"Il tenente Joe Petrosino - ha detto l'assessore alla Cultura - e' il primo rappresentante delle istituzioni ucciso dalla mafia perche' indagava sulle sue collusioni criminali fra le due sponde dell'oceano. In un'epoca in cui la mafia non era ancora una cancrena sociale, quell'omicidio non fu colto nella luce in cui possiamo vederlo oggi, cioe' come il sacrificio di un uomo di giustizia che seppe capire con largo anticipo gli intrecci perversi di una criminalita' in espansione, che avrebbero avuto effetti sempre piu' devastanti sulla vita civile siciliana, italiana e internazionale. E', dunque, doveroso - ha concluso Cannella - che, a cento anni da quel delitto, Palermo ricordi Joe Petrosino come merita".
Presenti alla cerimonia, tra gli altri, il pronipote di Petrosino, Nino Melito; il presidente dell'Istituto superiore per la Difesa delle Tradizioni e promotore dell'iniziativa, Roberto Trapani della Petina; il rettore dell'Universita', Roberto Lagalla; il console generale degli Stati Uniti, J. Patrick Truhn; il comandante provinciale dei Carabinieri, Teo Luzi, e il questore di Palermo, Alessandro Marangoni. All'interno dell'ex Hotel de France (aperto al pubblico per la prima volta), poi, e' stata scoperta una lapide in memoria degli ultimi giorni trascorsi a Palermo da Petrosino. Quindi, l'annullo speciale commemorativo su 200 cartoline numerate (con veduta dei primi del '900 di piazza Marina), di rilevante interesse filatelico, curato dall'International Hinner Wheel Palermo Centro insieme all'Istituto superiore per la Difesa delle tradizioni; infine, un intervento dello storico Giuseppe Carlo Marino.
12 marzo 2009
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