giovedì 15 novembre 2007

Sul trasferimento di Don Francesco Carlino Parroco della parrocchia di Santa Rosalia in Corleone.

E’ mortificante oggi, apprendere dell’ennesimo atto relativo al tentativo di chiusura della Parrocchia di Santa Rosalia. L’ultima trovata da parte della Diocesi di Monreale, per il tramite della massima carica Sua Ecc. Mons. Di Cristina, viene giustificata con la “ necessità di dotare la Comunità cattolica di Prizzi di un prete giovane, considerata l’età dei preti già presenti presso la predetta Comunità“. Premesso che, da quanto appreso detta giustificazione è spudoratamente non veritiera, in quanto a Prizzi è presente tale Padre Massimo, sicuramente tutt’altro che “ vecchio “, vale la pena di dover ricordare come già in passato, si sia tentato di chiudere la Parrocchia di Santa Rosalia. Il rinnovato accanimento nei confronti di una comunità sana e in forte crescita come quella della Parrocchia in questione, da parte di chi invece dovrebbe appoggiare il lavoro svolto da una persona perbene quale è Don Francesco Carlino, il quale è riuscito negli anni ad aggregare ed a far crescere in maniera eccezionale la Comunità della propria parrocchia ma anche l’intera Comunità Cattolica e laica corleonese, suona purtroppo come una presunta punizione nei confronti della collettività tutta. Mi chiedo infatti: perché, quando era alla guida di Santa Rosalia tale Padre Domenico, sempre per la mancanza di Preti a Prizzi, lo stesso fu trasferito ed allora come oggi la Comunità di Santa Rosalia dovette subire l’allontanamento della propria guida a discapito di tante altre parrocchie?
E visto che ancora oggi la storia si ripete, è lecito pensare che probabilmente a qualcuno il prosperare della Comunità corleonese e della Parrocchia di Santa Rosalia dia qualche fastidio?Ma Sua Ecc.Mons. Di Cristina, oltre ad essere presente per le Sue passerelle in occasione del Sacramento della Cresima, ha mai vissuto la Comunità di Santa Rosalia? Ed in ultimo, l’accorpamento con la parrocchia di San Martino, dovendo chiamare anche questo eventuale accorpamento con nome e cognome, significa nient’altro che la chiusura della Parrocchia di Santa Rosalia. Mi meraviglia altresì, la mancanza di coraggio legata alle responsabilità delle proprie azioni da parte di Sua Ecc. Mons. Di Cristina, il quale, non ha avuto ad oggi il coraggio di confrontarsi in pubblica udienza con la Comunità di Santa Rosalia sulle vere motivazioni del trasferimento di Don Francesco Carlino ad altra sede.
Probabilmente, credo di essere l’ultima persona deputata a sollevare dubbi su quanto sta accadendo, ma voglio esprimere la mia piena solidarietà all’amico Don Francesco, lanciando contemporaneamente un messaggio a tutta la Comunità di Santa Rosalia: Don Francesco, non può far altro che dire obbedisco; ma dove sta scritto che lo stesso dobbiamo fare noi? Ed allora, mobilitandoci, diciamo tutti in maniera forte e convinta giù le mani dalla nostra parrocchia e dal Nostro Parroco.
Mario Di Giorgio
15 novembre 2007

1 commento:

  1. Ritengo che il tenore lessicale della sua lettera è a dir poco irriverente. Si ricordi
    che si può essere in disaccordo con chiunque, anche con il proprio Vescovo, argomentando le proprie ragioni, ma sempre nel limite della buona educazione.
    Detto ciò, esprimo tutta la mia solidarietà alla comunità di S. Rosalia e a Don Francesco.

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