Spesa media di 385 euro per i licei classici. Sfondato il tetto fissato dal ministro. Il provveditore accusa i professori
di Salvo Intravaia
È Palermo la città dove si spenderà di più per l´acquisto dei testi scolastici. È quanto emerge da una indagine condotta da "Repubblica" su oltre 500 prime classi di scuola media e di scuola superiore in quattro città: Milano, Roma, Napoli e Palermo. Il rientro dalle vacanze è ormai vicino e una delle prime spese che dovranno affrontare le famiglie è proprio quella relativa ai libri di testo. In cima alla classifica ci sono i licei classici, seguiti dagli scientifici. Un po´ meno dispendiosi risultano gli istituti tecnici industriali e i tecnici commerciali della città. Ma quanto si dovranno preparare a sborsare, in media, mamme e papà? Per il liceo classico, esclusi dizionari e atlanti geografici che in casa magari ci sono già, bisognerà stanziare 385 euro. Per chi deve acquistare anche i vocabolari di greco e latino sono dolori: la spesa può schizzare a 550 euro e oltre. Potranno risparmiare qualcosa coloro che frequenteranno il primo anno del liceo scientifico dove la spesa media scende a 343 euro. Il fatto è che la scorsa primavera l´ex ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni ha varato una norma che limita la spesa massima al superiore: il tetto di spesa alla scuola media esiste da anni. L´intera dotazione libraria non dovrebbe superare il costo di 320 euro al classico, 305 allo scientifico e al tecnico industriale e 290 al tecnico commerciale. Ma dando un´occhiata alle liste predisposte dalle scuole per il prossimo anno, in moltissimi casi, sia alla scuola media (286 euro di limite massimo per la prima classe) sia al superiore, il tetto di spesa imposto dal ministero è stato ampiamente superato. Di chi è la colpa? Senza troppi giri di parole il dirigente dell´Ufficio scolastico provinciale (l´ex provveditorato agli studi), Rosario Leone, punta il dito sui professori. «Il rispetto del tetto di spesa - dichiara Leone - dovrebbe essere assicurato dagli insegnanti del Consiglio di classe che è pur sempre l´organo collegiale al cui interno i professori dovrebbero trovare l´accordo. Ma spesso questo non avviene perché ogni docente porta in consiglio il proprio testo, o più libri, e non è disposto a rinunciarvi: in questi casi parlerei più di organo collettivo che di organo collegiale». Nella complessa procedura per l´adozione dei libri scolastici, l´ultima parola tocca al collegio dei docenti. «Se nessuno si preoccupa di rispettare i limiti di spesa, dovrebbe intervenire il dirigente scolastico che presiede il Collegio», spiega il provveditore che riconosce come «in effetti nelle scuole con molte classi questo diventi di difficile attuazione». Dello stesso parere è il preside dell´istituto industriale "Volta" di Palermo. «Quella di adottare più libri per una stessa materia o di inserire i libri consigliati è una cattiva abitudine», dice Roberto Tripodi che parla di «mancanza di controllo e di professionalità». Per non citare «i libri che si acquistano e non si usano». Maurizio Muraglia, presidente del Cidi (Centro di iniziativa democratica degli insegnanti) di Palermo, ammette che «sovente al superiore manca la collegialità» e che in parecchi casi «gli insegnanti lavorano guardando solo alla propria disciplina», ma spezza anche una lancia a favore dei colleghi. «Occorre ammettere che la polemica è spesso mal riposta perché la spesa per i libri è in concorrenza con altre spese che le famiglie non limitano di certo ai figli». Il riferimento è chiaro: telefonini, videogiochi e abbigliamento griffato. Resta il fatto che tra le grandi città a Palermo si spende di più. La metropoli dove, frequentando il classico, si spenderà meno è Milano: quasi 325 euro, appena 5 euro sopra il limite. A Palermo si eccede in media del 20 per cento. Stesso discorso per il liceo scientifico in cui il tetto viene sforato, in città, mediamente del 13 per cento. Per quest´ultimo indirizzo si spende meno a Roma e Milano. Nelle medie palermitane gli scostamenti sono più contenuti ma sempre al di sopra del tetto: 305 euro contro i 286 previsti dalla norma. Per Leone «è possibile mantenersi al di sotto dei tetti di spesa adottando meno libri o attraverso il comodato d´uso per il quale le scuole, dal prossimo settembre, hanno ricevuto specifici fondi».
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