di Cosmo Di Carlo
FICUZZA - Tre corone d’alloro, una dell’Arma dei Carabinieri, una del Comune di Corleone e la terza della Provincia Regionale di Palermo, sono state deposte davanti al cippo che ricorda il colonnello Giuseppe Russo, nella piazza che, dal 20 agosto del 2001, l’allora sindaco di Corleone Pippo Cipriani volle fosse intitolata all’ufficiale dei carabinieri, assassinato con l’insegnante Filippo Costa, 32 anni fa. Alla cerimonia era presente Francesca Russo, figlia del tenente colonnello, e la vedova dell’appuntato Domenico Intravaia, morto nella strage di Nassiriya. Era presente anche una folta delegazione di giovani, provenienti da tutta Italia, che stanno partecipando a Corleone ai campi di lavoro “Liberarci dalle spine”, organizzati dall’Arci e dalla cooperativa sociale “Lavoro e non solo”, che gestisce circa 150 ettari di terra confiscata alla mafia. Questi ragazzi, provenienti da Firenze e da altre città della Toscana, della Lombardia e del Veneto, si sono stretti attorno ai familiari ed agli ufficiali dell’arma. Per una mattina hanno interrotto il lavoro nei campi confiscati ai boss “corleonesi” per essere presenti qui a Ficuzza.
In questa Piazza emblema del sacrificio e della lotta alla mafia, quella sera del 20 agosto 1977 tra i primi cronisti ad accorrere vi fu Mario Francese, che firmò un pezzo da antologia apparso sul Giornale di Sicilia dell’indomani. Sarebbe stato ucciso anche lui dalla mafia il 26 gennaio del 1979. Tra i mandanti e gli esecutori del delitto, Totò Riina, Leoluca Bagarella ed altri affiliati alla cosca che di li a poco avrebbe insanguinato Palermo. Nei portici della Piazza di Ficuzza, che allora era intitolata ai “ Fratelli Lupo”, echeggiò il 20 agosto del 1982 la voce del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. «Vigliacchi - disse rivolto ai mafiosi – Vigliacchi! Avete sparato alle spalle di un uomo coraggioso, che vi aveva sempre affrontato a viso aperto». Poi, da quel palco, chiese i poteri speciali che non arrivavano, neanche dopo la sua intervista a Giorgio Bocca di qualche giorno prima. Il piombo della mafia lo avrebbe fermato in Via Isidoro Carini il 3 settembre del 1982. Nell’agosto 1991 anche il giudice Giovanni Falcone, insieme a Giuseppe Ayala, partecipò alla commemorazione del colonnello Giuseppe Russo. «Per rendere omaggio - disse allora in un’intervista a - Città Nuove ad un uomo che aveva individuato per tempo la pericolosità dei “corleonesi”». Il tenente colonnello Giuseppe Russo, infatti, in un famoso rapporto del Nucleo Investigativo dell’Arma, aveva individuato per tempo uomini ed imprese mafiose legati a politici collusi, che lucravano sugli appalti pubblici nella provincia di Palermo, dove era in costruzione la diga “Garcia”, che fece 34 vittime tra omicidi e lupare bianche. «Oggi la presenza di questi giovani accorsi da ogni parte d’Italia a ricordare il Colonnello Russo – ha detto nel suo intervento il comandante della Legione Carabinieri Sicilia, generale Vincenzo Coppola – ci incoraggia a proseguire nell’impegno quotidiano per sconfiggere tutte le forme di mafia e di criminalità organizzata».
20 agosto 2009
Foto (Di Carlo). Da sinistra: il Colonnello Pietro Salsano, comandante Gruppo CC Monreale; Matilde Ceseri; Margherita Budini; Francesco Gengaroli; Maria Cristina La Porta; Antonio Zaccariello; Bianca Bartoloni; Stefano Orofino; il Generale Comandante della Legione Carabinieri Sicilia Vincenzo Coppola; Elisa Luccioli; il presidente della coop "Lavoro e non solo" Calogero Parisi; il dirigente dell'Arci Toscana e coordinatore del progetto "Liberarci dalle spine" Maurizio Pascucci; il Comandante Provinciale Carabinieri Palermo Colonnello Teo Luzi; Francesco Ferrara; Matteo Becattini; Attilio Mazzetto; Niccolò Lupo; Dino Rossi; Chiara Carniani.
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