giovedì 7 maggio 2009

LA FINE INGLORIOSA DEI FONDI EUROPEI

di Francesco Palazzo
"L´ultima occasione". Leggendo di sfuggita e da lontano mi ero prefigurato due possibilità. L´offerta pubblicitaria di qualche prodotto che qualcuno m´invitava a acquistare oppure il messaggio elettorale di un candidato alle europee. Il messaggio del manifesto, che poi ho rivisto affisso ovunque, parla invece di tutt´altro. In alto la scritta Sud a tre colori molto vivaci, in basso un´agenda che fa vedere il 2007 e il 2013. Senza altre specificazioni, sembra un appello per iniziati di un gruppo esoterico. Quell´agenda, in effetti, rimanda solo per gli addetti ai lavori a un´altra agenda famosa in ristretti circuiti, cui da anni è associato il numero 2000. Dunque il riferimento è ai fondi strutturali europei. Il manifesto riguardava l´incontro di lunedì al Teatro Massimo. Ma qual è questa inquietante ultima occasione? Il riferimento è ai nuovi fondi europei che coprono il periodo 2007-2013, miranti a ridurre i divari tra le regioni. In particolare, l´Obiettivo 1 promuove lo sviluppo delle aree che presentano forti ritardi. La Sicilia è ancora - e per qualcuno è motivo di contentezza - tra le regioni deboli. Per l´ultima volta, come recita lo slogan. Perché l´allargamento dell´Ue farà convergere i futuri aiuti verso territori ancora più malmessi. Parliamo di miliardi di euro che in altri luoghi hanno stimolato crescita e ricchezza. Prima di esprimersi sul futuro occorre tuttavia dire del presente. Com´è andata Agenda 2000 in Sicilia? C´è chi sostiene che la Regione non ha lasciato un euro, c´è chi afferma che si è perso tanto di quello che era stato assegnato. Numeri di dubbia utilità, a dire il vero, che spesso descrivono la forma e non entrano nella sostanza. Che è quella che più c´interessa. Non ha senso dire quanto si spende, piuttosto occorre vedere la qualità della spesa. Se essa ha prodotto, trattandosi di fondi strutturali, passi avanti decisivi su questioni strategiche. Vi pare che con Agenda 2000 la nostra regione sia progredita? La realtà è sotto gli occhi di tutti. Una risposta autorevole la fornisce l´Europa. Che, facendoci rimanere nell´area Obiettivo 1, certifica al di là di ogni ragionevole dubbio, che siamo rimasti al palo. Ora abbiamo quest´ultima chance. Un altro consistente flusso di miliardi di euro bagnerà la nostra regione. Riusciremo, stavolta, a fare il salto di qualità? Oppure alla fine, con una Sicilia che presenterà la stessa sbiadita fotografia, la lite sarà nuovamente intorno alla quantità di spesa? In questo momento è molto difficile ipotizzare che, cambiati i musicanti, ammesso che alla regione si possa registrare qualche novità politica in positivo, cambierà pure la musica. Ciò che sappiamo è che tutte le discussioni sui tali fondi sono passate sulla testa dei siciliani. Tolti, ovviamente, i pochissimi che hanno avuto interessi personali su questo fiume di moneta sonante. Dovrebbe essere ormai chiaro che non sono i soldi a palate le precondizioni dello sviluppo. Posso avere poco, spenderlo nella giusta direzione, e andare avanti. Posso, al contrario, ottenere per decenni, com´è accaduto alla Sicilia, mezzi economici rilevanti e rimanere fermo o quasi. Vedremo se la prossima agenda avrà pagine più liete.
LA REPUBBLICA, 07 MAGGIO 2009

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