di Attilio Bolzoni
Di solito lo notificano agli amici dei boss, a quelli che fanno puzza di mafia. Lo chiamano «avviso orale». Ma l´altro giorno, negli uffici di un commissariato, l´ispettore di turno l´ha recapitato a un rompiscatole: un sindacalista della Cgil. L´ha convocato e gli ha fatto firmare un verbale ai sensi dell´articolo 4 della legge numero 1423 del '56. È quella sul confino di polizia. Se in futuro non si comporterà bene, il sindacalista rischierà di diventare anche lui un sorvegliato speciale.Questa è una vicenda che vale la pena di raccontare soprattutto per dove è avvenuta. A Palermo, città dove tutto è segnale. Dove tutto si sviscera e tutto si decifra, dove anche il dettaglio non è mai solo un dettaglio. Cominciamo però dal protagonista, o meglio dalla vittima, il sindacalista dalla «condotta socialmente pericolosa» che venerdì mattina verso le 11 è stato invitato al commissariato "Libertà" per ricevere un´intimazione. L´avvertivano di stare attento, di non «delinquere» più. Lui si chiama Pietro Milazzo, ha 57 anni, è un dipendente della Biblioteca regionale e alla Cgil fa il responsabile siciliano degli Immigrati. È un personaggio noto in città. Anche per le sue battaglie per i senza tetto. Più di trent´anni fa, quando era sulle barricate delle rivolte studentesche era stato denunciato due volte - nel 1972 e nel 1974 - per rissa e lesioni. Due condanne. Poi una vita intera tutta dedicata agli altri. Cortei, proteste, lotte. Ma sempre pacifiche. E a volte seminate di manifestazioni «non autorizzate».Blocchi stradali, sit in, «disturbo della quiete pubblica». L´ultima il 14 luglio scorso, il Festino, il giorno che Palermo onora Santa Rosalia. Una cinquantina di senza casa contesta duramente il sindaco Diego Cammarata, che per l´ingorgo non sale sul carro dell´amatissima patrona. Fra di loro c´è pure Pietro Milazzo. Denunciato.Finita l´estate, la pratica della Questura sullo scalmanato sindacalista - qualche settimana prima, fra l´altro, Milazzo aveva presentato un esposto in Procura sui ritardi e sui pasticci intorno ai beni inutilizzati confiscati ai boss - è arrivata al capolinea. Vistata dal nuovo capo della polizia di Palermo, il questore Alessandro Marangoni. Venerdì scorso, la notifica. Ricorda lui: «Quando ho capito di che cosa si trattava sono rimasto frastornato». In pratica il questore sembra contestare al sindacalista della Cgil il comma terzo di quel famigerato articolo di legge di mezzo secolo fa. Quello che si applica «a coloro che, per il loro comportamento debbano ritenersi, sulla base di elementi di fatto, dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l´integrità fisica e morale, la serenità, la sicurezza o la tranquillità pubblica».Un «avviso» che - se il sindacalista insisterà in quella sua «condotta» - potrà far scattare l´applicazione delle misure di prevenzione. La sorveglianza speciale a Palermo. O il divieto di soggiorno in città e in provincia. O, nel caso più estremo, anche all´obbligo di soggiorno in un paese. Insomma, il vecchio confino.La diffida contro Pietro Milazzo è arrivata dopo «una decina di segnalazioni» che ha accumulato fra il 2005 il 2008 per interruzione di pubblico servizio, occupazione di edificio pubblico, organizzazione di corteo non autorizzato. Tutte denunce scattate - fanno sapere in ambienti della Questura - non «nella sua veste di sindacalista» ma di «manifestante». Si sfoga Milazzo: «Io di tutte quelle denunce non so nulla, non mi hanno mai formalmente contestato niente al di fuori dell´episodio del Festino».Il sindacalista adesso ha 60 giorni di tempo per ricorrere contro il provvedimento. Comunque andrà a finire l´«avviso orale» ce l´ha già e la linea seguita dalla Questura è tracciata. Una mossa veramente inaspettata quella della polizia palermitana - che negli ultimi 20 anni si è distinta per ben altro in materia di misure di prevenzione - e che ha già scatenato una rivolta in città. In quattrocento hanno firmato sul web a favore del sindacalista.Destra, sinistra, amici e avversari politici, intellettuali, naturalmente il segretario della Cgil Sicilia Italo Tripi, l´ex presidente della Provincia Francesco Musotto, Umberto Santino del "Centro Impastato", comitati, consiglieri comunali e parlamentari regionali. Una riserva sull´operato del neo questore arriva anche dal segretario nazionale dei poliziotti del Silp Federico Schillaci: «La via dell´avviso orale non porta da nessuna parte in una città come Palermo con tutti i suoi gravi problemi». Nell´appello per Pietro Milazzo c´è anche la firma di Rita Borsellino.
da la Repubblica
NELLA FOTO: Pietro Milazzo con i senza casa nella sala consiliare del comune di Palermo.
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