato che "l'esplosivo di via D'Amelio viene utilizzato in ambito militare, in ambito di guerriglia, cioé in contesti e circuiti che non costituiscono appannaggio, diciamo, di Cosa Nostra". Gli attentati a San Giorgio al Velabro e a San Giovanni in Laterano a Roma nel 1993 erano un avvertimento agli allora presidenti di Camera e Senato, Giorgio Napolitano e Giovanni Spadolini, ha aggiunto Genchi. Perché, ha osservato l'ex consulente, "non li hanno fatti a Santa Maria Maggiore, a San Paolo, che per esempio è in una zona isolata o a San Pietro, che avrebbe avuto ancora più risalto? Perché non li hanno fatti all'Ara Pacis o al Colosseo? Perché proprio San Giovanni e San Giorgio? Lei sa che significa Giorgio e Giovanni, chi erano Giorgio e Giovanni? Giovanni era Giovanni Spadolini, che era il presidente del Senato, la seconda carica dello Stato mentre Giorgio era Giorgio Napolitano, presidente della Camera, terza carica dello Stato che poi è diventato ministro dell'Interno e ora fa il presidente della Repubblica".
SiciliaInformazioni, 20.10.2009
NELLA FOTO: Gioacchino Genchi
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