sabato 6 ottobre 2007

Bernardo Provenzano raccomandò il genero di Totò Riina

(Agenzia AGI) - Bernardo Provenzano raccomandava il futuro genero di Totò Riina: il "Vincenzo Belluomo" di cui si parla in un pizzino ritrovato nel covo di Montagna dei Cavalli del boss corleonese e' infatti Vincenzo Bellomo, fidanzato della figlia piu' giovane di Riina, Lucia. L'individuazione del giovane, che fa il rappresentante, e' opera della Direzione distrettuale antimafia di Palermo e della Squadra mobile. Nel bigliettino, scritto dal latitante Salvatore Lo Piccolo, si fa riferimento a una persona da segnalare a "Sisa, Ferdico eccedera eccedera": il capomafia di San Lorenzo risponde a Provenzano dicendo che "io li conosco tutti" (i titolari dei supermercati) e quindi "non ci sono problemi". Bellomo e' rappresentante e intendeva piazzare i propri prodotti presso le catene della grande distribuzione. Soltanto il Sisa avrebbe avuto rapporti con lui mentre l'altro market citato, il Ferdico, non ne avrebbe avuti. Entrambi i titolari sono indagati, per motivi diversi, con l'accusa di riciclaggio: si tratta di Paolo Sgroi e Giuseppe Ferdico. A dispetto delle tesi di coloro che parlano di contrasti fra i due boss corleonesi, dunque, emerge un'altra conferma che i rapporti fra Riina e Provenzano sono buoni: nel 2002 c'era stata un'altra conferma, quando si era scoperto che Leoluca Di Miceli, detto il "Professore", era l'uomo che forniva denaro alle famiglie di Riina e Provenzano. Un compito che Di Miceli svolgeva per conto di Pino Lipari, ritenuto il "ragioniere" di Binu e recentemente riarrestato con l'accusa di associazione mafiosa. Secondo quanto emerso in un interrogatorio condotto ieri nei confronti di Giuseppe Ferdico, intanto, nel supermercato di Carini aperto dall'imprenditore indagato lavorava un parente dei boss Pipitone: faceva il sorvegliante ed e' stato licenziato nei giorni scorsi a seguito di un furto avvenuto in una gioielleria del centro commerciale. Ferdico ha detto di non sapere della parentela e di avere mandato via l'uomo su richiesta dei titolari dei negozi, per la sua inefficienza. Nell'ultima settimana Ferdico ha subito tre intimidazioni: l'ultima tre giorni fa, quando gli e' stato appeso un cane morto sulla cancellata del market. In alcune conversazioni intercettate nel 2003 i mafiosi della famiglia di Carini dicevano fra di loro che Ferdico si era detto disponibile a fare alcune assunzioni: "E' uno di noi", chiosava il boss Vincenzo Pipitone. Ai pm Domenico Gozzo e Gaetano Paci, Ferdico ha detto di avere pagato il pizzo "e in questo senso - ha detto il commerciante - dicevano che ero uno di loro. A Carini, in particolare, per il centro commerciale l'insistenza e' stata altissima. Ora non pago piu' e i risultati si vedono".

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