martedì 17 luglio 2007

Corleone, se n'è andata Maria Patti


Maria Patti, la professoressa Maria Patti, se n’è andata domenica 15 luglio, dopo una lunga malattia. Ed oggi, nella Chiesa Madre, nella chiesa che lei per tanti anni ha frequentato, sono stati celebrati i funerali. A celebrarli non poteva essere che lui, monsignor Emanuele Catarinicchia, arcivescovo emerito di Mazara del Vallo, ma per noi corleonesi “il decano”, che stimava tanto Maria Patti. «Una donna d’altri tempi», dicono adesso di lei. Per certi versi è cosi. Ma, per la sua coerenza morale, per il suo rigore intellettuale, per il suo valore di educatrice, per la sua grande capacità di amare “oltre le differenze”, noi preferiamo pensarla come una donna d’altri tempi, una donna di questo tempo e una donna di tutti i tempi. Infatti, i valori in cui credeva Maria Patti e che praticava con grande naturalezza, sono valori per ogni tempo, che non tramontano mai.
Amava Dio, la Patria e la Famiglia. Vi sono modi bigotti di vivere questi valori, che rischiano di farli diventare dis-valori. Ma vi sono modi – ed era il modo della professoressa Patti – che li possono rendere condivisi da tutti. Maria Patti si commuoveva pensando ai soldati italiani caduti in guerra. E tanti ricordano i suoi vibranti discorsi in tanti 4 novembre corleonesi. Considerava quasi un luogo sacro il “Parco della Rimembranza”, in villa comunale, dove ogni albero ha una targhetta col nome di un caduto in guerra di Corleone. Oggi, purtroppo, quel parco non è più quello tanto amato da Maria Patti, ma il luogo dell’abbandono e dell’incuria. Dobbiamo rassegnarci che resti tale?
Ci sentiamo di avanzare un pacchetto di proposte al comune: intanto, facciamolo pulire radicalmente; poi, predisponiamo un progetto di restauro-ristrutturazione; infine, rivisitiamo ammodernandola la stessa idea di “Parco della Rimembranza”: ribattezziamolo “Parco della Memoria” di tutte le vittime innocenti della violenza. E, ogni anno, arricchiamolo di nuovi alberi: uno per ogni caduto. I soldati morti nelle guerre folli volute dai potenti del mondo, le vittime della mafia, le vittime del terrorismo. E coinvolgiamo gli alunni delle scuole. Facciamo in modo che adottino un albero, due alberi, tre alberi… tutti gli alberi. E forse Maria Patti sarebbe contenta.
d.p.
17 luglio 2007




FOTO: Un momento dei funerali

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