Il leader del Pd Franceschini apprezza la partecipazione del premier alle celebrazioni, ma chiede coerenza: "La pietà è una cosa, equiparare repubblichini e partigiani un'altra". Poi rivolto a Berlusconi: "Ritiri il disegno di legge su Salò". A Milano contestato Formigoni. A Roma Alemanno rinuncia ad andare a Porta San Paolo. ROMA - La festa della Liberazione deve diventare un'occasione di ricordo, riconoscimento, omaggio per tutte le componenti "di quel gran moto di riscatto patriottico e civile che culminò nella riconquista della libertà e dell'indipendenza del nostro Paese". Aprendo le celebrazioni del 64esimo anniversario del 25 aprile, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano pone l'accento sulla condivisione chiedendo - come Silvio Berlusconi, che ha partecipato alla cerimonia per la prima volta - rispetto e pietà per tutti, necessaria base per una "rinnovata unità nazionale". Eventi e manifestazioni in tutto il Paese. Dopo la cerimonia all'Altare della Patria, alla quale hanno partecipato le massime cariche dello Stato, Napolitano si è recato presso il sacrario militare di Mignano Montelungo in provincia di Caserta. Berlusconi è tornato in Abruzzo, a Onna, cittadina distrutta dal terremoto, vicino alla quale avvenne una strage nazista nel giugno del '44. In Abruzzo anche il segretario del Pd, Dario Franceschini, e il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Mentre a Roma, il sindaco Gianni Alemanno ha dovuto rinunciare ad andare a Porta San Paolo, per la mobilitazione dei centri sociali contro la sua presenza. Fischi a Milano, per il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, contestato durante il suo intervento dal palco in piazza Duomo. Napolitano, appello all'unità. Prima all'Altare della Patria, poi al sacrario militare di Mignano Montelungo, nel casertano (dove si costituì nel 1943 il primo raggruppamento motorizzato del nuovo esercito italiano, che riprese le armi dopo l'armistizio per combattere contro l'occupante tedesco) il capo dello Stato ha invitato all'unità, insistendo sulla necessità che rispetto e pietà "accomunino tutti". A nessun caduto negli anni della lotta di liberazione dell'Italia dal nazifascismo si devono negare "rispetto e pietà", ed è questa "la base" necessaria perché il Paese possa uscire da vecchie polemiche e ritrovare unità - ha sottolineato il presidente - non più segnata da vecchie, fatali e radicali contrapposizioni".
La prima volta di Berlusconi, reazioni. La partecipazione del premier alle celebrazioni è stata apprezzata da più parti come un significativo passo in avanti sulla via della condivisione. Ma l'idea di equiparare repubblichini e partigiani fa discutere. Franceschini riconosce come dal premier siano venute "parole importanti" anche se sarebbe stato meglio pronunciarle prime. Ma, arrivando alla manifestazione di Milano, il segretario del Pd aggiunge: "Chiedo a lui di essere coerente, e ritirare domani il disegno di legge per l'equiparazione dei repubblichini ai partigiani. La pietà umana è una cosa, equiparare i repubblichini ai partigiani è un'altra".
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