È ancora in viaggio per l’Italia la “Carovana antimafie 2008”, organizzata da Libera, Arci e Avviso Pubblico. «Un viaggio per i diritti, la democrazia, la giustizia sociale, un lungo viaggio di oltre due mesi, circa 100 tappe, che toccheranno tutte le Regioni d’Italia con appuntamenti itineranti, volti a sensibilizzare la cittadinanza sul tema della lotta alle mafie, sulla sicurezza sul lavoro e la lotta a qualsiasi forma di razzismo», spiegano don Luigi Ciotti, presidente di “Libera”, Paolo Beni, presidente dell’Arci, e Andrea Campinoti, presidente di “Avviso Pubblico”. La Carovana di quest’anno è stata dedicata al 60° anniversario della Costituzione italiana e della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Si è messa in cammino da due diverse aree geografiche del Paese, dal Sud e dal Centro-Nord, per ricongiungersi a metà dicembre nella tappa finale di Comiso, in provincia di Ragusa. Il manifesto-appello della Carovana vuole riaffermare i valori della Costituzione e della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e ricordare che la vera «emergenza-sicurezza» in Italia sono mafie e corruzione. In undici punti, chiede ai governanti concreti provvedimenti per un Italia più libera, più legale, più giusta. L’appello può ancora essere sottoscritto dai cittadini durante le varie tappe. In Sicilia, la Carovana arriverà il 1° dicembre, quando incontrerà i cittadini di Catania. Il 2 dicembre, invece, sarà a Messina, il 3 e il 4 nella provincia di Palermo, il 5 e il 6 nel trapanese, il 9 nell’agrigentino, il 10 a Caltanissetta, l’11 a Siragusa e il 12 a Comiso, in provincia di Ragusa, dove è prevista la presenza di Luigi Ciotti, Paolo Beni e Andrea Campinoti.La Carovana è nata in Sicilia nel lontano 1994, si legge nel sito della carovana antimafie, con l’obiettivo di «mantenere alta l’attenzione sul fenomeno mafioso (…), per esprimere solidarietà concreta ed evitare l’isolamento di quanti si trovavano particolarmente esposti sul fronte antimafia (…), per favorire la produzione di beni relazionali e l’attivazione di progetti di inclusione sociale, per diffondere e radicare culture e pratiche di legalità democratica, all’interno di itinerari di sviluppo sostenibile sul piano sociale ed ambientale». Particolarmente importante quest’ultimo punto, che ha trovato uno sviluppo concreto nella gestione da parte di alcune cooperative sociali dei beni confiscati alle mafie. La legge 109 sul riuso sociale dei beni confiscati, infatti, è stata approvata dal Parlamento nel 1996, grazie ad un milione di cittadini che avevano firmato la proposta di legge di iniziativa popolare. Da allora, tanta acqua è passata sotto i ponti. È nata la cooperativa sociale “Lavoro e non Solo” (12 soci, circa 130 ettari di terra in gestione tra Corleone e Monreale, due immobili assegnati a Corleone e un agriturismo a S. Cipirrello); è nata la “Placido Rizzotto” (15 soci, circa 200 ettari di terra in gestione, un agriturismo a Portella delle Ginestre), è nata la “Pio La Torre” (14 soci, circa 120 ettari di terra in gestione e un agriturismo in contrada “Drago”). E qualche settimana fa è nato anche il Consorzio «Libera Terra Mediterraneo», presentato a Torino (24 ottobre) e a Corleone (29 ottobre). Si tratta di un nuovo soggetto imprenditoriale, al quale partecipano le cooperative di “Libera Terra” ed altri soggetti, nato per realizzare processi di collaborazione nella direzione e nel coordinamento delle attività. «L’ulteriore obiettivo – ha detto il presidente Lucio Cavazzoni - è quello di aprirsi a nuove collaborazioni verso gli agricoltori del territorio che condividano una idea di qualità fondata su produzioni che siano buone, pulite e giuste». Dal 2002 la carovana è diventata nazionale, coinvolgendo progressivamente tutte le regioni italiane. «Carovana – afferma don Luigi Ciotti - è parola che deriva dal vocabolario persiano (karawan) per indicare un “gruppo di persone che attraversano insieme, con carri e bestie da soma, luoghi deserti o pericolosi”. Un termine che esprime non solo l’idea di viaggio, ma anche quella del “camminare insieme”... Ciò che davvero conta non è giungere per primi alla meta, ma arrivare insieme». Ed è quello che stanno cercando di fare i protagonisti di questa nuova stagione di antimafia sociale.
Dino Paternostro
La Sicilia, domenica, 9 novembre 2008
Nessun commento:
Posta un commento