SPELLO (PERUGIA) - Ha scelto lo sfondo delle dolci colline umbre Walter Veltroni per iniziare la sua campagna elettorale e lanciare la rincorsa solitaria del Partito democratico al centrodestra, al momento in forte vantaggio secondo tutti i sondaggi. "Cominciare da qui, da questa piazza, da questo borgo, è un modo per dire a cosa pensiamo: non al destino di questo o quel leader, non a questo o quel partito, ma al destino dell'Italia, al nostro paese, alle gravi difficoltà del suo presente e alle straordinarie potenzialità del suo futuro", ha esordito il sindaco di Roma.
Parlando con alle spalle la splendida campagna di Spello, quasi a farsi incorniciare in un quadro rinascimentale, Veltroni ha puntato buona parte del suo discorso sull'ambizione di cambiare il Paese attraverso la rivoluzione della politica, più che sulla polemica con
"Guardiamo negli occhi l'Italia e le diciamo: comincia un tempo nuovo, il tempo del cambiamento", ha proseguito Veltroni. "Io - ha detto ancora - mi candido per cambiare il Paese, non per ricoprire una carica. Per questo, chiedo agli italiani, in questi sessanta giorni, di pensare non a quale partito ma a quale Paese" vogliono. "Possiamo guardare negli occhi gli italiani - ha sottolineato - perché abbiamo deciso unilateralmente di correre liberi, più che da soli", una "scelta coraggiosa", per rompere con il vecchio e garantire il nuovo.
Solo in seconda battuta il leader del Pd ha sfiorato i temi del programma. "Verrà presto l'assemblea costituente del Pd - ha ricordato - e il tempo di tornare a parlare il linguaggio asciutto e severo dei programmi. Il tempo di spiegare e chiarire le nostre proposte e di ribadire, ad esempio, che oggi è possibile ridurre le tasse perché la lotta all'evasione ha dato risultati". "Io - ha aggiunto Veltroni - rimango della mia idea: pagare meno, pagare tutti. Oggi, grazie al lavoro del governo Prodi, possiamo fare quello che non è mai stato fatto. Quello, gli italiani lo sanno, che è stato ogni volta annunciato, ma non realizzato. Possiamo finalmente pensare anche ad un aumento dei salari".
La polemica con Fini e Berlusconi è rimasta quindi solo sullo sfondo. Il centrodestra, ha ricordato il segretario del Pd, ha già "governato l'Italia per sette anni, sono gli stessi di prima" e cioè quelli del '94. Il Pdl propone "solo di tornare a farlo, esattamente come prima. Noi vogliamo voltare pagina. Noi diciamo: non cambiate un governo, cambiate l'Italia. Cominciamo a farlo insieme. Trasformiamo questo nostro paese. Si può fare. Possiamo essere la generazione di italiani alla quale domani i nostri figli e i nostri nipoti guarderanno con orgoglio dicendo: hanno fatto ciò che dovevano, l'hanno fatto pensando a noi".
Nel pomeriggio Veltroni ha presenziato a una cerimonia sul "Giorno del Ricordo", in onore delle vittime delle foibe. "E' la mia ultima domenica da sindaco, è stato un lavoro meraviglioso. Siamo riusciti a tenere unita questa città".
Di Pietro, accordo possibile. In serata, al loft, incontro con Antonio Di Pietro. Oggetto: studiare una possibile intesa con l'Idv. Al termine, da entrambe le parti, c'è ottimismo. L'Idv sembra disponibile a sottoscrivere il programma del Partito Democratico, ma intende mantenere il simbolo: "Non siamo qui per scioglierci - dice Di Pietro al termine - . Abbiamo avviato un dialogo costruttivo". Gli fa eco il vice di Veltroni, Dario Franceschini: "Di Pietro ci ha confermato la volontà di presentarsi al voto con il proprio simbolo, ma anche la volontà politica di collegarsi sulla base di un programma condiviso. Naturalmente è un primo incontro e ragioneremo dentro il Pd nei prossimi giorni, in fretta, per valutare modi e forme di questa proposta". Di Pietro, in sostanza, conferma: "Di incontri - ha ribadito - ce ne saranno tanti e ravvicinati perchè bisogna condividere un programma. Abbiamo ascoltato le linee programmatiche di Veltroni con molto interesse e le abbiamo valutate in modo molto positivo e contiamo di concludere positivamente questo dialogo".
(10 febbraio 2008)
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